Trump rilancia la guerra commerciale: dazi al 25% su auto e chip

La politica commerciale di Donald Trump torna a scuotere i mercati internazionali. Dopo le precedenti misure su acciaio e alluminio, il presidente ha annunciato dazi del 25% su automobili, farmaci e semiconduttori, con possibili aumenti progressivi. La decisione, che potrebbe entrare in vigore già ad aprile, ha messo in allarme le case automobilistiche europee e giapponesi, che esportano massicciamente negli Stati Uniti.

Dazi auto: un colpo ai marchi europei e giapponesi

Trump ha spiegato che i dettagli delle nuove tariffe saranno ufficializzati il 2 aprile, senza chiarire se entreranno immediatamente in vigore. Il suo obiettivo è incentivare le aziende a spostare la produzione negli USA, evitando così le imposte. Il timore maggiore riguarda l’impatto diretto sui prezzi dei veicoli, che potrebbero aumentare significativamente per i consumatori americani. Hildegard Mueller, presidente dell’associazione tedesca dell’auto, ha definito la misura “una provocazione”, sottolineando i rischi per l’economia globale.

Farmaci e semiconduttori nel mirino

Oltre al settore automobilistico, Trump punta anche su altri due settori strategici: farmaceutica e chip. Le tariffe del 25% potrebbero salire ulteriormente nel corso del primo anno, colpendo direttamente i costi di produzione e distribuzione di componenti essenziali per diverse industrie. Il rischio di una nuova guerra commerciale con impatti globali è concreto, secondo gli esperti.

Potenziamento dell’autorità presidenziale e il ruolo di Musk

Il presidente ha firmato un ordine esecutivo per rafforzare il controllo della Casa Bianca sulle agenzie federali indipendenti, come la Federal Trade Commission e la SEC. Questo provvedimento, che amplia i poteri presidenziali, potrebbe portare a scontri legali significativi.

Parallelamente, Trump ha affidato a Elon Musk il compito di guidare il Dipartimento per l’Efficienza del Governo, con l’obiettivo di eliminare sprechi e ridurre i costi pubblici. Finora, Musk ha dichiarato di aver individuato 55 miliardi di dollari di risparmi, sebbene alcune cifre siano state riviste al ribasso.

Il nodo Boeing e l’Air Force One

Trump sta anche valutando misure drastiche nei confronti di Boeing, accusata di ritardi nelle consegne dei nuovi aerei presidenziali. Secondo il New York Times, avrebbe persino chiesto a Musk di considerare alternative, tra cui l’acquisto di un jet di lusso da modificare per le esigenze della Casa Bianca. L’ex presidente vede ormai Boeing come una “causa persa”, aumentando la pressione sull’azienda.

Un futuro incerto per i mercati globali

Le nuove mosse di Trump riaccendono le tensioni commerciali tra Stati Uniti e principali partner economici, con il rischio di reazioni e contromisure da parte di Europa e Asia. L’annuncio dei dazi al 25% potrebbe avere ripercussioni significative sui prezzi, sulla produzione industriale e sulle relazioni diplomatiche, alimentando l’incertezza in un contesto già fragile.

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