[VIDEO] Prova Vespa Elettrica, un pezzo di storia verso il futuro

La prima Vespa con motore elettrico è una conferma per stile, design e qualità, ma punta al futuro con soluzioni raffinate e uniche nel suo segmento

Vespa Elettrica – Il look è quello di uno dei simboli assoluti del Made in Italy, si tratta però della prima Vespa a motorizzazione elettrica, che vuole accompagnare verso il futuro un pezzo di storia. È inutile girarci intorno, il tema dell’elettrificazione è di estrema attualità, sia per le auto che per il mondo della due ruote, in questo caso soprattutto per i mezzi ad utilizzo prettamente urbano. Lei, la regina incontrastata degli scooter fin da quel lontano 1946, non poteva tirarsi indietro ed, anzi, affronta la sfida con un prodotto davvero innovativo. Un’autonomia dichiarata in circa 100 km, un motore brushless particolarmente sofisticato e posto esternamente al mozzo della ruota, come prassi in questo segmento e con una unità molto compatta che integra l’elettronica di controllo, l’inverter e il caricatore, con le comodità di mantenere inalterata la capacità del sottosella e di ricaricare le batterie semplicemente attaccando la Vespa ad una classica presa di corrente, senza dover portare con se ingombranti unità esterne. E poi i tempi di ricarica sono ridotti ad un terzo rispetto ad alcuni concorrenti. Tanti pregi, un unico limite costituito dal prezzo, che passa i 6 mila euro (contro i 3.430 di una Primavera 50).

Look confermato, con tocchi di colore a contrasto

Vespa Elettrica sulla base della Primavera

Vespa Elettrica: sulla base della Primavera, con tocchi di colore a contrasto

Si conferma (ovviamente) la mitica scocca metallica portante, che oggettivamente è elemento centrale del design di un’opera d’arte a due ruote. La Vespa si è però saputa evolvere nel tempo, portando ai giorni nostri tanto di quel progetto che ha oramai più di 70 anni alle spalle. La Primavera, che la Elettrica prende come base di partenza, è poi uno dei modelli attuali più iconici e meticolosamente studiati nel look e nei dettagli. Esternamente l’Elettrica differisce solo per la livrea, con cinque colori disponibili, tutti abbinati a dettagli a contrasto in sette varianti cromatiche. Nello specifico troviamo tocchi di colore per il bordo dello scudo, sui profili laterali dei cerchi ruota, nelle finiture della sella, nella parte bassa del classico cravattino frontale e nel badge del modello. Oltre a questo, l’occhio attento vedrà la presenza del nuovo blocco motore, ovviamente. La Vespa Elettrica ha la particolarità di differenziarsi da tanti altri scooter di questa tipologia, perché il brushless non è alloggiato nel cerchio posteriore, ma esternamente, dove troveremmo la trasmissione di un termico.

Motore e tecnica di alto livello

Proprio il posizionamento del motore è determinante anche nella guida, per una miglior disposizione dei pesi, ma anche per la coppia notevolmente più elevata. Il motore non è infatti a presa diretta ed il rapporto di riduzione porta ad un valore alla ruota di addirittura 200 Nm! Avete capito bene, parliamo di valori da auto e ci sarebbe da ribaltarsi al semaforo, ma in realtà l’elettronica è ottimizzata per la miglior fluidità di marcia e, soprattutto, per preservare la batteria. Sia la gestione del motore, che la soluzione di non inserirlo nel mozzo, portano ad ottenere una erogazione molto lineare e senza strappi, totalmente diversa dagli altri “50ini elettrici”. Alcune delle soluzioni, come quella di una unità ad alta tensione, sono raffinate opzioni normalmente diffuse solo in ambito automobilistico, sicuramente non su scooter entry level, come lo è la Vespa Elettrica.

The power of silence

Vespa Elettrica motore brushless close to wheel

Vespa Elettrica: motore brushless “close to wheel”

La strumentazione TFT (incluse le funzioni di connettività con il proprio cellulare) e il ponte dei comandi sono quelli della Primavera da cui deriva la Elettrica, come anche l’altezza da terra della sella di 790 mm, mentre a cambiare sono i pesi, con l’Elettrica che supera quota 130 kg, circa una trentina in più di una Primavera 50. Senza saperlo non lo avremmo mai detto, perché alla guida non si avverte e la Vespa resta facile da gestire anche nelle manovre da ferma, grazie al baricentro basso e poi questa ha anche la retromarcia. Sfruttando infatti una modalità Reverse, è possibile invertire la rotazione del motore. È più un vezzo che una esigenza, visto che il peso è maggiore di una Vespa termica, ma non è ingente in assoluto. Con i motori elettrici è talmente facile implementare questa funzione che si è deciso di renderla disponibile. Può essere utile in situazioni al limite, magari su discese molto ripide, dove la modalità Reverse consente di risparmiare un po’ di fatica.

Per metterla in moto si sceglie la modalità e si tiene premuto alcuni istanti il tasto MAP, fino a quando la spia ready segnala che si può partire. “The power of silence”, un claim che viene utilizzato nella comunicazione che riguarda questa Vespa, proprio a sottolineare la silenziosità del suo cuore elettrico. Tanto “educato” da indurre l’introduzione di una funzione (disinseribile) che segnala con un cicalino oltre una velocità determinata (modificabile) l’arrivo della Elettrica.   Peraltro il motore è capace di prestazioni perfette per la città, con un picco di potenza di 4 kW (circa 5.5 cavalli), poco meno (3.5 kW) di continua. Non immaginatevi prestazioni esagerate, siamo nel segmento degli elettrici con targa da 50ino, ma la Vespa Elettrica è capace di qualcosa in più, sia di un 50 termico che di un avversario diretto “a batteria”. Sia sulla partenza da fermo, ma anche per una erogazione senza strappi e molto lineare, sempre. In rilascio poi si può gestire l’aiuto del sistema di recupero dell’energia cinetica (KERS, Kinetic Energy Recovery System), sia per ottimizzare la durata della batteria, che per ridurre l’uso dei freni. Con uno stile di guida adeguato si rallenta con il consistente freno motore e si frena molto meno, allungando gli interventi di manutenzione anche su questo fronte.

Eco o Power?

Sono due le modalità di utilizzo (tre con la Reverse), la Power quando l’autonomia non è un problema (praticamente sempre in uso urbano e se avete un facile accesso ad una normale presa di corrente in box per ricaricarla) e la ECO, che limita la velocità a 30 Km/h allungando la “vita” alla carica della batteria. Diventa più morbida la risposta al gas, ma in entrambe le modalità resta simile lo spunto. La ciclistica si conferma ottima nel traffico cittadino, con ruote da 11 dietro e 12” all’anteriore, con la classica forcella monobraccio che “afferra” la ruota dal solo lato sinistro, un disco anteriore da 200 mm con sistema ABS di serie e un tamburo da 140 dietro.

100 km veri, ricarica “lampo”

Quanto invece ad autonomia e ricarica, la prima parte da un valore dichiarato in “massimo 100 km”, che si ottengono davvero, a patto di utilizzare la Vespa Elettrica in modalità ECO, mentre con la Power il valore si riduce un po’, ma nemmeno troppo. Abbiamo infatti rilevato nel nostro test che è oggettivamente difficile scendere sotto i 75-80 km reali, anche senza badare troppo al “consumo”. La Vespa Elettrica è tarata infatti per garantire le migliori percorrenze, più che per sfruttare tutte le teoriche potenzialità del motore elettrico di cui è dotata. Si potrebbe pensare di tornare ai tempi dei Vespini elaborati e scatenare tutte le potenzialità del propulsore con una elettronica più “allegra”, ma sarebbe una scelta illogica rispetto alle finalità di questa versione. Un po’ di brio in più lo si può però avere in modo lecito, scegliendo l’alternativa: la Vespa Elettrica 52 km/h, identica a quella da noi provata (45 km/h), ma meno limitata proprio dall’elettronica.

La batteria al litio da 4,2 kWh si ricarica in circa 4 ore. Anche in questo la Vespa Elettrica si prende un bel vantaggio sulla concorrenza, con tempi ridotti anche ad un terzo, grazie al motore ad alta tensione e con la comodità di inverter, elettronica di controllo e caricabatteria integrati, compatti al punto di non rubare nemmeno spazio al sottosella e poi, per caricare basta attaccarla ad una normalissima spina. Si apre un tappo, dove troveremmo quello della benzina sui modelli termici (è dotato di un contatto per impedire l’accensione se non viene riposto correttamente il cavo di ricarica), si afferra la spina (a cui va solo agganciato un adattatore da industriale e Schuko) e si collega ad una normale presa domestica. Anche l’assorbimento è limitato a circa 1 kWh, meno di un elettrodomestico, quindi basta avere a disposizione una qualsiasi presa elettrica. Il pacco batteria pesa circa 25 kg, dettaglio che, insieme alla volontà di non stravolgere l’aspetto della Vespa, ha fatto rinunciare all’opzione di un sistema estraibile.

Conclusioni e prezzo

Dopo averla utilizzata in città ed anche per dei percorsi extraurbani, la Vespa Elettrica è quindi promossa a pieni voti. Più la si utilizza, più si conferma come soluzione perfetta per muoversi nel traffico urbano, in modo comodo e con stile. L’unico aspetto che può ostacolarne la diffusione è proprio il prezzo. La Vespa è un mezzo premium e la Elettrica lo è forse ancor di più, perché adotta soluzioni raffinate come il motore brushless ad alta tensione, posizionato “close to the wheel”, oppure la mitica scocca metallica ed è rigorosamente Made in Italy o, ancora meglio, Made in Pontedera, motore incluso. Tutto ha un prezzo e si parte quindi da 6.390 euro, non pochi in senso assoluto (tanto per darvi un’idea la Primavera 50 costa 3.430 euro), ma giustificati dai contenuti. Come detto sono due le versioni disponibili, questa da noi provata con targhino da 50 e, per 200 euro in più la 52 km/h, identica, ma con una elettronica che regala un pizzico di verve in più ed impone la targa vera e propria.

Dal punto di vista economico le note positive arrivano però dai costi di gestione, che sono molto vicini allo zero, visto che il motore brushless promette di essere praticamente eterno ed a zero manutenzione, mentre i costi di ricarica sono irrisori (meno di un euro per carica – come se un termico consumasse 0,6 / 0,7 litri per 100 km percorsi!) e le batterie hanno una durata garantita di mille cicli di ricarica (equivalenti ad almeno 70.000 km).

Come sempre, molti gli accessori e l’abbigliamento dedicati alla Vespa, tra cui non mancano un casco Jet hi-tech creato appositamente per la Vespa Elettrica e lo zaino con piping LED, scomponibile in borsa interna per il bauletto e paraschiena con sacca porta casco integrata.

Abbigliamento utilizzato

Casco: Momo Design ZERO Pure
Giacca: Alpinestars Meta Drystar
Guanti: Alpinestars Bayburn
Jeans: Alpinestars Double Bass Denim Jeans
Scarpe: Alpinestars Jam Drystar

 

 

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