Renault Sixth Sense

Negli ultimi anni, è innegabile, la questione ecologica non solo è salita ai primi posti nell’agenda degli impegni delle persone, ma è diventata una vera e propria regola di vita. Non sprecare, differenziare, riciclare, ma soprattutto acquistare con un forte senso critico, ossia premiando chi fa dell’ecologia una regola e ignorando o boicottando chi ancora fa soldi alle spalle del nostro pianeta. Certo, il pensiero l’abbiamo fatto e sentito più volte: se lo facessimo tutti quanti, a cominciare da chi ha maggiore potere, questo pianeta starebbe molto meglio. Probabilmente qualche alto dirigente della Renault, ormai decenni a dietro, dev’essere rimasto molto impressionato da questa considerazione, impegnando l’azienda francese in un processo di adeguamento alle istanze di rispetto dell’ambiente, che oggi la rendono degna di nota proprio per il grande impegno in tal senso.

Quando si pensa all’inquinamento, infatti, la prima immagine che viene alla mente è quella delle nostre città intasate all’ora di punta, con un esercito di tubi di scappamento che buttano incessantemente gas di scarico nell’aria che respiriamo, motivo per cui, almeno al livello d’immagine, grande è l’impegno delle case automobilistiche a mostrare dati di emissioni sempre più bassi. Ma può bastare questo a risolvere la situazione? Quanto meno a dare un significativo contributo a questa impari lotta?
La risposta di Renault è no.
Grazie all’esperienza maturata in Formula 1 ed adattata ai veicoli commercializzabili, sono nati i motori Energy che garantiscono alla casa francese i risultati più bassi in termini di emissioni di CO2, con abbattimenti fino al 25% di emissioni.

Ma il grande merito di Renault non è solo quello di aver investito nella ricerca al fine di produrre motori più “verdi”, ma soprattutto di non essersi accontentata e di aver esteso questo impegno, a tutto tondo, nella propria attività. Lo stesso processo di produzione delle auto, infatti, segue rigide regole che garantiscono un minor impatto ambientale, partendo dalla progettazione, fino ad arrivare al riciclo delle materie.

Per quanto concerne la progettazione, abbiamo detto già dei motori Energy, a cui aggiungiamo l’ampia possibilità di scegliere motorizzazioni GPL e la nuova, vincente, sfida nel mondo dell’elettrico, dove Renault propone, oltre alla geniale Twizy, anche la compatta Zoe, la familiare Fluence Z.E. ed il Kangoo Z.E. per portare i vantaggi dell’elettrico anche nel mondo dei veicoli commerciali, attestando così Renault come il produttore con la più ampia gamma di veicoli elettrici sul mercato.

Anche la produzione, però, è un processo altamente inquinante: si pensi a quanta energia consumi un impianto di produzione di auto e, di conseguenza, a quale sia l’impatto ambientale di questi giganteschi siti industriali.
Anche in questo caso si sono posti il problema in Renault, andando a rivoluzionare i propri impianti. Il caso limite è quello dell’impianto di Tangeri, prima fabbrica a zero emissioni che da sola fa risparmiare fino a 135.000 tonnellate di CO2 l’anno. Significativi sono gli interventi anche negli altri centri di produzione, dove, grazie all’adozione di impianti fotovoltaici (40 ettari totali) si arrivano a togliere dall’aria altre 2.200 tonnellate di CO2 l’anno. Inoltre, i cugini della Renault, si sono imposti l’utilizzo di materie riciclate per la produzione di nuove auto, in modo che di tali materiali sia composto il 20% di un’auto. Per quanto riguarda i veicoli elettrici, Renault ha deciso di rimanere proprietaria delle batterie delle proprie auto vendute, così da essere responsabile dello smaltimento e dell’adeguato trattamento di uno degli oggetti più inquinanti che si trovino su un veicolo.

Uno sforzo vasto e ben articolato, dove appare evidente il reale impegno nel voler aprire una via concreta ad un nuovo modo di intendere la mobilità: garantendo da una parte la massima autonomia ed efficienza dei veicoli prodotti, mantenendo l’appeal e la solidità che garantisce il marchio della losanga, e educando gli utenti della strada, dall’altra parte, ad un uso più corretto dei veicoli. Per questa istanza si è pensato alla creazione di Renault Driving Eco2: due importanti dispositivi a supporto di una guida più consapevole ed ecologica. Il primo è R-Link, un tablet touch screen multimediale che aiuta il guidatore ad avere sempre sott’occhio i dati relativi alle emissioni prodotte ed anche ai consumi. Non si dimentichi poi la modalità Eco che, una volta premuto l’apposito bottone, riduce fino al 10% il consumo del carburante o della carica elettricità dell’auto.

Ora, analizzato quale sia stato il processo di sviluppo in senso ecologico da parte della Renault, varrebbe la pena chiedersi quali siano i vantaggi. Certo, è ovvio, come abbiamo già detto, che la prima a godere di tali scelte sia la natura, ma non è certo l’unica che ci guadagni qualcosa. Il dato veramente significativo di questo percorso della Renault ed il motivo per cui forse converrebbe adottare questa mentalità anche nel piccolo delle mura domestiche è assolutamente evidente.

Si è spesso detto, in passato, o meglio, hanno spesso detto i grandi industriali  (vedi ad esempio il caso dell’ILVA di Taranto) che adeguare le strutture esistenti a criteri anti-inquinamento, sia un onere troppo gravoso che rischierebbe di compromettere la salute economica di un impianto, mentre Renault, non solo ha dissentito da quest’analisi, ma l’ha addirittura confutata nei fatti. Sì, perché in Renault sono anche attenti alla salute del pianeta che occupiamo ed hanno una visione globale a lunga scadenza, ma non sono certo dei filantropi, avulsi dalle rigide regole di mercato, anzi, in un settore competitivo come quello dell’automotive, ogni singola scelta deve prima superare attenti test di controllo per verificare che dal punto di vista di bilancio non ci siano perdite. Ebbene, se un’azienda come Renault può vantare di essere economicamente in salute, anzi addirittura in crescita, è anche grazie a queste scelte che, magari implicano un investimento iniziale importante, ma che, alla lunga, portano benefici anche in termini economici, consentendo risparmi ingenti non solo in termini di CO2, ma proprio quando si fanno i consuntivi di fine anno.

Il cambiamento del proprio stile di vita in un’ottica più “verde”, tanto per un comune cittadino quanto per una grande azienda, significa anche abbattere alcuni capitoli di spesa, vivendo non solo una vita più virtuosa, ma consentendo proprio un risparmio economico che, soprattutto in questo specifico periodo storico, significa l’innalzamento della propria qualità di vita. Varrebbe la pena quindi di sperimentare sulla propria pelle, come ha fatto Renault in primis sulla propria, quali siano gli effetti di una condotta di vita più rispettosa dell’altro (natura o umani che sia), magari provando un’auto elettrica, per riscoprire e riappropriarsi di una vita maggiormente basta sui propri sensi: riscoprire il piacere del silenzio quando si guida, percepire sapori ed odori più vivi, se non addirittura dimenticati e trovarsi, in breve, coinvolti nel processo di rinascita del nostro caro, vecchio, maltrattato pianeta.

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