Fiat resterà sempre Fabbrica Italiana Automobili Torino ma probabilmente i mercati la trasformeranno in Factory International Automotive Technology. Se in Italia conserva un terzo del mercato, i bilanci di Fiat Auto (ed anche Fiat Industrial) conquistano un bel segno positivo grazie all’America dove i mercati USA e del Brasile stanno crescendo ed i marchi del Gruppo Fiat Chrysler (merita ricordare che Fiat Auto ha la maggioranza assoluta di Chrysler Jeep…) macinano record di immatricolazioni e fatturati sempre più corposi.
Fiat e Chrysler vanno già benino senza poter ancora contare su Cina ed India dove Sergio Marchionne sta lavorando alacremente per sistemare i ritardi dovuti a cattive alleanze passate. In Russia pare che abbia risolto col nuovo stabilimento a San Pietroburgo e l’Est Europa è ben presidiato con Polonia, Serbia e Turchia.
Insomma una Fiat sempre più americana che non teme ormai più ricatti da nessun Paese potendo scegliere liberamente dove produrre e dove mettere la sua testa.
La sede sociale potrà anche restare a Torino, anche per sfruttare il sempre potente ed apprezzato Made in Italy ma la produzione sarà fatta dove meglio converrà e servirà. Gli stessi vertici della Volkswagen vendono e producono ormai più auto in Cina che Germania così come i super-nazionalisti francesi che stanno lavorando attivamente per aprire stabilimenti in Cina per vendere in loco, dove il mercato sta volando grazie ad un boom economico da +10% di PIL.
Basti pensare che il crollo del 15,3% del mercato auto in dicembre registra il punto più basso dal 1996 (poco più di 1.750.000 auto immatricolate nell’anno appena trascorso), mentre negli States il dicembre scorso è stato il migliore degli ultimi 5 anni (ben 13,4 milioni di vetture immatricolate), con una crescita Fiat di circa il 35% rispetto al 2010. Una Fiat sempre più americana quindi? E’ ancora presto per dirlo, ma le ragioni per cui Marchionne possa pensare a questa soluzione non sono poche…