Dal mercato europeo dell’auto giunge un ulteriore segnale di ripresa dell’economia. Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea, dopo quattordici mesi consecutivi in calo, le immatricolazioni in Europa hanno fatto registrare una crescita del 2,4% in giugno, del 2,8% in luglio e del 3% in agosto. Grazie a questi risultati favorevoli il calo delle immatricolazioni, che nel consuntivo a fine maggio era del 13,9%, si riduce nel bilancio dei primi otto mesi all’8,1% con la prospettiva di un ulteriore miglioramento negli ultimi quattro mesi dell’anno. Secondo il Centro Studi Promotor, infatti, nell’intero 2009 le immatricolazioni in Europa potrebbero attestarsi intorno ai 13 milioni di unità con un calo sul 2008 contenuto nel 6%.
La ripresa della domanda di auto è dovuta essenzialmente agli incentivi varati da tutti i principali Paesi europei. La risposta positiva a questi stimoli è stata però un segnale di tenuta della domanda. D’altra parte gli incentivi hanno impresso una spinta non solo agli acquisti di autovetture, ma anche all’intera economia. Ciò risulta chiaramente dal fatto che i sintomi di miglioramento del quadro congiunturale sono emersi prima e con più forza nei Paesi che hanno adottato le misure di incentivazione della domanda di auto più incisive, mentre più debole è stata la risposta del mercato (e dell’economia) nei Paesi che hanno lesinato o sono intervenuti in ritardo. Questa considerazione trova ovviamente conferma nei dati. La Germania, che ha adottato gli incentivi più generosi (2.500 euro per l’acquisto con rottamazione di qualsiasi autovettura nuova o usata con un anno di anzianità) vede il suo consuntivo a fine agosto in crescita di ben il 26,8% e la sua economia è già in ripresa. Su livelli decisamente lontani da quelli tedeschi, ma comunque positivi, è il mercato francese che chiude il consuntivo a otto mesi in crescita dell’1,1%. Ancora negativo è invece l’andamento degli altri tre maggiori mercati del continente che sono intervenuti in ritardo o con incentivi non particolarmente robusti. Regno Unito e Spagna hanno adottato misure significative per l’auto soltanto il 18 maggio. L’impatto sulla domanda è stato pronto. Le immatricolazioni del Regno Unito, che fine maggio erano in calo del 27,9%, nel trimestre giugno-agosto contengono le perdite nel 6%. Analogamente la Spagna, in calo del 42,7% a fine maggio, ha visto il suo bilancio delle immatricolazioni nel trimestre giugno-agosto chiudersi con una contrazione decisamente meno drammatica (-10,7%).
Anche in Italia (secondo mercato europeo) dal 7 febbraio sono in vigore incentivi, ma la risposta delle immatricolazioni non è stata immediata né particolarmente forte come in altri Paesi e a fine agosto si registra un calo del 7,4%. La cautela del Governo italiano nel sostenere il mercato dell’auto è stata attribuita al timore che, data anche l’entità del nostro debito pubblico, un impegno veramente forte per sostenere l’auto e l’economia avrebbe potuto creare difficoltà nel collocamento dei titoli pubblici. Ora che la forte richiesta di bot ha fatto scendere il rendimento del trimestrale al di sotto dello zero, questi timori sono decisamente superati e ci si attende che il Governo italiano intervenga nuovamente con misure di sostegno della domanda più incisive ed estese a tutte le autovetture, anche perché gli incentivi attualmente in vigore riguardano soltanto il 23% dell’offerta di auto.