Quando arriva l’inverno nelle zone di montagna spesso si legge nei distributori: “in vendita gasolio artico”. Facciamo chiarezza sull’argomento. Mentre la benzina congela a temperatura inferiore ai – 48 °C, il gasolio, come dice la parola stessa, contiene della paraffina che solidifica a temperatura inferiore ai 2 °C.
Nei mesi invernali tra novembre e marzo, per evitare problemi, il normale combustibile che si trova nei distributori, contiene un additivo per resistere a temperature fino ai 12 gradi sotto zero. Attenzione che però per temperatura si intende quella presente nel serbatoio del carburante e non quella dell’aria esterna. Quindi se ci troviamo in un posto dove la minima è di – 15°C, ma la durata del periodo al di sotto dei – 12°C è breve, il serbatoio, avendo una certa inerzia termica dovuta al calore immagazzinato dal gasolio ed essendo comunque riparato dall’aria esterna, non riesce ad arrivare a minime così basse.
Tuttavia se la temperatura dovesse rimanere per diverse ore al di sotto dei 12 °C sotto lo zero, il rischio che il gasolio congeli si fa plausibile. Per questo nelle zone di montagna d’inverno si trova il diesel alpino o artico che è ritenuto adatto all’uso fino alla temperatura (nel serbatoio) di – 20 °C (raramente è garantito fino ai – 30 °C). Comunque in vendita si trovano comunemente degli additivi antigelo per il gasolio che con una spesa al di sotto dei 10 € permettono di trattare una cinquantina di litri di carburante.