Al Japan Mobility Show 2023 (26 ottobre – 5 novembre), Suzuki svelerà un’innovazione rivoluzionaria per il campo della mobilità sostenibile. Dopo anni di ricerche ed evoluzioni, il brand giapponese è pronto ad annunciare il suo ultimo prototipo a idrogeno: una versione modificata del suo iconico Suzuki Burgman 400.
Non è la prima volta che sentiamo parlare di varianti a idrogeno del Burgman. Infatti, dal 2010, il produttore giapponese ha introdotto diversi prototipi di Burgman alimentati a idrogeno. Tuttavia, ciò che distingue l’ultimo modello dagli altri è l’approccio innovativo verso l’utilizzo di questo carburante.
Nei modelli precedenti, la casa motociclistica nipponica ha utilizzato celle a combustibile a idrogeno per alimentare motori elettrici. Oggi, l’azienda cambia strategia: il nuovo prototipo del Burgman brucia direttamente l’idrogeno in una versione adattata del suo tradizionale motore a combustione interna monocilindrico.
Tale mossa audace non nasce dal nulla. Il marchio, infatti, ha iniziato a sperimentare con celle a combustibile a idrogeno già nel 2007, collaborando con l’azienda britannica Intelligent Energy per sviluppare il sistema di celle a combustibile utilizzato nei successivi prototipi.
Quest’anno, Suzuki ha consolidato il suo impegno verso l’innovazione entrando a far parte di HySE, insieme a giganti come Honda, Yamaha e Kawasaki, con l’obiettivo di sviluppare motori a combustione a idrogeno per veicoli compatti, comprese le motociclette.
Nel contesto di questa collaborazione, il ruolo specifico della casa motociclistica nipponica è lo studio approfondito delle funzionalità, delle prestazioni e dell’affidabilità dei motori alimentati ad idrogeno. Da qui nasce il nuovo prototipo del Suzuki Burgman atteso all’evento di Tokyo.
Sebbene si basi sul Burgman 400 standard, questo muletto ha subito notevoli modifiche per poter funzionare con l’idrogeno piuttosto che con la benzina. L’idrogeno viene conservato in un serbatoio da 700 bar posizionato tra i piedi del pilota, con un punto di rifornimento situato sotto il lato destro della sella.
Questa innovazione ha comportato uno spostamento del motore e del forcellone di circa 20 cm verso il retro, conferendo allo scooter un passo più lungo del solito. Nonostante queste modifiche, però, lo spazio di stivaggio sotto la sella rimane inalterato.