Ha lasciato il segno nel settore delle utilitarie, incarnando la superiorità del Gruppo torinese in questo segmento. Una supremazia erosa poco alla volta dalla concorrenza. Erede della 850, la Fiat 127 è stata lanciata sul mercato nell’aprile del 1971, stravolgendo i riferimenti esistenti fino a quel momento. Terzo esemplare della Fiat ad aggiudicarsi l’ambito premio di auto dell’anno, la 127 ha introdotto la nuova classe delle utilitarie con una lunghezza di 3,5 metri, agili in città e adatte ai grandi viaggi.
Rivoluzione
Epocale il salto generazionale rispetto al passato: la Fiat 127 era dotata di motore anteriore trasversale (per aumentare l’abilità interna), trazione anteriore e freni a disco anteriori. Nasceva su un pianale tutto nuovo. Le sospensioni seguivano lo schema a ruote indipendenti (anteriore McPherson e dietro con balestra). La 127 ha rappresentato uno dei modelli Fiat più longevi in assoluto. In Europa è andata fuori produzione solo nel 1987, dopo oltre cinque milioni di esemplari venduti. In Sud America, sotto altri nomi, addirittura durò fino al 1996.
Genesi
Cugina della A112, la Fiat 127 è nata dalla matita di Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo, scomparso nel 1969, a soli trent’anni, mentre si recava nel capoluogo piemontese a illustrare i disegni del modello alla dirigenza. Ne è venuta fuori una linea equilibrata, ma anche accattivante e dinamica, con un buon rapporto tra i volumi le superfici vetrate. Per la prima volta la Fiat abbandonava i fari anteriori rotondi su una vettura “popolare” (unico precedente in assoluto, la 125). Innovativo lo stile, così come la meccanica. L’unico punto in comune della Fiat 127 rispetto alla sua antenata (850) era il propulsore, portato però a 903cc di cilindrata e montato trasversalmente. Si trattava di un quattro cilindri da 47 CV, così robusto e longevo da arrivare a vedere, 46enne, il nuovo millennio.
Sviluppi
La disposizione della meccanica e il passo lungo consentivano un ampio spazio interno, mentre la guida, come già sulla A112, era piacevole e divertente (ma anche più confortevole, date le maggiori dimensioni). La 127 nacque con sole due porte, ma già nel 1972 arrivò la terza porta e pure lo specchietto retrovisore esterno (allora obbligatorio solo con il portellone). Nel 1974 debuttò la Special, identica nella meccanica ma più ricca nelle dotazioni.
Tre serie
Oltre alla prima serie del 1971, si sono susseguite altre due generazioni (datate 1977 e 1981) che hanno sempre cercato di implementare le qualità originali del modello (motorizzazioni, plancia, strumentazioni, accorgimenti tecnici). Nel 1978 ecco la Fiat 127 Sport, equipaggiata con il motore “brasiliano” (prodotto dalla Fiat Brasile) di 1.049 cc, potenziato a 70 CV tramite le modifiche alla fasatura della distribuzione e l’adozione di un carburatore doppio corpo. Ad ampliare la gamma, poi, ci hanno pensato la 127 Panorama (la giardinetta) e la 127 D a gasolio, da 45 CV, basata sulla spartana versione costruita in Brasile (dove è denominata 147). Quindi, ecco le versioni a quattro e cinque porte, gli allestimenti Special e Super. Degna di nota, anche la possibilità di avere la quinta marcia. A distanza di tanti anni dal debutto, pur sentendo il peso degli anni, la Fiat 127 ha continuato comunque ad essere competitiva in quanto ad abitabilità e tenuta di strada. Con il lancio della Fiat Uno, nel 1983, si è deciso di commercializzare la 127 in versione “Unificata” costruita in Sud America, con motori benzina da 1.050 cc e diesel da 1.301 cc. L’ultimo passo prima di uscire di scena.