Che la corretta efficienza dei mezzi pesanti dia un contributo fondamentale al tema riguardante la sicurezza stradale non è di certo un segreto. Tutti i veicoli pesanti, proprio per la stazza maggiorata che portano in dote, sono infatti decisamente più pericolosi degli altri mezzi nel caso qualcosa vada storto o non funzioni nel modo giusto. Primo atto per certificare quindi la corretta funzionalità di tutti i mezzi pesanti del parco circolante resta quindi la classica revisione periodica – fresca di modifiche strutturali scritte dal legislatore all’inizio di quest’anno.
Da febbraio del 2017 sono infatti cambiate le regole della revisione dei veicoli pesanti superiori alle 3,5 tonnellate di peso. Ma cosa stabilisce la nuova circolare firmata dal direttore generale per la Motorizzazione del Ministero dei Trasporti? Vediamo le “new entry” più interessanti.
La novità più sostanziosa riguarda il fatto che durante la revisione debbano essere svolti controlli strumentali e visivi in tre step: impliciti al controllo strumentale, espliciti extra controllo strumentale e con mano d’opera in officina.
Proprio questi ultimi – in officina – però non vengono più svolti dal personale che si occupa della revisione, ma devono essere effettuati dai meccanici che normalmente si occupano della manutenzione del veicolo pesante. In pratica tutti gli autotrasportatori – a proprie spese – devono provvedere ad una verifica preliminare prima di passare in sede di revisione.
Crescono, rispetto al passato, anche le tempistiche da dedicare alla revisione dei mezzi pesanti che sono così stabiliti. Si parte dalla “mezz’ora” per i veicoli industriali con ADR e autobus – si passa ai 20 per gli industriali senza ADR per arrivare al “quarto d’ora” da dedicare a rimorchi e semirimorchi senza ADR.
I risultati dell’esito della revisione vengono poi segnati su un nuovo modello TT2100 da compilarsi sia sulla pagina anteriore che su quella posteriore.