Le sensazioni hanno, da tempo, lasciato spazio ai numeri: la vita sta diventando sempre più care districarsi nell’economia reale sempre più complicato per molte famiglie. Questo ha, inevitabilmente, una ripercussione su diversi settori tra cui quello dell’auto.
Sebbene le immatricolazioni Ue delle auto nuove siano in crescita rispetto allo scorso anno (+17,6 % nei primi sette mesi), esse rappresentano sempre un calo molto accentuato rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia. Si tratta del 22% in meno, un valore decisamente alto che si spiega con due valori strettamente collegati tra loro: l’inflazione e la normativa europea. A lanciare l’allarme è Xavier Martinet, direttore vendite, marketing e operazioni di Dacia: “Questi elementi fanno crescere i prezzi delle auto, che diventano quasi dei beni di lusso. C’è una parte del mercato che non esiste più, si tratta di clienti che non possono più comprare un’auto nuova L’inflazione aumenta prezzi dei veicoli e costi dei finanziamenti. Dacia ha l’opportunità di vendere di più, perché noi abbiamo un prezzo più giusto“.
“L’inflazione incide sul prezzo dei veicoli ma anche, nel caso di un finanziamento, sul costo del denaro. Alcuni passano ad un’auto usata, altri comprano un’auto più piccola – ha aggiunto Martinet -. Il dibattito non è siamo se siamo a favore o contro l’auto elettrica, ma è se siamo a favorevoli o contrari al fatto che l’auto elettrica diventi l’unica tecnologia accettata dal 2035. Pensiamo che forse ci sarebbero altre tecnologie potenziali. La Germania ha aperto agli e-fuel, tematica interessante che forse per il marchio Dacia potrebbe essere una strada da seguire. Lo faremo con la Dakar: abbiamo annunciato la nostra partecipazione con un veicolo ad e-fuel. Vedremo cosa significherà questo: servirà sia l’opportunità tecnica sia quella economica, perché c’è bisogno di una soluzione di massa che sia a un prezzo ragionevole”.