Auto elettrica: sempre più giovani preferiscono guidare gli EV

Nissan Ariya

Il futuro della mobilità urbana sta prendendo forma attraverso le scelte delle nuove generazioni. Un recente sondaggio condotto da Economist Impact e commissionato da Nissan rivela delle tendenze che potrebbero ridefinire il panorama dei trasporti nelle metropoli di tutto il mondo.

Lo studio, che ha coinvolto 3750 giovani residenti in 15 città distribuite su cinque continenti, offre uno spaccato illuminante sulle preferenze e sulle aspettative di chi oggi ha tra i 18 e i 30 anni.

La mobilità elettrica emerge come protagonista indiscussa di tale evoluzione. I dati mostrano un entusiasmo crescente verso i veicoli a zero emissioni, con proiezioni che indicano un aumento sostanziale della loro adozione nei prossimi 10 anni.

Non si tratta solo di una moda passeggera, ma di un cambio di paradigma guidato da una maggiore consapevolezza ambientale e dall’attrattiva delle nuove tecnologie connesse.

In questo articolo vedremo nel dettaglio le dinamiche di questa trasformazione, analizzando le differenze tra città emergenti e sviluppate, la percezione dei veicoli elettrici come veri e propri hub energetici, e non solo come mezzi di trasporto, nonché le sfide ancora da superare per un’adozione di massa.

La nuova generazione sceglie l’elettrico

Il cambiamento nelle preferenze di mobilità dei giovani segna una vera e propria rivoluzione nel modo di pensare al trasporto personale. I dati emersi dal sondaggio di Economist Impact parlano chiaro: attualmente il 23% dei giovani intervistati utilizza veicoli elettrici, ma questa percentuale è destinata a crescere fino al 35% entro il prossimo decennio.

Un incremento superiore al 50% che testimonia come l’elettrificazione dei trasporti stia rapidamente passando da opzione alternativa a scelta prevalente tra le nuove generazioni.

Dietro questa tendenza si nasconde una motivazione profonda, radicata nella sensibilità ambientale che caratterizza i millennials e la Generazione Z. Il 57% dei giovani residenti in città si dichiara disposto a modificare le proprie abitudini di mobilità per contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio.

La prospettiva generazionale diventa ancora più interessante quando si considera l’impatto a lungo termine sui modelli di business delle case automobilistiche. Per la prima volta nella storia dell’industria dei trasporti, assistiamo a un capovolgimento delle dinamiche tradizionali: non sono i produttori a guidare le preferenze dei consumatori, ma è una generazione di consumatori consapevoli a spingere i produttori verso nuove direzioni.

I giovani non si limitano a preferire l’elettrico per motivi ambientali, ma dimostrano entusiasmo per le innovazioni tecnologiche associate, come l’accumulo di energia e le soluzioni Vehicle-to-Everything (V2X).

L’influenza di questa generazione sul settore automotive va ben oltre i numeri di vendita attuali. Le preferenze espresse oggi dai giovani tra i 18 e i 30 anni stanno plasmando le strategie di sviluppo che definiranno la mobilità del prossimo ventennio.

Un divario globale: città emergenti vs città sviluppate

La transizione verso la mobilità elettrica non avanza alla stessa velocità in tutto il mondo. Il sondaggio di Economist Impact rivela un divario importante tra le metropoli dei mercati emergenti e quelle dei paesi sviluppati.

Nelle città emergenti, ben il 44% dei giovani intervistati prevede di guidare un veicolo elettrico nei prossimi cinque anni, una percentuale nettamente superiore al 31% registrato nelle città sviluppate.

Le motivazioni alla base di questo divario sono multidimensionali ma profondamente radicate nelle realtà locali. Nelle metropoli emergenti come Shanghai, San Paolo e Città del Messico, l’inquinamento atmosferico è una problematica tangibile e quotidiana.

I giovani residenti di queste città vivono in prima persona gli effetti della scarsa qualità dell’aria e della congestione del traffico, rendendo l’adozione di veicoli a zero emissioni una soluzione concreta a un problema immediato.

Di contro, nelle città sviluppate la barriera principale all’adozione massiccia di veicoli elettrici risiede principalmente nei costi. I giovani di metropoli come New York, Londra o Tokyo, pur sensibili alle tematiche ambientali, si scontrano con il differenziale di prezzo ancora consistente tra veicoli elettrici e quelli con motore termico.

Un approccio universale alla promozione e commercializzazione dei veicoli elettrici risulterebbe inefficace di fronte a motivazioni e ostacoli così diversificati. Nei mercati emergenti, le strategie di marketing più efficaci potrebbero enfatizzare i benefici ambientali immediati e le soluzioni innovative per la qualità della vita urbana.

Nelle economie avanzate, invece, diventa fondamentale lavorare sulla riduzione dei costi e sugli incentivi economici, magari evidenziando il risparmio operativo a lungo termine che la mobilità elettrica può garantire.

Gli EV come hub energetici

La rivoluzione dei veicoli elettrici va ben oltre la semplice sostituzione del motore a combustione con uno elettrico. Un aspetto particolarmente rilevante emerso dal sondaggio di Economist Impact è la percezione evoluta che i giovani hanno degli EV: non più semplici mezzi di trasporto, ma veri e propri nodi di un ecosistema energetico integrato e intelligente.

La metà degli intervistati ha dimostrato di essere consapevole che i veicoli elettrici possono sia alimentare dispositivi esterni sia funzionare come unità di stoccaggio per l’energia prodotta da fonti rinnovabili.

Un’auto non è più solo un mezzo per spostarsi da un punto A a un punto B, ma diventa una risorsa energetica mobile, capace di interagire con la rete elettrica e con altri dispositivi. Più del 40% dei giovani si dichiara entusiasta di queste possibilità, riconoscendo il valore pratico che va oltre la mera funzione di trasporto.

Al centro di questa trasformazione si trovano le tecnologie V2X (Vehicle-to-Everything), che permettono al veicolo di comunicare e scambiare energia con diversi elementi dell’ambiente circostante.

Un’auto elettrica equipaggiata con questa tecnologia può alimentare una casa durante un blackout (V2HVehicle-to-Home), fornire energia alla rete nei momenti di picco della domanda (V2GVehicle-to-Grid) o addirittura alimentare altri veicoli elettrici (V2VVehicle-to-Vehicle).

La capacità degli EV di immagazzinare energia proveniente da fonti rinnovabili rappresenta una soluzione elegante a uno dei principali problemi dell’energia solare ed eolica: l’intermittenza. Le batterie dei veicoli elettrici possono accumulare l’energia prodotta quando il sole splende o il vento soffia, per poi restituirla quando necessario, contribuendo alla stabilizzazione della rete elettrica e massimizzando l’utilizzo delle energie pulite.

L’apprezzamento per questa funzionalità è particolarmente marcato nelle città emergenti, dove i blackout e le interruzioni di corrente possono essere più frequenti. In tali contesti, un veicolo elettrico capace di alimentare una casa o dispositivi essenziali durante un’emergenza non è solo una comodità, ma può diventare una risorsa vitale.

Sfide e opportunità per l’adozione di massa

Nonostante l’entusiasmo crescente per i veicoli elettrici, esistono ancora diverse barriere che ne limitano l’adozione su larga scala. Il sondaggio di Economist Impact identifica tre ostacoli principali: le prestazioni della batteria, l’infrastruttura di ricarica e i costi di acquisto.

L’autonomia rimane una preoccupazione concreta per molti potenziali acquirenti, con la cosiddetta “ansia da ricarica” che continua a influenzare le decisioni d’acquisto. Sebbene la tecnologia delle batterie stia avanzando rapidamente, con autonomie che ormai superano frequentemente i 400 km, la percezione del limite persiste, alimentata anche dalla diffusione ancora insufficiente di stazioni di ricarica rapida.

Senza una rete capillare di punti di ricarica, l’adozione di massa rimane limitata; d’altra parte, senza una base consistente di veicoli elettrici in circolazione, gli investimenti nelle infrastrutture stentano a decollare.

Il terzo fattore limitante, il costo, resta particolarmente rilevante nonostante i progressivi abbassamenti di prezzo degli ultimi anni. Gli EV continuano a posizionarsi in fasce di prezzo mediamente superiori rispetto ai corrispondenti modelli a combustione, rendendo l’investimento iniziale un ostacolo sostanziale, specialmente per i giovani.

Ritu Bhandari di Economist Impact sottolinea come il successo della mobilità sostenibile richieda un attento bilanciamento tra obiettivi ambientali ed esigenze pratiche degli utenti. L’indagine dimostra che per quanto forte possa essere la motivazione ambientale, fattori come accessibilità e convenienza rimangono determinanti nelle scelte finali dei consumatori.

Le soluzioni per superare questi ostacoli richiedono un approccio multidimensionale. Sul fronte tecnologico, lo sviluppo di batterie più efficienti, economiche e a ricarica ultrarapida rappresenta una priorità assoluta.

Parallelamente, l’espansione delle infrastrutture di ricarica deve accelerare, possibilmente con modelli di business innovativi che ne rendano sostenibile la diffusione anche in aree meno densamente popolate. Dal punto di vista economico, la combinazione di economie di scala nella produzione, incentivi fiscali mirati e nuovi modelli di proprietà condivisa potrebbe contribuire a ridurre la barriera dei costi.

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