Co2: più 27% rispetto al 1990. Nonostante il crescente impegno da parte delle Case automobilistiche nel proporre nuove soluzioni e motori sempre meno inquinanti, i dati emersi dalla ricerca effettuata da Eco-Way sono tutt’altro che rassicuranti. Il settore dei trasporti in Italia continua ad essere quello a più rapida crescita in termini di emissioni di anidride carbonica. Nel corso dell’anno sarebbero stati circa 50 milioni i veicoli circolanti sulle strade del nostro paese, di cui 35 milioni sono autovetture, 4,5 milioni i motocicli, 4 milioni gli autocarri, 6 milioni i ciclomotori e 93 mila gli autobus. A fronte di questi numeri si supererebbero, quindi, quota 133,22 milioni le tonnellate di CO2 liberate nell’aria, con un incremento superiore al 27% rispetto al 1990.
Un cittadino medio infatti emette, ogni anno, 410 kg di CO2 se viaggia in metropolitana, 780 kg se viaggia in autobus, ma ben 1230 kg se viaggia in automobile.
Inoltre l’Italia detiene il primato mondiale per numero di auto private pro-capite (1.69 abitanti per auto) e mediamente sono 13mila i km percorsi in un anno dal singolo automobilista (+26% rispetto alla media UE). Sebbene la popolazione sia stabile dal 1990, la mobilità delle persone è cresciuta significativamente, insieme ai consumi di energia e, di conseguenza, alle emissioni di gas-serra. Raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto ne 2012 risulta sempre più difficile. Dalla ricerca si evince che la soluzione più comune, adottata dalle aziende per limitare le emissioni di CO2 del proprio parco auto, è quella di prediligere veicoli più ecocompatibili a combustibile alternativo (metano, GPL e BiFuel) o di cilindrata più bassa a parità di modello.
Una delle possibili soluzioni è l’adozione, da parte di tutti, di uno stile di guida a basso impatto ambientale. L’effetto di uno stile di guida eco-compatibile è molto positivo anche per la sicurezza e, ovviamente, per i consumi. Infatti, oltre a generare minori emissioni, questo stile di guida è associato ad una maggiore consapevolezza e ad uno sfruttamento maggiore dell’energia, che si traduce in un minor numero di sinistri stradali e minori consumi. Pensate, ad esempio, che all’interno di una azienda i cui driver migliorano il proprio stile di guida ci sono risparmi anche maggiori del dieci percento sui costi totali di gestione. E grazie ad alcuni sistemi in grado di raccogliere dal veicolo tutte le informazioni necessarie, si possono individuare le modalità di conduzione del veicolo calcolando emissioni e consumi reali, modificando così i comportamenti scorretti. È vero quindi che i motori proposti sono sempre più tecnologicamente raffinati e sempre meno inquinanti, ma è anche vero che i primi a fare la differenza siamo noi guidatori e i nostri atteggiamenti in strada.