Purtroppo la tipica situazione di tornare a recuperare la propria automobile senza ritrovarla al proprio posto è vissuta dagli automobilisti come un piccolo grande trauma. Una cosa è chiara però: se la nostra auto è stata rimossa non possiamo che assumercene la responsabilità. Il Codice della Strada è molto chiaro quando parla di rimozione forzata, prevedendola solo in alcuni casi. Ma soprattutto è la nostra distrazione a rischiare di costarci caro, in quanto nelle aree dove è previsto l’intervento del carro attrezzi per la rimozione forzata non mancano mai almeno uno o più cartelli – ad avvisare del rischio che stiamo per correre. Oltre quindi al suddetto trauma – dovremo anche sostenere dei costi per tornare in possesso della nostra vettura. Ma andiamo con ordine e vediamo quando è prevista la rimozione forzata e come comportarsi.
La prima azione da compiere dopo una rimozione coatta è quella di contattare la Polizia Locale dell’area cittadina in cui la vettura è stata rimossa. All’agente che ci risponderà dovremo essere il più possibile precisi su luogo e l’orario in cui abbiamo parcheggiato l’automobile – fornendo anche i dati su marca, modello e – possibilmente – il numero di targa. Da qui si apre il secondo trauma di molti automobilisti con la possibilità che la visita del carro attrezzi si trasformi in quella più lieta e gradita. Già, perché non appena avremo comunicato tutti i dati utili a rintracciare la nostra vettura ci sarà svelato se – effettivamente risulta parcheggiata in qualche deposito comunale – oppure – sia stata, ahinoi, rubata. In questa seconda malaugurata ipotesi dovrà quindi seguire una denuncia di furto.
Se invece ci sarà confermata la rimozione del nostro veicolo – da questo momento in poi riceveremo preziose info sul come ritornarne in possesso. In primis saremo informati sul luogo in cui si trova l’auto – certamente un deposito comunale. In seconda battuta dovremo chiedere lumi sulle modalità di ritiro.
Occorre recarsi personalmente presso il deposito comunale in cui è stata portata la vettura. Qui, certamente saremo accolti da un ufficio preposto – o da uno sportello – al quale dovremo fornire un documento d’identità valido, il libretto di circolazione della vettura (sempre che non fosse all’interno) e quello assicurativo (anche qui sempre che non fosse all’interno).
Ebbene sì, ora c’è da pagare. Nel caso non ci fossimo accorti dell’apposita segnaletica da “rimozione forzata” – preparatevi a metter mano al portafogli. Di base si parla di semplice multa per divieto di sosta, ma la certezza è che l’importo tenderà a gonfiarsi proprio in virtù della rimozione. Per tornare in possesso della propria auto infatti bisogna passare dal risarcimento delle spese d’intervento per la rimozione stessa. Possiamo dire che – in linea di massima i costi si aggirino attorno ai 150 Euro. Nel totale troviamo varie voci come ad esempio il costo della chiamata al carro attrezzi (30 Euro) e quello delle operazioni di carico e scarico della vettura sul carro, almeno altri 60 Euro.
Ma anche quando la nostra vettura sarà issata al carro attrezzi i costi continueranno a lievitare. Già, ora si parte dal luogo della rimozione fino al deposito – da conteggiare con un costo a chilometro – mentre finalmente giunti a destinazione prepariamoci a saldare il conto per il parcheggio. Qui il rischio è di pagare da 4 a 7 Euro in base alla tariffa diurna oppure notturna e festiva. Ah – e se poi avete avuto la fortuna di aver avuto l’auto portata via dal carro attrezzi in un giorno di festa – preparatevi a veder maggiorati tutti i costi di circa il 30%!
Il tutto, più il pagamento della sanzione vera e propria per il divieto di sosta, ma anche qui il costo è variabile in base all’entità della gravità dell’infrazione commessa – come dire: una cosa è lasciare l’auto in divieto davanti ai cassonetti della spazzatura – ben più grave se l’abbandoniamo rallentando il traffico o comunque arrecando disagi più gravi. Il costo base per questo tipo di infrazione è comunque di 39 Euro – a salire.