La Milano Design Week 2025 ha fatto da palcoscenico all’anteprima italiana di un veicolo destinato a far parlare di sé: la nuova Omoda 9. L’ammiraglia del brand cinese (parte del Gruppo Chery) mira direttamente al cuore del mercato europeo di fascia alta.
Dopo l’ingresso sul mercato italiano con la più compatta Omoda 5, il costruttore asiatico alza decisamente l’asticella con un modello che porta il suo DNA in una dimensione superiore, sia letteralmente che metaforicamente.
La sfida è ambiziosa: convincere gli esigenti automobilisti europei che anche dalla Cina possono arrivare veicoli capaci di competere con i brand premium del Vecchio Continente.
Il primo impatto con l’Omoda 9 è quello di un SUV dalla presenza imponente, con i suoi 4,78 metri di lunghezza e 1,92 di larghezza. Ma non è solo una questione di dimensioni. I designer hanno lavorato secondo il principio della “sezione aurea“, quel rapporto matematico che da millenni è considerato l’espressione della perfezione estetica, trovato tanto in architettura quanto in natura.
Il risultato è un equilibrio visivo che colpisce immediatamente. Il frontale si fa notare per l’ampia griglia con trama a diamante, sovrastata da fari Full LED collegati tra loro da una sottile striscia luminosa che attraversa l’intera larghezza del muso.
Le linee della fiancata scorrono dinamiche verso il posteriore, con maniglie perfettamente integrate nella carrozzeria che fuoriescono solo all’apertura, migliorando ulteriormente l’aerodinamica.
Il posteriore è altrettanto particolare, con un lunotto inclinato sormontato da un ampio spoiler e una firma luminosa che corre da un lato all’altro, collegando i gruppi ottici. A completare l’immagine sportiva, quattro terminali di scarico, due per lato, che però sono elementi puramente estetici (quelli veri sono nascosti dal paraurti).
Tutto questo lavoro sulle forme non è solo un esercizio di stile. Gli ingegneri di Omoda hanno raggiunto un coefficiente aerodinamico di 0,308, un valore notevole per un SUV di queste dimensioni, che contribuisce all’efficienza complessiva del veicolo.
Sotto il cofano della Omoda 9 c’è tanta tecnologia: il sistema Super Hybrid. Non si tratta di una semplice ibrida plug-in, ma di un’architettura complessa che unisce il meglio di vari mondi.
La base è il motore TGDI a quattro cilindri turbo a iniezione diretta da 1.5 litri, con un’efficienza termica superiore al 44,5% (un valore davvero eccellente per un’unità a benzina). A questo si aggiungono due motori elettrici, uno posizionato sull’asse anteriore e uno su quello posteriore, che garantiscono una vera trazione integrale e contribuiscono a una potenza complessiva superiore ai 500 CV.
Il cambio DHT a 3 rapporti gestisce intelligentemente la distribuzione dell’energia tra termico ed elettrico, ottimizzando sempre il funzionamento in base alle condizioni di guida. Il risultato è un’auto capace di scattare da 0 a 100 km/h in soli 4,9 secondi, prestazioni da autentica sportiva nonostante le dimensioni e il peso.
Ma la vera magia del Super Hybrid System è l’autonomia. La batteria da 34,46 kWh (fornita da CATL e con tecnologia M3P) permette di percorrere fino a 145 km in modalità 100% elettrica. Quando si unisce al serbatoio da 70 litri, l’autonomia complessiva supera i 1300 km, un valore che rende possibile attraversare l’Italia da Nord a Sud senza soste per il rifornimento.
I consumi dichiarati sono altrettanto impressionanti: 5,4 litri ogni 100 km nel ciclo combinato WLTP, un valore che fa impallidire molti SUV diesel di pari dimensioni.
Aprendo le portiere dell’Omoda 9 si accede a un ambiente dove minimalismo e tecnologia si fondono in un’esperienza totalmente nuova. Domina la scena un impressionante pannello curvo da ben 24.6 pollici che integra sia la strumentazione digitale davanti al guidatore sia il display dell’infotainment.
La qualità percepita è di alto livello, con materiali morbidi al tatto in ogni punto di contatto e pelle Nappa per i rivestimenti. L’illuminazione ambientale permette di personalizzare l’atmosfera interna mentre il sistema ISD (Intelligent Sound & Design) coordina luci, musica e design per creare un’esperienza sensoriale completa.
A proposito di musica, l’impianto audio firmato Sony con 14 altoparlanti merita una menzione speciale, soprattutto per una caratteristica unica: due speaker integrati nel poggiatesta microforato del guidatore.
Il comfort è garantito da sedili anteriori riscaldabili, ventilati e con funzione massaggio mentre i passeggeri posteriori possono contare su schienali reclinabili elettricamente. Il tetto panoramico in vetro, con i suoi 1,3 metri di lunghezza, inonda l’abitacolo di luce naturale, amplificando la sensazione di spazio. Non manca la praticità, con un bagagliaio da 660 litri che può ospitare comodamente i bagagli di tutta la famiglia.
L’Omoda 9 non si limita a offrire un abitacolo tecnologico, ma estende l’innovazione a ogni aspetto dell’esperienza di guida. Il sistema mette a disposizione sei diverse modalità di guida (Eco, Normal, Sport, Mud, Snow e Off-Road), ciascuna pensata per ottimizzare il comportamento del veicolo in base alle condizioni specifiche.
Le sospensioni a controllo elettromagnetico rappresentano un altro fiore all’occhiello di questa ammiraglia. Capaci di adattarsi in tempo reale alle condizioni stradali, garantiscono un comfort di marcia superiore senza compromettere la precisione di guida quando serve.
Non mancano tutti i sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione, che permettono una guida semi-autonoma di Livello 2, oltre al sistema di parcheggio automatico con memoria del posto, particolarmente utile in città.
La trazione integrale elettrificata, con un motore dedicato per l’asse posteriore, assicura una motricità ottimale in ogni condizione, dalle strade innevate ai fondi a bassa aderenza, con una ripartizione della coppia che favorisce sempre la stabilità e il controllo del veicolo.
Mentre i costruttori europei e coreani hanno già segnato il territorio nel segmento dei SUV di fascia alta, l’arrivo dell’Omoda 9 rimescola le carte in tavola. Con un prezzo stimato intorno ai 53.000 euro e una dotazione di serie completa senza l’aggiunta di costosi pacchetti optional (unica scelta possibile riguarda il colore degli interni in pelle e la verniciatura), il rapporto qualità-prezzo è decisamente vantaggioso.
Nel mirino ci sono Kia e Hyundai, come dichiarato dalla stessa dirigenza italiana del brand, ma le caratteristiche del veicolo lo pongono come alternativa anche a SUV premium europei come la Volvo XC60.
Il punto di forza, oltre al prezzo competitivo, è l’autonomia combinata che supera di gran lunga quella offerta dai tradizionali SUV diesel, storico punto di riferimento per chi percorre molti chilometri.
La possibilità di circolare in modalità elettrica in città e di affrontare poi lunghi viaggi senza l’ansia da ricarica rappresenta una proposta di valore significativa per molti automobilisti.
La Omoda 9 sarà disponibile presso la rete di concessionari italiani a partire da fine maggio 2025, quando sarà possibile preordinarla e organizzare i primi test drive. Sarà il banco di prova definitivo per capire se questo SUV cinese riuscirà davvero a conquistare la fiducia degli automobilisti italiani.
Quello che è certo è che non si tratta più di un’alternativa economica e di compromesso. L’Omoda 9 si presenta come un veicolo tecnologicamente all’avanguardia, con prestazioni di alto livello e un’attenzione ai dettagli che fino a poco tempo fa non ci si sarebbe aspettati da un costruttore cinese.
È il segnale più chiaro che il panorama automobilistico globale sta cambiando rapidamente, e che i produttori europei non possono più permettersi di sottovalutare la concorrenza proveniente dall’Oriente. La vera domanda non è se i marchi cinesi avranno successo in Europa, ma quanto velocemente riusciranno a conquistare quote di mercato importanti.