In un’intervista rilasciata a motogp.com, Wayne Rainey parla del motomondiale e delle sue varie sfaccettature, spiegando che il campione di questo mondiale lo vedremo (come disse Rossi) all’ultima curva del Ricardo Tormo.
ANALOGIE E DIFFERENZE
“é abbastanza diverso adesso rispetto a com’era nel 1989. Quello era il mio secondo anno in GP ed il mio primo anno come prima guida di un team ufficiale, quindi non è come quello che stanno affrontando Rossi e Lorenzo in questo momento. Rossi ha nove campionati e Jorge è già stato campione del mondo diverse volte. Io ero praticamente al mio secondo anno, e stavo correndo contro un tre volte campione del mondo all’apice della sua carriera.
Correvamo anche contro la Honda, quindi eravamo io, la Yamaha e Kenny Roberts contro Eddie (Lawson ndr.) e la potenza della Honda.
Oltretutto correvano con pneumatici Michelin, io avevo le Dunlop, quindi era davvero diverso.”
LA SITUAZIONE DI ADESSO
“Ora ci sono Rossi e Lorenzo. Entrambi stanno correndo per la Yamaha, con le Bridgestone, hanno vinto più di un mondiale, corrono con lo stesso team, la stessa identica tecnologia, stesse gomme e moto. Entrambi sanno bene che un errore qualunque probabilmente costerà il campionato, devono continuare a spingere per forzare l’altro a fare un errore. Penso che sarà così che si risolverà quest’anno. Non penso che la sfida sarà all’ultimo sorpasso, credo che si concluderà con l’errore di qualcuno. Ovviamente Rossi non sta pensando “ero in cima alla classifica mondiale e Lorenzo mi ha battuto”. Penso che Rossi sia esattamente dove vuole essere e più in alto di dove pensava sarebbe stato. Lorenzo ha ritmo, esperienza e determinazione. Rossi però desidera veramente molto questo titolo. Quale dei due vincerà? Se fossi uno scommettitore, punterei su Lorenzo semplicemente per il suo ritmo di gara, ma nelle gare di moto la vittoria non và sempre al più veloce. Potrebbe esserci una gara bagnata, tutto può succedere. Lorenzo fa partenze increbibili e questo lo mette fuori dai guai. Rossi ha bisogno di partire meglio, queste gare possono essere vinte nei primi giri, bisogna dominare dall’inizio”.
PERDERE LA TESTA
“Quando sei dietro stai inseguendo il tuo rivale, provando a destabilizzarlo. Nel 1992, Mick Doohan stava dominando, poi ebbe l’infortunio che mi aprì la porta. C’erano cinque o sei gare senza di lui, ed era come correre contro un fantasma. Lo chiamai dicendogli qualcosa del tipo “ beh, ho guadagnato 20 punti su di te, come ti senti? Spero che tornerai presto” Era un altro tipo di campionato. Ma è stato un caso in cui non ho mai dovuto mollare e combattere fino alla fine.
Nel 1993 ho affrontato Kevin Schwantz, che al momento era un pilota che aveva cambiato il suo approccio. Pensavo fosse un pilota più maturo, e la sua mentalità di vincere a tutti costi cambiò nel 1993. Era un avversario più difficile da battere. Riuscimmo a riprendere la testa del campionato perché a Donington aveva 11 punti su di me, ma al primo giro venne buttato fuori da Doohan, io finii secondo e vinsi la gara successiva, poi ebbi il mio incidente.
Penso che, a Rossi e Lorenzo, non importi più di tanto. Per farla breve, entrambi si concentrano sul fatto che devono vincere più dell’altro in queste sette gare. Ne devono succedere di cose, c’è moltissimo da correre ancora, e tutto può accadere. Non è un mondiale che si possa prevedere con largo anticipo. “
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C’é anche il fattore Marquez. Yamaha stà provando a tenere Marquez lontano. “
Sfidatevi,m ma non buttatevi fuori l’uno con l’altro che poi Marquez torna in campionato” Finché Marc non sarà eliminato dal campionato, non si farà davvero sul serio. Ma quando lui non potrà più vincere il titolo, allora vedremo
la vera sfida”.
A partire da domenica 30 agosto, quando la MotoGP scatterà dalla griglia di Silverstone per la prima delle sette meraviglie che ci aspettano quest’anno.