Le accuse di Mercedes, Red Bull e degli altri team del Mondiale di F1 2019 contro le ritrovate prestazioni della Ferrari non si sono placate in queste ultime settimane, nemmeno dopo la trionfante vittoria di Lewis Hamilton in Messico, su una pista dove le Frecce d’Argento, in realtà, hanno fatto fatica a replicare le velocità delle più rapide SF90 e RB15. Una situazione ormai insostenibile da parte dei vertici del Cavallino Rampante, che si vedono attaccati da tutte le parti senza alcuna prova veramente fondata di aver infranto il regolamento.
Di fronte all’ultima dichiarazione lanciata da Christian Horner, team principal della Red Bull, sul vantaggio di circa 50 cavalli della power unit Ferrari sul resto della griglia, il nostro Mattia Binotto, a capo della squadra di Maranello, ha voluto rispondere per filo e per segno. Ai microfoni di Roger Benoit, reporter svizzero della Formula 1, ha sollecitato i rivali del Cavallino a continuare nella loro protesta, perchè così “poi tutti si renderanno conto di quanto sono stupide le loro accuse, e di conseguenza tutte le voci spariranno!“.
Proseguendo nella sua invettiva, Mattia Binotto ha affermato che le prestazioni della Rossa di oggi sono il frutto di un duro e costante lavoro negli anni della Scuderia Ferrari, che in origine, quando il regolamento del 2014 è entrato in vigore, si trovava in netta difficoltà contro le più potenti Mercedes e Red Bull. “Abbiamo lavorato molto duramente per migliorare il nostro pacchetto della power-unit, il quale non era il migliore quando le normative sono entrare in vigore nel 2014. Se adesso siamo davanti, dovremmo semplicemente esserne orgogliosi“.
“Anzi, in passato altri concorrenti hanno avuto certi vantaggi e nessuno li ha incolpati per questo – ha continuato il team principal del Cavallino – Come Ferrari, quando abbiamo avuto delle difficoltà sulla power-unit, l’unica cosa che abbiamo fatto è stato cercare di affrontare la questione e migliorare il nostro motore. Certi commenti, di conseguenza, non dovrebbero nemmeno aver ragione di esistere”.