Gli analisti sono concordi: il futuro dell’automobile sarà elettrico. Ma non sarà un futuro così immediato. Troppe ancora le limitazioni per le vetture “zero emission” per costi, autonomia e difficoltà di ricarica. Nel frattempo, il miglior compromesso disponibile è certamente quello delle ibride plug in, ovvero le vetture con doppio motore (termico-elettrico) e batterie ricaricabili con una presa di corrente, per poter percorrere quelle decine di km della mobilità quotidiana in regime solo elettrico, avendo a disposizione il motore termico per i viaggi più lunghi.
Mini sposa il concetto con la Cooper S E Countryman All 4: la vettura è in tutto e per tutto una Countryman e da fuori si distingue solo per i loghi gialli (sulla griglia, sul baule e sullo sportello per la presa di ricarica) che ne indicano la natura. Le differenze sono tutte all’interno: sotto il cofano, il noto tre cilindri benzina del Gruppo Bmw 1.5 litri da 136 Cv (con 220 Nm già a 1250 giri); sotto il piano del bagagliaio, il motore elettrico (made in Bmw) con ben 88 Cv (65 kW) e 165 Nm disponibili istantaneamente. La potenza combinata della sinergia motoristica è di 224 Cv, più che sufficienti per rendere la vettura, quando serve, molto sportiva, con un’accelerazione bruciante (solo 6,8” per il classico 0-100).
L’autonomia col solo motore elettrico è dichiarata in 42 km: non troppo lontana dal vero. Durante la prova, abbiamo percorso in elettrico circa 30 km ed il display indicava ancora 23% di carica disponibile. Le batterie si ricaricano rapidamente: con la classica Wallbox (che dovete pagarvi voi) da 3,65 kW in 2.30h, con una presa domestica in 3.15h. Mini opera in sinergia con l’azienda svizzera Repower che in Italia ha realizzato una catena di 150 stazioni (ciascuna per due vetture) di ricarica in strutture di eccellenza del nostro Paese, tra alberghi, ristoranti e musei.
Attivando con un semplice tasto la modalità “Save”, le batterie si ricaricano anche in frenata, in discesa e grazie al generatore del motorino di avviamento. Lo stesso tasto consente di scegliere la modalità Auto eDrive (consigliabile) in cui il sistema gestisce tutto da solo e vi fa marciare in elettrico sino a 80 km/h e attiva il motore endotermico se la carica è inferiore al 7%. Oppure la modalità Max eDrive, che vi fa viaggiare in elettrico sino a 125 km/h: oltre subentra il motore termico, che può farvi arrivare a sfiorare i 200 km/h (198). Tutte le indicazione elettriche le trovate nello strumento circolare che prende il posto del contagiri. Bello anche il display centrale di 8.8” per infotainment, navigazione e gestione del sistema elettrico.
I due motori realizzano di fatto anche una trazione 4×4 permanente ed “intelligente”, gestita in automatico dalla centralina elettronica del Dynamic Stability Control, per la massima sicurezza e sportività.
La sofisticazione elettronica fa sì che, grazie all’Energy Management System, si possa far lavorare il sistema propulsivo in sinergia con le caratteristiche del percorso scelto sul navigatore.
Muoversi scattando ed in silenzio nel traffico milanese è un vero piacere: con un filo di gas si schizza via dai semafori, lasciando sul posto anche le supercar. In questo dà una mano l’eccellente cambio automatico Steptronic, qui in versione da sei rapporti. Anche sulla superstrada verso il lago di Como si va via che è un piacere: poi cominciamo ad inerpicarci sui monti sopra il lago di Como.
Strade strette, in forte pendenza, rese viscide ed insidiose da pioggia, fanghiglia tracimata dai boschi e rami un po’ dappertutto. Nessun problema e nessuna limitazione: anche la ibrida è agile come ogni Mini e la trazione integrale ti tiene sui binari. Quando arriviamo in vetta (a 1250 m di quota) la batteria è ridotta a circa il 20%: inseriamo la funzione Save ed imbocchiamo la lunga discesa.
In pochi km il livello torna al 90%: rimettiamo la funzione Auto eDrive e percorriamo altri 17 km arrivando a destinazione con ancora il 70% di carica. Il ritorno in autostrada dà un’altra dimostrazione del potere sinergico dei due propulsori: piede leggero sul gas e si viaggia quasi a velocità codice nel silenzio. Il piacere di guida, come detto, è quello sportiveggiante di Mini e non paiono influire più di tanto i 140 kg in più rispetto alla Countryman “normale”.
Il listino, considerata qualità e contenuti, non è lieve: si parte da 38.050 euro, che diventano 40.650 per l’allestimento Jungle e 41.300 per l’allestimento Hype. Occhio agli accessori: arrivare dalle parti dei 45mila non è difficile.
Perché comprarla: perché è una Mini e marchio e qualità non si discutono; perché avete un’anima sportiva, ma inguaribilmente ecologica e quando andate al lavoro volete viaggiare in silenzio e senza inquinare; perché volete evitare le limitazioni al traffico.
Perché non comprarla: al netto di quanto detto sopra, perché costa un botto e perché ci sono concorrenti che costano anche oltre diecimila euro di meno (come la Kia Niro Plug In, in arrivo tra poco); va beh, hanno meno cavalli e sono meno sportive, ma vanno benissimo lo stesso (e difficilmente ve le ruberanno…). Invece, clicca qui per scoprire la nuova Mini Cooper 2024!