Sono ormai milioni gli automobilisti che hanno scelto un’automobile a doppia alimentazione “benzina-GPL” o “benzina-metano”. I benefici di sfruttare la doppia alimentazione sono ormai sotto gli occhi di tutti e vanno cercati in primis nel concetto di risparmio. Il prezzo al distributore del GPL viaggia infatti attorno ai 50 centesimi per Kg/litro e il vantaggio è percepibile praticamente a occhio nudo con la benzina quasi a sfiorare “l’Euro e mezzo”.
Ma ci sono voluti anni per vedere “rispettato” il GPL – al pari della benzina o del gasolio. I detrattori di questo tipo di alimentazione hanno infatti avuto vita facile all’inizio della diffusione del GPL – quando gli impianti non erano troppo sicuri e il gas non era visto in generale di buon occhio. Ma oggi i tempi sono cambiati, la tecnologia ha fatto discreti passi in avanti e il GPL è ufficialmente un carburante sicuro. Ecco i miti da sfatare.
Falso. Il GPL trova spazio in un serbatoio posizionato al posto della ruota di scorta – quel che si perde è quindi la possibilità di rimediare ad una foratura – ma c’è da dire che tutti i modelli in commercio ormai sono dotati di kit di riparazione.
Falso anche questo. Da almeno 16 anni a questa parte tutti gli impianti a GPL sono dotati di misure di sicurezza che consentono di parcheggiare serenamente almeno fino al primo piano interrato delle autorimesse.
Bugia. Tutti i serbatoi di ultima generazione sono assemblati con materiali molto solidi e al pari delle autovetture vengono sottoposti a veri e propri “crash test” per provarne la resistenza. Ma non solo. I serbatoi di GPL vengono riempiti all’80% della capacità abbattendo così il rischio di compressione.
L’ultima bugia. La tecnologia ha fatto passi da gigante e le auto alimentate a GPL sfruttano sistemi di iniezione con un iniettore per cilindro. In questo modo il GPL arriva molto vicino alle valvole di aspirazione e garantisce pressoché le stesse prestazioni degli altri tipi di carburante.