La differenza tra cambio automatico e cambio sequenziale non è così sottile come in molti credono. Oggi non vogliamo soffermarci sugli aspetti tecnici, ma spiegare in modo semplice le reali differenze tra i due tipi di trasmissione. Quel che è certo è che in entrambi i casi avremo la possibilità di cambiare o scalare le marce senza la dover utilizzare un terzo pedale della frizione – che su questo tipo di auto non è ovviamente presente. C’è però da dire che sulle vetture di recente costruzione il cambio automatico robotizzato è quasi sempre accompagnato dalla funzione sequenziale.
Dalla posizione P di parcheggio (ma qualche brand ha scelto la N di Neutro) si avvia il motore e tenendo premuto il pedale del freno si sposta la leva in direzione della D di Drive. Da questo momento in poi possiamo dimenticarci del pomello del cambio automatico e limitarci ad accelerare o frenare per muoverci con la nostra auto. Il miglior rapporto di marcia non è infatti scelto da chi siede al volante, ma direttamente dall’elettronica.
Spostando la leva del cambio in modalità sequenziale – o sfruttando le levette posizionate spesso alle spalle dello sterzo – è possibile invece intervenire sulle cambiate in maniera più diretta. E’ infatti il guidatore a scegliere con quale marcia viaggiare, ma potrà farlo sempre muovendosi in modalità sequenziale appunto. Questo significa che viaggiando in 3a marcia con la trasmissione sequenziale è possibile solo cambiare in 4a o scalare verso la 2a. Lo schemasegue quindi la modalità in “sequenza” appunto – da cui prende il nome – e quindi da 1 a 6 (o più, dipende dal tipo di cambio) e da 6 a 1.