Pensata per chi non avrebbe potuto permettersi nessun’altra automobile, la piccola 2CV doveva costare poco ed essere estremamente leggera, vista la piccola cilindrata del suo motore che nella versione iniziale non disponeva che di 9 cavalli di potenza.
I progettisti elaborarono una serie di soluzioni mai viste prima, per soddisfare i due requisiti previsti da capitolato.
E fu così che dal prototipo della 2CV vennero eliminati diversi elementi: via l’avviamento elettrico, visto che c’era già la manovella o al limite un cavetto a strappo, come nei fuoribordo o nelle motoseghe. Via i fari anteriori: ne bastava uno, non dovevano essere due. Via l’acciaio da telaio e carrozzeria: si poteva rimpiazzare con magnesio e alluminio, più leggeri e (prima della seconda guerra mondiale) anche più economici.
Poi via l’armatura dei sedili: due amache sospese a traverse orizzontali potevano andare benissimo!
Poi arrivò la guerra, tutti (o quasi) i prototipi vennero distrutti ed il mondo cambiò profondamente. Quando sei anni più tardi, al termine del conflitto, furono tirate le fila del progetto TPV (Toute Petite Voiture, nome in codice della futura 2CV) i tecnici si accorsero che molte idee del progetto iniziale non erano più adeguate. Per prima cosa, l’alluminio a fine guerra, da questo lato dell’Atlantico, costava una fortuna ed il suo uso andava riservato a ciò che non poteva essere costruito con altro materiale. Poi furono eliminate alcune eccentricità, come il singolo faro anteriore e la mica al posto dei vetri. Anche l’avviamento elettrico tornò ad equipaggiare la 2CV, così come l’armatura dei sedili in tubolare d’acciaio.
I sedili della 2CV entrarono in produzione con un normale telaio in tubolare d’acciaio, ma privi di imbottitura: era rimasto il concetto dell’amaca, realizzata ancorando una striscia verticale di tessuto ai lati dell’armatura del sedile tramite… elastici in gomma!
L’idea (già vista in opere dello stilista e architetto Jean Prouvé, autore -tra l’altro- del celebre Garage Citroën di Lione) era semplice e geniale, quindi in linea con la 2CV stessa: la morbidezza combinata di sedili e sospensioni era la garanzia di non rompere nessuna delle uova contenute nel proverbiale paniere che la vettura avrebbe dovuto trasportare attraverso un campo arato!
Inoltre dei sedili così concepiti si prestavano benissimo per essere utilizzati anche al di fuori dalla vettura, così nella gita domenicale per il picnic ed il successivo relax era sufficiente togliere la panchetta posteriore e quella anteriore (o i due sedili anteriori separati, secondo le opzioni) e adagiarli sul prato attorno al classico plaid scozzese.