Gumpert Apollo

Gumpert Apollo. Ci sono attimi in cui l’emozione ci trascina, e finiamo con l’enfatizzare argomenti di poco conto solo perchè a noi di Infomotori.com, personalmente, suscitano particolari emozioni. Anche parlando d’auto capita spesso: nonostante l’intento sia di lasciare i gusti personali al di fuori della redazione, è naturale rispecchiare negli articoli il proprio ideale automobilistico.
Quello che vi presentiamo non rientra però nei parametri tradizionali. La protagonista di questo articolo non è un’auto: è l’auto, per eccellenza, sintesi sublime della tecnologia e della passione su quattro ruote. Un oggetto per il quale possiamo permetterci senza troppe remore di mandare a quel paese la nostra professionale diligenza!

Un sogno

“E’ sempre stato un mio sogno quello di avere una vettura con una tale deportanza, una tale efficienza aerodinamica da poter correre sul soffitto di un tunnel, ad alta velocità. E questa vettura ci riesce” Le parole di Roland Gumpert bastano a farvi capire quale ideale di perfezione si nasconda dietro al progetto Gumpert Apollo. Una vettura capace di autosostenersi, grazie ad una downforce aerodinamica senza pari: un’auto che può correre a testa in giù, mantenendo comunque le ruote appoggiate al terreno.
Provate ad immaginare il livello di aderenza in condizioni normali…

Il progetto

Gumpert Apollo non è però solo un sogno avveratosi. Si tratta, innanzitutto, di una vettura di altissima tecnologia, dove ingegneria e passione confluiscono in un risultato straordinario. Il cuore del progetto Apollo è un V8 di derivazione Audi, modificato profondamente per raggiungere quota 650 cavalli a 6.000 giri. Il picco di coppia si raggiunge invece a 4.500 giri, e ferma l’ago dello strumento ad 850 Nm. L’alimentazione è affidata a due turbine, che ricevono l’aria opportunamente raffreddata da altrettanti intercooler. I pistoni forgiati ed il sistema di trasmissione all’albero permettono un funzionamento bilanciato, mentre la trasmissione della potenza alle ruote posteriori viene gestita da un cambio sequenziale a sei rapporti completamente sincronizzato, che sfrutta molte implementazioni tipiche della Formula 1. Completa il quadro un sistema di scarico sportivo, che non rinuncia però all’adozione di un convertitore catalitico a tre vie.

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