La patente di guida italiana, in quanto autorizzazione amministrativa necessaria per la conduzione su strade pubbliche dei veicoli a motore, è un documento a tutti gli effetti anche se negli anni è stato sottoposto a diverse modifiche.
Dal 2013 viene rilasciata nel formato europeo allo scopo di rendere omogenee le informazioni contenute nel documento stesso. Sul banco degli imputati troviamo l’Italia, assieme a Germania, Lettonia e Paesi Bassi che non hanno ancora recepito integralmente le direttive stipulate dall’Unione Europea creando così limitazioni della libertà individuale e una sostanziale discriminazione sulla viabilità.
La Commissione Europea, da Bruxelles, ha inviato quindi una lettera di messa in mora per esortarli a rispettare le norme comuni sulle patenti di guida contenute nella direttiva 2006/126/CE. L’allegato I di tale direttiva stabilisce in che modo devono essere riportate sulla patente le limitazioni alla guida (come l’obbligo di guida con lenti) e altre informazioni supplementari. Germania, Italia, Lettonia e Paesi Bassi hanno tuttavia adottato misure a livello nazionale che contrastano con alcune di tali prescrizioni.
I 4 Stati membri dispongono ora di due mesi per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione, in caso contrario la Commissione potrà decidere di inviare a sua volta un parere motivato, passo precedente al deferimento alla Corte di Giustizia.
La rimozione dell’indirizzo di residenza ad esempio ha posto la patente di guida in una zona grigia: è un documento perché comprensivo di fotografia, ma allo stesso tempo non viene accettato per l’identificazione personale in diversi frangenti.