Nuova Mazda3 provata su strada la 5 porte giapponese

Non “donwsizing”, ma “rightsizing”. Mazda sfida le convezioni e rifiuta la logica del ridimensionamento e affida alla nuova (e bella) Mazda3 il compito di convincere gli automobilisti che per l’efficienza non è necessario rinunciare al piacere di guida. Da qui la logica della “giusta dimensione”, uno dei parametri con i quali Mazda punta a “diventare il primo brand premium giapponese”. Non a caso nella recente presentazione statica londinese, i manager del gruppo avevano assicurato che Mazda3 era stata “progettata per essere migliore delle concorrenti”.
La ridisegnata berlina a 5 porte (unica versione importata in Italia, dove non arriverà la sedan) è figlia sia della nuova concezione estetica giapponese sia dell’adozione delle tecnologie SkyActiv. La più efficiente delle versioni, quella con l’unità a gasolio da 2.2 litri con cambio manuale (la trasmissione automatica costa 1.900 euro in più), è accreditata di una percorrenza che sfiora i 24,5 chilometri per litro. Naturalmente difficile da avvicinare nel test drive fino a quando il ciclo di omologazione europeo non verrà modificato (quando avverrà sarà sempre troppo tardi).
Rispetto al modello cui subentra, nuova Mazda3 è più larga di 4 centimetri ma più bassa di 1,5: nessuna oscillazione di rilievo, insomma. È filante, molto filante. Una berlina affusolata e coupé che adotta materiali e sistemi speciali grazie ai quali il peso della vettura è stato diminuito di 70 chilogrammi e sono stati ottimizzati componenti, trasmissioni e motori.

ENTRY LEVEL DA 17.400 EURO
L’entry level ha un costo di 17.400 euro: è il prezzo dell’unità 4 cilindri benzina da 1.5 litri e 100 cavalli. Si tratta di un motore “onesto”, che non promette nulla più di quanto sia in grado offrire, ma anche con emissioni e consumi limati. Di serie monta Abs, Ebd, Eba, Dsc, Tcs, Ess, servosterzo elettrico, la tecnologia SkyActiv (incluso l’i-Stop, il sistema di arresto al minino annunciato come il più veloce al mondo), il sistema di assistenza per le partenza in salita, climatizzatore manuale, alzacristalli elettrici anteriori e posteriori e altro ancora, inclusa una garanzia di 3 anni (o 100.000 chilometri). Sulla versione con motore benzina da 2 litri (solo su quella) c’è anche l’avanzato i-ELOOP, il sistema rigenerativo della frenata di Mazda.

E SE ARRIVASSE LA MAZDA 3 BIFUEL?
La gamma di propulsori è articolata sulle ultime versioni delle unità SkyActiv-D e SkyActive-G insieme alle aggiornate trasmissioni manuale ed automatica (esclusivamente sul 2.2 a gasolio). Il benzina SkyActive-G da 1.5 litri da 100 cavalli (150 Nm di coppia) è un Euro 5 con un prezzo che rende accessibile la gamma di Mazda3. Non è di quelli ai quali si può tirare il collo – soprattutto in fase di accelerazione – ma risulta accattivante a chi apprezza le linee del modello e non pensa di macinare chilometri su chilometri. La cosa interessante è che, con i rapporti di compressione da primato vantati dall’unità SkyActiv-G 1.5 (14:1, finora il riferimento era il 13:8 di Porsche), anche le prestazioni di un’eventuale adeguamento al bifuel sarebbero di grandissimo interesse. Andrea Fiaschetti, Ad di Mazda Italia, non ha escluso questa ipotesi. Non si sé bilanciato, anche perché, ha detto, il gpl non “tira” troppo fuori dall’Italia.
Mazda propone su nuova 3 anche un’unità a benzina più potente, apparentemente difficile da commercializzare in Italia: si tratta del propulsore 2.0 litri High Power da 165 cavalli (210 Nm), anche questo Euro 5. È accreditato di una velocità massima di 210 chilometri all’ora e di un consumo nel misto di 5,8 chilometri. Ma il fiore all’occhiello è lo SkyActiv-D da 2.2 litri da 150 cavalli (380 Nm di coppia massima) già Euro 6. Si tratta del propulsore che ha rivoluzionato il mercato giapponese, tradizionalmente molto conservatore: il 98% delle vetture viene commercializzato con unità a benzina, mentre da quando Mazda ha introdotto gli SkyActiv a gasolio, la percentuale di motori diesel dei propri modelli è salita al 75%.

AL VOLANTE
Si sale “in basso”; nel senso che la posizione di guida non è altissima: un primo chiaro segnale agli automobilisti. È un modello con tanto cuore. I quadranti con le informazioni per il guidatore sono disposti in modo tale da non distrarre chi sta al volante. Un po’ più a sinistra c’è il display da 7” con navigatore (di serie a partire dall’allestimento Evolve, quindi standard sui modelli diesel): esteticamente non è forse la soluzione migliore, ma è funzionale e risponde alla stessa logica di agevolare chi guida a tenere alta l’attenzione.
L’abitacolo trasmette una sensazione di sicurezza, oltre che di stabilità. Il motore a gasolio della prova lungo le strade catalane è elastico. Reagisce bene fin dai bassi regimi. Buona l’accelerazione, eccellente la progressione. Decisamente convincente lo sterzo: duro quando basta in curva, più leggero nelle manovre. In ogni caso, preciso. Decisamente buona anche la trasmissione manuale, con cambiate rapide ed innesti senza vuoti, che semmai dipendono da chi guida. La silhouette molto spinta del posteriore influisce sulla visibilità dallo specchiato retrovisore centrale. Nel complesso, nuova Mazda3 è una vettura ben tarata, dall’assetto anche piuttosto rigido che rende piacevole una condotta più sportiva, che ben si adatta sia al suo stile sia a questo motore. Che il numero uno di Mazda in Italia, Andrea Fiaschetti, ha cercato di rendere ancora più convincente paragonandone le prestazioni ed i costi di gestione e quelli della concorrenza: “Bollo e Ipt dipendono non dalla cilindrata, ma dalla potenza e dalla normativa antinquinamento, oltre che dalla provincia di residenza”, ha precisato. E poiché l’unità è già Euro 6 ed ha “consumi pari o inferiori a molte motorizzazioni 1.600 cc diesel del segmento”, il modello giapponese (che al Salone di Tokyo dovrebbe debuttare anche in versione ibrida, sulla base della tecnologia Toyota) non avrebbe costi di mantenimento superiori. Un vantaggio in più. Ma per pensare di acquistarla non serve scorrere il conto corrente: basta guardarla.

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