In un settore dominato da SUV e crossover sempre più imponenti e costosi, la presentazione della nuova Volkswagen ID. Every1 suona come una ventata d’aria fresca. La nuova concept car è un manifesto dell’intenzione di Volkswagen di rendere la mobilità elettrica finalmente accessibile alle masse.
Con un prezzo target di circa 20.000 euro e l’arrivo sul mercato previsto per il 2027, la ID. Every1 si candida a diventare la prima vera elettrica “popolare” di un costruttore tradizionale europeo.
Il contesto in cui nasce è molto importante. Il segmento delle city car, un tempo florido in Europa, ha visto negli ultimi anni una progressiva contrazione dell’offerta. Le normative sempre più stringenti sulle emissioni hanno reso economicamente insostenibili per molti costruttori i modelli entry-level a combustione, senza che vi fossero valide alternative elettriche a prezzi accessibili.
Si è così creato un vuoto nell’offerta, con pochi modelli rimasti a presidiare la fascia dei 15-20.000 euro – fascia che storicamente ha rappresentato la porta d’accesso alla mobilità per molti europei. La ID. Every1 arriva in un momento in cui il mercato delle elettriche economiche inizia a prendere forma, con l’annuncio della nuova Renault Twingo elettrica e l’ingresso di costruttori cinesi con proposte aggressive.
Ma la sfida di VW appare particolarmente ambiziosa: non si tratta solo di creare un’auto elettrica economica, ma di ridefinire completamente il concetto di veicolo entry-level nell’era della mobilità sostenibile.
Se la versione di produzione manterrà le promesse, potremmo trovarci di fronte a un punto di svolta per la democratizzazione della mobilità elettrica nel Vecchio Continente – un passaggio fondamentale per un’adozione di massa che finora è stata limitata dalla barriera del prezzo.
Nato come “l’auto del popolo” (Volkswagen significa letteralmente questo), il Maggiolino ha incarnato per decenni l’ideale di un veicolo semplice, affidabile ed economicamente accessibile. Quel DNA sembra oggi riemergere con forza nella filosofia della ID. Every1, dopo anni in cui il marchio si era progressivamente allontanato dalla sua vocazione originaria.
Nelle parole di Thomas Schäfer, CEO di Volkswagen Passenger Cars, ritroviamo proprio questa connessione con le radici: “Sin dai tempi del Maggiolino, Volkswagen ha reso possibile la mobilità accessibile per milioni di persone con auto compatte e apprezzate“.
La ID. Every1 non è dunque una semplice operazione commerciale, ma un ritorno alla missione per cui l’azienda è stata fondata, adattata alle sfide del XXI secolo. Se il Maggiolino doveva motorizzare la Germania nel dopoguerra, la nuova compatta elettrica mira ad elettrificare l’Europa nell’era della transizione energetica.
Anche la scelta del nome è particolare: “Every1” (everyone, tutti) richiama immediatamente l’accessibilità universale, con un gioco di parole che la identifica al contempo come potenziale ID.1, il modello base della gamma elettrica Volkswagen.
Vale la pena notare come questa strategia si inserisca in una tradizione di modelli Volkswagen che hanno reso accessibile la mobilità a nuove generazioni: dalla prima Golf degli anni ’70 alla Polo, fino alla up!, che la ID. Every1 si appresta a sostituire.
La Volkswagen ID. Every1 incarna uno dei vantaggi più importanti dei veicoli elettrici nativi: l’ottimizzazione degli spazi. Con una lunghezza di 3,88 metri, si colloca strategicamente tra la precedente up! (3,60 metri) e l’attuale Polo (4,07 metri). Queste dimensioni esterne la rendono perfetta per l’ambiente urbano, facile da parcheggiare e maneggevole nel traffico cittadino, senza però sacrificare la praticità quotidiana.
Il vero colpo di genio è quanto Volkswagen è riuscita a ricavare all’interno di questa compatta carrozzeria. Nonostante sia quasi 20 cm più corta della Polo, la ID. Every1 offre uno spazio interno paragonabile al modello di categoria superiore.
Questo apparente miracolo è stato reso possibile dalla nuova piattaforma MEB con trazione anteriore, appositamente riprogettata per veicoli elettrici compatti. L’assenza del tradizionale motore a combustione e della trasmissione ha permesso ai progettisti di liberare spazio prezioso mentre il passo relativamente lungo e il pavimento piatto massimizzano l’abitabilità.
Il bagagliaio, con i suoi 305 litri di capacità, è particolarmente impressionante per un veicolo di queste dimensioni. Per mettere in prospettiva, supera i 250 litri della up! e si avvicina ai 351 litri della Polo, nonostante le dimensioni esterne nettamente inferiori. Un risultato ancora più notevole considerando la presenza delle batterie, che in molte elettriche tendono a compromettere lo spazio di carico.
All’interno dell’abitacolo, l’approccio innovativo continua con soluzioni pratiche che massimizzano la versatilità. La console centrale, elemento distintivo, può scorrere su appositi binari per essere utilizzata sia dai passeggeri anteriori che da quelli posteriori, trasformandosi in un centro multiuso per l’intero equipaggio.
I materiali interni, prevalentemente realizzati con plastiche riciclate, combinano sostenibilità e calore visivo, creando un ambiente accogliente nonostante le dimensioni contenute. I sedili in stile lounge contribuiscono alla sensazione di spazio e comfort, dimostrando che un’auto compatta non deve necessariamente risultare spartana o claustrofobica.
La ID. Every1 sfida così uno dei pregiudizi più comuni contro le auto piccole: l’idea che siano inevitabilmente sacrificate in termini di spazio e praticità. Al contrario, dimostra come una progettazione intelligente, unita ai vantaggi intrinseci della propulsione elettrica, possa creare un veicolo compatto all’esterno ma sorprendentemente spazioso e versatile all’interno.
Il nuovo concept Volkswagen porta al debutto un’importante evoluzione tecnica per il costruttore tedesco: la nuova versione della piattaforma MEB con trazione anteriore. Fino ad ora, le elettriche Volkswagen basate su MEB (come ID.3, ID.4 e ID.5) utilizzavano tutte la trazione posteriore nella configurazione a singolo motore, con un’architettura che privilegiava prestazioni e comportamento dinamico.
La scelta di passare alla trazione anteriore per la ID. Every1 risponde invece a logiche di efficienza, semplicità costruttiva e riduzione dei costi – requisiti fondamentali per un veicolo che punta al prezzo di 20.000 euro.
Il motore elettrico della concept car sviluppa 70 kW (95 CV), una potenza che può sembrare modesta rispetto alle elettriche più costose, ma che risulta in linea con le city car tradizionali a combustione.
La velocità massima è limitata elettronicamente a 130 km/h, una scelta che probabilmente ha permesso ai progettisti di ottimizzare l’efficienza del powertrain evitando di dimensionarlo per prestazioni raramente sfruttate nell’uso quotidiano. L’autonomia dichiarata di almeno 250 km, pur non impressionante sulla carta, merita una lettura più attenta.
Per valutare la reale adeguatezza di questa autonomia, dobbiamo considerare il target di utilizzo del veicolo. I dati sulle percorrenze medie in Europa mostrano che la maggior parte degli automobilisti urbani copre meno di 50 km al giorno.
Con 250 km di autonomia, la ID. Every1 potrebbe quindi garantire una settimana di spostamenti cittadini senza necessità di ricarica. Anche considerando i tragitti extraurbani occasionali, l’autonomia dichiarata dovrebbe risultare sufficiente per la maggior parte degli scenari d’uso, soprattutto come seconda auto familiare o veicolo principale per pendolari urbani.
La futura Renault Twingo elettrica, suo diretto concorrente atteso per il 2026, dovrebbe offrire specifiche simili. Attualmente, modelli come la Dacia Spring offrono autonomie comparabili (circa 220-230 km) ma con materiali e finiture percepiti come meno premium.
D’altra parte, i marchi cinesi che si affacciano sul mercato europeo stanno introducendo veicoli con autonomie maggiori nella stessa fascia di prezzo, ma con interrogativi ancora aperti su affidabilità, rete di assistenza e valore residuo.
La filosofia tecnica della ID. Every1 appare chiara: offrire l’essenziale senza compromettere l’esperienza quotidiana. Piuttosto che inseguire numeri impressionanti sulla carta (autonomia record, accelerazioni fulminee e potenze elevate), la casa automobilistica tedesca ha scelto di concentrarsi su ciò che realmente serve alla maggioranza degli utenti, ottimizzando ogni componente per contenere i costi.
Il design della VW ID. Every1 racconta molto della strategia Volkswagen per il futuro: guardare avanti senza dimenticare le proprie radici. Andreas Mindt, responsabile del design Volkswagen, ha espresso chiaramente l’obiettivo: “La nostra ambizione era creare qualcosa di audace ma accessibile. La ID. Every1 ha un aspetto sicuro di sé ma rimane amichevole“. Un equilibrio delicato, in effetti, che il team di design sembra aver centrato con precisione.
Al primo sguardo, la silhouette dell’EV evoca immediatamente la up!, con il lunotto nero integrato nel portellone posteriore che crea una firma visiva riconoscibile. Allo stesso tempo, la linea assolutamente orizzontale dei finestrini richiama un elemento di design iconico della prima Golf disegnata da Giorgetto Giugiaro.
Le innovazioni estetiche non mancano. Le maniglie integrate nelle portiere, una prima assoluta per Volkswagen, conferiscono pulizia alle fiancate e migliorano l’aerodinamica. I gruppi ottici, sia anteriori che posteriori, sono caratterizzati da sequenze luminose animate che “salutano” il conducente all’arrivo e alla partenza, aggiungendo un tocco di personalità.
Particolarmente distintivo il frontale, con quella che alcuni hanno definito una “maschera da Lone Ranger” illuminata che abbraccia i fari, creando un’espressione amichevole ma decisa.
La filosofia di design “simpatico ma robusto” è evidente nelle proporzioni del veicolo. Nonostante le dimensioni compatte, la ID. Every1 appare piantata saldamente a terra, con passaruota pronunciati che ospitano cerchi da 19” (sul prototipo) e danno al veicolo un aspetto muscoloso. Il tetto presenta un’interessante depressione centrale che crea un profilo distintivo visto da dietro, senza compromettere lo spazio per la testa dei passeggeri. È un dettaglio che sacrifica parte dell’altezza interna dell’abitacolo in nome dell’estetica.
L’aspetto emotivo non è un elemento secondario nelle city car, anzi. In un segmento dove la razionalità economica gioca un ruolo primario nella decisione d’acquisto, l’appeal estetico può fare la differenza.
Volkswagen sembra aver compreso la lezione della Fiat 500 o della Mini: anche un’auto piccola ed economica può suscitare desiderio e attaccamento emotivo. La ID. Every1, con il suo design caratterizzato da linee pulite ma non banali e dettagli gioiosi come i “sorrisi” luminosi, punta chiaramente a conquistare il cuore oltre che la mente dei potenziali acquirenti.
La vera rivoluzione della ID. Every1 potrebbe non risiedere tanto nelle sue specifiche tecniche o nel design, quanto in ciò che non si vede: il software. La versione di serie del modello sarà infatti la prima nel Gruppo Volkswagen a utilizzare una nuova architettura software, sviluppata appositamente per consentire un’evoluzione continua del veicolo durante il suo intero ciclo di vita.
Tradizionalmente, un’auto raggiunge il picco delle sue capacità nel momento in cui esce dalla fabbrica, per poi iniziare un inevitabile processo di obsolescenza. Con la nuova piattaforma software della ID. Every1, il brand tedesco punta invece a creare un prodotto che migliora con il tempo, capace di acquisire nuove funzionalità e perfezionare quelle esistenti attraverso aggiornamenti via OTA, proprio come avviene con gli smartphone.
L’implicazione più diretta di questa strategia è la possibilità di attivare funzionalità aggiuntive anche molto tempo dopo l’acquisto. Un cliente potrebbe, ad esempio, acquistare la versione base dell’auto e successivamente, quando il budget lo permette, aggiungere pacchetti di funzionalità premium come sistemi di assistenza alla guida più avanzati, modalità di guida specializzate o integrazioni con servizi digitali esterni.
Le ripercussioni sul valore residuo del veicolo potrebbero essere importanti. Uno dei maggiori problemi delle auto elettriche di prima generazione è stata la rapida svalutazione, dovuta in parte all’evoluzione tecnologica che rendeva rapidamente obsoleti i modelli più vecchi.
Con un’architettura aggiornabile, la ID. Every1 potrebbe mantenere un valore più stabile nel tempo, poiché anche gli esemplari di alcuni anni potrebbero beneficiare delle stesse funzionalità software dei modelli più recenti.
Anche la longevità complessiva del prodotto ne trarrebbe vantaggio, con la possibilità di correggere bug, migliorare l’efficienza energetica o adattarsi a nuovi standard normativi senza necessità di sostituire l’hardware.
Questa nuova impostazione apre la porta a modelli di business innovativi nel settore automobilistico. Si potrebbe immaginare un futuro in cui alcune funzionalità sono disponibili in abbonamento mensile, da attivare solo quando servono (come il riscaldamento del sedile nei mesi invernali). O ancora, modelli di pricing dinamico basati sull’effettivo utilizzo di determinate funzioni.
La stessa Volkswagen ha suggerito la possibilità di attivare potenza aggiuntiva del motore o autonomia estesa in particolari occasioni, pagando solo per il periodo di effettivo utilizzo.
Naturalmente, questa evoluzione solleva anche interrogativi. I consumatori potrebbero sentirsi frustrati dalla percezione di dover pagare per funzionalità che fisicamente sono già presenti nell’auto ma bloccate da paywall software.
La dipendenza crescente dal software potrebbe inoltre introdurre nuove vulnerabilità in termini di sicurezza informatica. Sarà fondamentale per Volkswagen trovare il giusto equilibrio tra opportunità commerciali e rispetto del cliente.
Definita come un’auto “dall’Europa per l’Europa”, la ID. Every1 sarà prodotta localmente, probabilmente negli stabilimenti Seat in Spagna. Tale scelta va controcorrente rispetto alla tendenza di molti costruttori di delocalizzare la produzione di veicoli economici in paesi a basso costo del lavoro.
Volkswagen sembra puntare sul Made in Europe come valore aggiunto, particolarmente rilevante in un periodo di crescenti tensioni commerciali internazionali e preoccupazioni per la dipendenza da fornitori extra-europei.
Mantenere il prezzo obiettivo di 20.000 euro producendo in Europa rappresenta però una sfida industriale ed economica formidabile. Il costo delle batterie, pur in calo, rimane alto, così come quello della manodopera europea.
Il costruttore di Wolfsburg dovrà ottimizzare ogni aspetto della catena del valore, dalla progettazione alla logistica, passando per l’automazione della produzione. Non è escluso che saranno necessari compromessi su equipaggiamenti o materiali per raggiungere il target di prezzo.
Va considerato inoltre il contesto economico globale in rapida evoluzione. L’inflazione, le tensioni geopolitiche, i dazi commerciali e le fluttuazioni nei costi dell’energia potrebbero tutti influenzare significativamente il prezzo finale del veicolo nei prossimi due anni.