La normativa europea sugli standard d’inquinamento dei veicoli a motore presto incontrerà la nuova omologazione del futuro: si chiamerà, come potete immaginare, Euro 7, sarà la diretta discendente dell’attuale Euro 6d-Final e dovrà essere formulata dalla Commissione Europea anche in base ai pareri dell’ACEA, l’associazione dei 16 più importanti marchi automobilistici presenti nell’Unione Europea. Il suo arrivo è previsto per il 2026 e per il momento il suo stato di avanzamento è… in “work in progress”, considerati soprattutto i dubbi sollevati nelle ultime consultazioni dello scorso mese di novembre.
Il problema fondamentale rilevato dai rappresentanti dell’ACEA è relativo ai limiti eccessivamente bassi di emissioni massime che i veicoli del futuro dovranno rispettare, tra l’altro non solo appena usciti dai concessionari ma anche in tutto il loro periodo di operatività su strada. Come sottolineato dal portale Autonews Europe, il valore a cui stare attenti in questo caso è quello di 30 mg/km relativo agli ossidi di azoto (NOx), che anche se è ancora in fase di approvazione potrebbe portare alla totale scomparsa dei motori endotermici a combustione come li conosciamo oggi.
Un danno non solo per quelle vetture spinte esclusivamente da questi propulsori, ma anche da tutte quelle contraddistinte dalle tecnologie mild-hybrid e full-hybrid, che ancora si basano su questo tipo di banchi motore. Resterebbero quindi in commercio le ibride “alla spina” e le elettriche, che però definirebbero una gamma fin troppo scarna per accontentare tutti i gusti degli automobilisti europei – come recentemente riportato dalla ricerca condotta da Bosch su quale tipologia di auto si guiderà nel prossimo futuro.
In ogni caso, gli effetti della direzione intrapresa per il raggiungimento dell’Euro 7 si sentiranno già dall’inizio del prossimo anno, dal momento che tutte le nuove auto immatricolate dovranno rispettare il limite dei 60 mg/km di NOx nel caso delle motorizzazioni a benzina e di 80 mg/km per quelle con alimentazione a gasolio. Prima di arrivare al valore di 30 mg/km, tuttavia, dovrà essere preso in considerazione anche l’ammodernamento dei sistemi PEMS per il rilevamento e il controllo del valore di ossidi di azoto emessi nell’aria, dal momento che il loro margine di errore (34 mg/km) è veramente troppo vicino all’obiettivo prefissato per la nuova omologazione europea.
Cosa cambierà, quindi, con l’introduzione della normativa Euro 7? Le conseguenze potrebbero essere diverse, ma sicuramente non troppo piacevoli: “Se il limite dei 30 mg/km venisse approvato, non sarà più possibile poter vendere una Polo con un prezzo di partenza di 15.000 euro – ha affermato un portavoce del Gruppo Volkswagen – Produrre auto a benzina e diesel non sarebbe più redditizio e nemmeno sostenibile, a patto di non aumentare notevolmente il prezzo al cliente finale per poter avere un minimo margine di profitto“. Ma non è tutto: “Oltre a questo problema sarebbe anche impossibile poter produrre auto con cambio manuale. L’automatico, infatti, consente di aver accelerazioni più graduali e controllate, riducendo la produzione di CO2 ed NOx. Le prestazioni, di conseguenza, saranno le prime ad essere influenzate negativamente, mentre i costi di produzione e quelli finali lieviterebbero in modo significativo”. Da oggi al 2026 c’è ancora un po’ di tempo prima di verificare i reali effetti di questo cambiamento, quindi staremo a vedere…