È un momento davvero particolare quello che stanno vivendo i settori dell’automobile e delle moto tra le inevitabili conseguenze dettate dall’onda lunga della pandemia da Covid-19 (gli alti e bassi del mercato ne sono l’esempio lampante), ma anche i problemi di produzione (e quindi consegne) e infine del caos normativo che aleggia. Così, mentre la rivoluzione green divide costruttori e consumatori, da Bruxelles arriva un’idea: fermare la vendita di veicoli a due e quattro ruote a benzina a partire dal 2035.
La notizia, in realtà, è un ritornello che ciclicamente si ripete, ma ora in Europa sembrano voler fare sul serio e la data per lo stop della vendita di auto e moto a benzina sembra essere sempre più definita. Il governo del vecchio continente spinge sulla riduzione di emissioni di CO2 e conseguentemente i mezzo di trasporto finiscono nel mirino. Se non bastasse la pressione europea, anche in Italia si muovono frange che spingono in questa direzione, con WWF, Legambiente e Cittadini per l’Aria a guidare la marcia. Le auto elettriche, grazie alle sue emissioni di CO2 pari allo 0 diventa una tra le migliori soluzioni.
La battaglia è anche ideologica perché il settore dei motori produce solo un quarto delle emissioni di CO2 totali e settori come quello della produzione di carne da macello viaggia su valori decisamente superiori. I paesi dell’Unione sono divisi sul modo di operare. L’Italia vorrebbe prendersi cinque anni in più di tempo, altri paesi come quelli del Nord Europa vorrebbero addirittura anticipare i tempo. La partita è aperta, vedremo cosa accadrà.