La zona che ruota attorno all’area nord di Milano è storicamente tra le più trafficate dell’Italia settentrionale: rendere più veloci i collegamenti autostradali per evitare rallentamenti e ingorghi è quindi l’obiettivo primario per la Regione Lombardia, che fin dai primi anni 2000 si è attivata per creare un’infrastruttura capace di collegare anche le provincie di Varese, di Como, di Bergamo e i due aeroporti di Milano-Malpensa e di Bergamo-Orio al Serio.
Il suo nome è Autostrada Pedemontana Lombarda (A36) e si tratta di un sistema di viabilità a pedaggio free-flow molto complesso e articolato, che quando sarà terminato avrà uno sviluppo complessivo di 157 km dei quali 67 di autostrada, 20 di tangenziali e i restanti 70 riservati alla viabilità locale. Rispetto alle tratte circostanti, la Pedemontana Lombarda attraverserà il territorio in maniera eco-sostenibile per minimizzare il suo impatto con l’ambiente: i tre quarti dei percorsi autostradali e delle tangenziali, infatti, scorreranno sotto il livello della campagna, nonchè in galleria naturale (nelle zone di Varese e Como) e in quella artificiale con soletta in cemento armato ricoperta da terreno vegetale.
Il progetto definitivo prevede fondamentalmente tre infrastrutture principali:
Attualmente l’Autostrada Pedemontana Lombarda è percorribile per soli 22 km e parte dall’interconnessione con l’A8 presso Cassano Magnago fino a Lentate sul Seveso, dove si connette alla Superstrada Milano-Meda SP35. Gli svincoli e i caselli a cui vi si può accedere sono i seguenti: