Il cambiamento era nell’aria, anche considerando gli interessi non esattamente velati della Cina di rilevare l’intero gruppo Fiat Chrisler. Marchionne ha dichiarato più volte di essere alla ricerca di un nuovo partner commerciale, non ultimo il reparto di ricerca Google con il quale FCA ha intrapreso uno studio sulle auto a guida autonoma -con base Chrisler Pacifica- negli Stati Uniti.
D’altronde in una fase di cambiamento così cruciale per il mondo automotive farsi trovare pronti è determinante, la globalizzazione del mercato auto ha infatti reso il concetto stesso di “blasone” un lontano ricordo.
Così la prima alleanza del Gruppo BMW in collaborazione con Intel in termini di sviluppo della guida autonoma è stata proprio con FCA. Velocizzare le operazioni e moltiplicare le variabili di calcolo nello sviluppo delle giuste tecnologie è uno degli obiettivi, come ha dichiarato Sergio Marchionne stesso:
“Per migliorare la tecnologia di guida autonoma è fondamentale dar vita a partnership tra produttori di autoveicoli e fornitori di tecnologia e componenti. L’adesione a questa collaborazione consentirà a FCA di beneficiare direttamente delle sinergie e delle economie di scala che sono possibili quando le aziende si alleano con una visione e un obiettivo comuni.” Queste quindi le parole del CEO, che si è detto oltremodo soddisfatto dell’accordo.
Mentre le case auto sono sempre più vicine ad integrare le proprie vetture con la guida autonoma -pensiamo a Tesla, ma anche ad Audi e Volvo- la legislazione sembra essere il vero punto critico di questo passaggio a una nuova era. La celebre questione dello scrittore (nonché a questo punto visionario) Isaac Asimov è sempre più attuale: se un’auto può scegliere tra salvare il conducente di anni 50 o una bambina di anni 8 quale sarà la sua scelta? Ottima domanda.