Non c’è giorno in cui non si senta parlare di elettrico e il mercato dell’auto sta sempre più cambiando forma. Se gli anni 80’ erano dedicati alle piccole auto con tanti cavalli, gli anni ‘90 allo stile, con vetture che hanno fatto la storia del design, in questi anni si sente sempre più parlare di tecnologia ed elettrificazione.
Mercedes-Benz nel corso del salone internazionale dell’auto di Parigi aveva presentato la sua concept car Mercedes-Benz EQC: un SUV compatto delle sembianze della GLC che secondo le anticipazioni avrebbe rivoluzionato il mercato introducendo una nuova proposta riproducibile su larga scala…
Oggettivamente bello, c’è poco da dire. Le linee sono molto curate e in qualche modo si evolvono rispetto agli stilemi attualmente applicati da Mercedes-Benz per le altre vetture della casa. L’aspetto degli esterni è futuristico, moderno, dalle linee aggraziate e dalla importante calandra – elemento stilistico abbandonato da molte altre case automobilistiche ma che i tedeschi ripropongono con orgoglio e sfrontatezza. La somiglianza con il “cugino” GLC è innegabile ma si nota una chiara evoluzione indipendente. La parte anteriore è dominata dai fari perfettamente allineati con la carrozzeria e la firma ottica crea un nuovo sguardo mai visto prima. I due fari diurni anteriori a LED sono collegati da una striscia posta sopra la calandra e sotto il cofano. L’effetto visivo è accattivante anche se non credo possa essere utilizzato in tutti i paesi. Illuminata è anche, per la prima volta, la Stella. L’impianto di illuminazione MULTIBEAM (di serie) garantisce un’illuminazione adeguata in ogni contesto.
La vista laterale colpisce perchè immediatamente si nota che l’altezza è inferiore rispetto a quanto ci si aspetta da un SUV. Immaginate una Classe C coupè, metteteci a fianco una GLC, tracciate
idealmente un’altezza media ed ecco la EQC. Alta il giusto, senza compromessi. I cerchi sono da 19 o 21 pollici in versione bicolore. I cerchi sono a filo con la carrozzeria ed ottimizzati per una migliore resa aerodinamica. Lo spoiler sul tetto, appena accennato, porta al posteriore sobrio la cui immagine è dominata dalla luce di posizione che collega idealmente i due fanali posteriori. La soluzione, già vista in altre auto di altre case, ben si adatta allo stile della vettura e segue idealmente l’idea portata avanti nell’anteriore.
Gli interni sono stati rivisti rispetto al passato ed in questa nuova Mercedes-Benz EQC vediamo lo stile delle prossime vetture della Stella: angoli precisi e forme moderne contraddistinguono l’ambiente realizzato con materiali di prestigio quali alluminio e legno a poro aperto. La scena è ovviamente dominata dagli importanti display da 10,25 pollici che catturano l’attenzione appena entrati a bordo. Il display di sinistra contiene la strumentazione mentre quello di destra è dedicato all’infotainment ed alla navigazione.
Non si ha uno stacco tra i due tanto che visivamente si percepisce un unico schermo sospeso. L’interfaccia uomo-macchina MBUX che contraddistingue le vetture della Stella integra qui alcune funzioni specifiche che riguardano il sistema di gestione dell’energia ed il sistema di comando vocale permette di impartire comandi specifici legati proprio a questo specifico modello EQ. Si può per esempio chiedere di trovare una colonnina per la ricarica oppure chiedere all’elettronica di controllo di predisporre una ricarica totale della vettura entro un determinato orario. Ovviamente per soddisfare questa condizione la vettura deveessere in carica.
Il sistema di riconoscimento vocale riconosce poi la provenienza del comando e se per esempio il passeggero desidera riscaldare il proprio sedile deve solo impartire l’istruzione ed il computer di bordo porrà in essere l’istruzione solo nel lato da cui è arrivato il comando. Non mancano tutte le connettività del caso con il mondo mobile sia dentro sia fuori dall’auto.
La macchina è a trazione integrale anche se non si ha un collegamento fisico tra l’anteriore ed il posteriore – dove trovano alloggiamento rispettivamente i due motori elettrici. Questi lavorano in maniera indipendente e sono comandati da una centralina che simula in tutto e per tutto la trazione integrale.
La coppia motrice può così essere ripartita tra anteriore e posteriore a seconda dello stile di guida del conducente e delle condizioni stradali. Per garantire una maggiore efficienza energetica i due motori lavorano in maniera diversa ed in particolare l’anteriore si occupa principalmente del moto della vettura ed interviene a velocità medio-basse mentre il secondo motore, posto nel posteriore ha principalmente lo scopo di conferire maggiore dinamismo alla guida. Al picco massimo sono in grado di scaricare a terra una potenza di 300 kW mentre la coppia massima è di ben 765 Nm. La rotazione massima dei motori è fissata a 13.000 giri e la sfida principale riguarda l’isolamento acustico. In questo senso è stato fatto un importante lavoro di isolamento acustico per garantire un viaggio sicuro e silenzioso.
Il conducente può poi scegliere tra cinque modalità di guida differenti: COMFORT, ECO, MAX RANGE, SPORT, e un programma personalizzabile. Il pedale dell’acceleratore, nelle condizioni di
guida economiche, reagisce allo stile di guida del conducente aiutandolo a guidare in maniera efficiente e parsimoniosa. I dati cartografici ed i segnali stradali vengono utilizzati attivamente per gestire al meglio l’energia.
Le batterie da 80 kWh sono sufficienti per una percorrenza di 400 km in ciclo NEDC. Questa distanza rappresenta oggi una specie di standard per l’industria automobilistica o comunque un
traguardo al quale si attengono la maggior parte delle case automobilistiche produttori di auto elettriche. Le batterie, prodotte in Germania da una controllata Mercedes-Benz, sono collocate sul pianale, cosa comune a questa tipologia di vetture. Lo si fa principalmente per tenere il baricentro basso ma anche perchè la collocazione degli accumulatori in quella posizione permette di risparmiare spazio a bordo. L’intero sistema di accumulo è composto da 6 moduli distinti che sono racchiusi in una cornice in alluminio che ha il compito di preservare gli accumulatori da eventuali urti derivati da incidenti oppure da eventuali oggetti che potrebbero danneggiare le batterie durante il moto. Immaginate per esempio dei sassi o un colpo all’altezza del pianale.
La cornice raccoglie le batterie sopra le quali trova spazio l’elettronica di controllo che si occupa di fare da tramite tra le richieste del conducente e le batterie che vanno sempre mantenute sotto stretto controllo per evitare surriscaldamenti o eccessivi raffreddamenti che potrebbero compromettere la sicurezza dei passeggeri. L’intero sistema è poi riscaldato o raffreddato da un impianto di condizionamento che garantisce la temperatura ottimale in ogni condizione.
Il recupero dell’energia avviene per mezzo della frenata e grazie ai paddle possono essere impostati diversi livelli di recupero: dalla modalità automatica che gestisce il sistema in autonomia ad una estrema che praticamente elimina la necessità di usare il pedale del freno passando per la modalità sailing che inibisce il recupero dell’energia. L’autonomia è attualmente di circa 450 km in ciclo NEDC (dato provvisorio).
Molti di voi avranno sicuramente assistito nel corso dei mesi precedenti ai casi di cronaca che hanno visto alcune auto elettriche prendere fuoco in maniera “improvvisa”. Sempre nel passato si
è registrato anche il caso di uno smartphone che prendeva fuoco durante la ricarica. Ma quindi la Mercedes-Benz EQC, alimentata a batteria, è una vettura sicura?
Ci teniamo a precisare che la combustione spontanea delle batterie è un evento praticamente impossibile e che in condizioni ordinarie un’auto elettrica è tanto sicura quanto una vettura a benzina o diesel – se non di più (vista la grande quantità di elettronica che comanda l’intero ciclo di alimentazione). Le batterie contengono tuttavia una grande quantità di energia che viene rilasciata grazie ad una reazione chimica abbastanza violenta e per prevenire runaway termici (la famosa esplosione delle batterie) vengono messe in pratica molte misure preventive.
Dapprima il condizionamento a liquido garantisce di tenere il sistema ad una temperatura idonea. Il secondo step è eventualmente il taglio dell’assorbimento: in caso di temperature eccessive la centralina di controllo può intervenire sulla potenza erogata per far raffreddare il sistema. Il terzo step è il blocco dell’energia che avviene tipicamente a seguito di collisioni di piccola entità. Il quarto step è invece il blocco definitivo dell’energia che può essere resettato solo ed esclusivamente presso un centro Mercedes-Benz.
La vettura viene fornita con un caricabatterie da 7.4 kW che può essere usato nella presa domestica ma ovviamente la ricarica con una WallBox Mercedes-Benz garantisce prestazioni migliori. Gli standard di ricarica sono CCS e CHAdeMO e la potenza massima è fissata a 110 kW. In questo caso bastano 40 minuti per passare da 10% a 80% e guadagnare quindi un bel po’ di autonomia. Negli altri casi basta fare i conti: dati gli 80 kWh della batteria verificate la potenza dell’energia immessa e ottenete il tempo necessario per ricaricare.
Pro
Veramente “intelligente”
Design futuristico senza fronzoli
MBUX molto migliorata
Grande connettività
Contro
Peso importante (2.200 kg)
Non credo sarà “regalata”