Nel 1891 R.W. Smith e Albert Eadie rilevano la Townsend Cycle Company di Redditch, UK. I due iniziano successivamente a fornire parti di macchine di precisione alla “Royal Enfield Small Arms Factory Enfield Lock”, Middlesex; l’azienda cambia nome in Enfield Manufacturing Company Limited e, successivamente – nel 1893 – in Royal Enfield, dove la dicitura “Royal” viene mutuata dal nome Royal Small Arms Company. Il rapporto con questa istituzione dell’epoca ne decreta il motto: “Made like a gun, goes like a bullet”, traducibile in “robusta come un’arma da fuoco, veloce come un proiettile”.
Il primo veicolo motorizzato è un quadriciclo spinto da un motore De Dion da 1,5 cv; nel 1900, proprio con un mezzo simile, Enfield fa il suo ingresso negli sport motoristici prendendo parte ad una 1000 Miglia Trail con lo scopo di convincere il popolo britannico in merito alla sostenibilità del trasporto motorizzato. E’ il 1901 quando viene prodotta la prima motocicletta progettata da R.W Smith e Frenchman Jules Gotiet: ha un motore Minerva di 170 cc ed 1,5 cv montato davanti allo sterzo e la trasmissione finale raggiunge la ruota posteriore tramite una lunga cinghia di cuoio. Nel 1911 la qualifica “Royal” viene concessa senza vincoli e già nel 1912 arriva il modello 180 dotato di sidecar e mosso da un bicilindrico di 750 cc. Nel 1914 la prima motocicletta 2T Royal Enfield entra in produzione ma, a causa dello scoppio della prima Grande Guerra, viene interrotta tutta la linea, eccezion fatta per il bicilindrico a V da 770 cc e 6 cv. L’azienda fornì motocicli ed armi di vario genere alle forze armate britanniche e si aggiudicò anche una commessa per l’Impero Russo. Gli anni venti furono spesi nel campo della ricerca e dell’innovazione: è del 1921 lo sviluppo di un nuovo bicilindrico di 976 cc ma risale al 1924 il motore destinato a fare la storia del marchio e cioè il monocilindrico da 350 cc. Nel 1928 Royal Enfield adotta i serbatoi sotto al sellino e converte le forcelle Druid fino ad allora utilizzate, a più moderni sistemi dotati di molle centrali. Gli anni trenta videro la scomparsa di entrambe i soci fondatori ma, a dispetto di ciò, la produzione continuò puntando su mono e bicilindrici che venivano commercializzai in Europa: l’offerta comprendeva 11 differenti modelli che andavano dalla Model A a 2T da 225 cc fino alla Model K con bicilindrico a V da 976 cc. Contestualmente vengono prodotti anche nuovi motori da 350 e 500 cc con valvole laterali e valvole in testa con sistema di lubrificazione a carter a secco.
Il 1932 segna la nascita della leggendaria “Bullet”, mostrata per la prima volta nel mese di novembre in occasione dell’Earls Court motorcycle Show di Londra: era disponibile nelle cilindrate 250, 350 e 500 cc con motori inclinati in avanti, cambio a pedaliera e pistoni ad elevata compressione. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale costrinse nuovamente la conversione della produzione da civile a militare: il modello rappresentativo del periodo è la “Airborne” o “Flying Flea – Pulce volante”, un veicolo da 125 cc studiato per essere inserito in un vano che gli consentiva di essere lanciata con i paracadutisti dietro alle linee nemiche. Nel 1948 il prototipo della nuova Bullet con motore da 350 cc e sospensione posteriore a braccio oscillante, viene mostrato in occasione del Colmore Cup Trial; due Bullet formano parte del team britannico vincente alla International Six Days Trial del ’48 svolto in Italia, ottenendo due ori.
Gli anni cinquanta rappresentano il massimo splendore dell’azienda inglese con la commercializzazione di modelli storici spinti dal motore 700 cc quali la Meteor, Super Meteor e l’indimenticabile Constellation Twin. Nel 1955 il governo indiano decise di adottare per le Forze di Polizia di Frontiera, la Bullet 350 che venne ordinata in ben 800 esemplari. Visto il successo, nel 1956 la Royal Enfield si associò con l’indiana Madras Motors per dare vita alla Enfield India che iniziò ad assemblare la Bullet 350 su licenza della casa inglese. Nel 1957 la linea di produzione di questo modello viene definitivamente trasferita in India e, dal 1962 a Chennai (ex Madras), si costruiscono interamente le Bullet: questa iniziativa si rivelò decisiva per le sorti future del marchio Royal Enfield. Dopo la produzione della Interceptor con motore da 750 cc nel 1962 per il mercato USA – complice la concorrenza dei colossi giapponesi – il declino si fece sentire e, nel 1967, lo storico stabilimento di Redditch chiuse i battenti lasciando in stato di attività il solo stabilimento sotterraneo di Bradford-on-Avon. La linea di produzione della Bullet in India rimase attiva ed effettuava produzione ed esportazione in UK ed in Europa. Nel 1989 viene prodotta la Bullet con motore 500 cc e 24 valvole disponibile nelle varianti Classic, Deluxe e Superstar.
Nel 1994 Enfield India viene acquistata dal gruppo Eicher che investe in modo massiccio aprendo – nel 2000 – una fabbrica nei pressi di nuova Delhi con il rilancio delle Bullet nelle motorizzazioni 350 e 500 cc. Gli investimenti mirano alla sostituzione di motori invariati per più di 50 anni con altri più moderni: il modello Bullet Machismo 350 fu il primo ad adottare il primo propulsore aggiornato e realizzato con l’austriaca AVL. Nel 2008 inizia la produzione del motore UCE (EFI in Europa) da 500 cc che adotta per la prima volta l’iniezione elettronica, consentendo a Royal Enfield di esportare i propri modelli in tutto il mondo grazie al rispetto dello standard Euro3. L’espansione del marchio ha portato all’acquisizione di svariate realtà satellite ed all’apertura di altri stabilimenti: nel 2015 apre anche la prima controllata responsabile della distribuzione negli USA con sede a Milwaukee, nel Wisconsin.
Nel 1931 viene prodotto il primo modello di Bullet, seguita nel 1948 dalla sua evoluzione con nuove sospensioni posteriori a braccio oscillante. Nel 1949 la Bullet 350 cc e la bicilindrica da 500 cc vengono lanciate in UK condividendo sospensioni, forcelle telescopiche e stessa scatola del cambio. Nel 1950 vengono commercializzate la Mateor, la Supermeteor e la Constellation Twin, definita da molti come la prima Superbike mai costruita. Nel 1964 viene lanciata la famosa Continental GT Cafè Racer, caratterizzata da un serbatoio specifico per le competizioni, manubri a staffe, sedile posteriore, un sellino a gobba, contagiri e scarico posteriore laterale. L’epoca più recente vede nel 2012 il lancio della Thunderbird 500 seguita, nel 2013, dalla “Continental GT”, riedizione in chiave moderna della storica Cafè Racer degli anni ’60. Questo modello rappresenta il primo progetto originale non legato alla storica linea della Bullet. Nel 2016 arriva la Himalayan con il nuovo motore LS410 e sospensioni collaudate su ogni terreno, promettendo agli acquirenti “il viaggio più bello di una vita”. Ad EICMA, nel 2017, Royal Enfield svela THE TWINS, che l’anno successivo diventerà il cuore dei due nuovi modelli Continental GT 650 e Interceptor 650. La gamma attuale prevede una linea prettamente incentrata al look instant-classic con forti richiami al passato abbinata ad una tecnologia moderna ma sempre caratterizzata da quel tocco “inglese” che non passa mai di moda.