A seconda del mezzo che si vuole portare, per circolare su strada esistono diverse patenti di guida: la AM vale per i ciclomotori 50cc, la A1 per i motocicli leggieri 125cc, la patente B per le automobili e così via. Ognuna di queste licenze, tuttavia, è destinata a persone in buono stato di salute che non presentano particolari patologie tali da compromettere la loro (e l’altrui) sicurezza una volta ai comandi del proprio veicolo. Per chi, invece, è affetto da disabilità esiste una patente di guida speciale, da conseguire in seguito a una visita medica di idoneità dedicata e a due esami – teorico e pratico: questa abilitazione consentirà a tali persone di viaggiare con veicoli adattati nei comandi di guida, anch’essi sottoposti ad omologazione per rimanere all’interno delle normative del Codice della Strada.
L’accesso alla patente speciale di guida, innanzitutto, è destinato a tutti coloro che hanno degli specifici fattori di disabilità individuati dall’articolo 119 comma 4 del CdS. Questi comprendono l’efficienza agli arti, le amputazioni, le minorazioni anatomiche o funzionali a carico degli arti o della colonna vertebrale, le anchilosi invalidanti, le malattie dell’apparato visivo, la diminuzione della vista, quella dell’udito e le anomalie della conformazione fisica e/o dello sviluppo somatico. Ognuno di questi richiede la prenotazione di un certificato attestante l’invalidità presso il proprio medico di fiducia e un documento d’identità rilasciato dalla ASL di competenza, tramite i quali poi si potrà effettuare una specifica visita di idoneità presso una commissione medica della propria zona.
Questa, dopo opportuni accertamenti, dovrà rilasciare l’esito positivo o negativo per l’idoneità all’utilizzo di mezzi speciali volti alla circolazione su strada: se la visita si conclude positivamente la commissione rilascerà un certificato medico valido per 90 giorni con l’indicazione del tipo di patente speciale da conseguire (per la moto, l’auto o altri veicoli) e le modifiche da attuare per adattare il mezzo alle condizioni del guidatore. Se l’esito è negativo o incerto, invece, quest’ultimo potrebbe essere chiamato a sostenere una prova pratica, tramite la quale verificare le sue capacità alla guida di tutti i giorni.
A questo punto la strada per il conseguimento della patente speciale di guida prosegue a grandi linee con l’iter tradizionale che tutti noi conosciamo per le altre licenze: con la documentazione a portata di mano il richiedente può andare a iscriversi in autoscuola o in motorizzazione civile, dove sarà chiamato a sostenere un esame teorico e, in seguito, uno pratico, grazie al quale si accerterà la sua abilità di guida così come la sua destrezza nel gestire gli equipaggiamenti speciali volti ad aiutarlo nella circolazione. Una volta superato quest’ultimo scoglio il gioco è praticamente fatto: l’esaminatore, infatti, consegnerà la patente di guida speciale, identificata con la sigla -S dopo quella iniziale (A, B, C o D) con tanto di indicazioni sugli adattamenti da apportare al veicolo per poterla effettivamente sfruttare su strada.