Terminato il GP di Francia, la Formula 1 è pronta per il suo primo weekend in stile back-to-back: questo fine settimana, infatti, i motori del Mondiale di F1 2019 si accenderanno nuovamente per dar vita alla prossima tappa iridata, vale a dire quella del GP d’Austria che si terrà sul classico circuito del Red Bull Ring. Si tratta di una pista con tanta storia alle spalle, dove l’anno scorso Max Verstappen e la Red Bull sono saliti sul gradino più alto del podio. Quest’anno, invece, la Mercedes ha alzato di nuovo l’asticella e sta dominando in lungo e in largo: le Frecce d’Argento faranno doppietta anche in Austria… o qualcuno riuscirà a metter loro il bastone tra le ruote?
Il circuito del Red Bull Ring in origine non ospitava macchine da corsa… ma era un aerodromo situato nelle vicinanze di Spielberg bei Knittelfeld, una località della Stiria. Nel 1964, però, un gruppo di appassionati locali lo allestirono in modo da poterci correre e quindi, proprio quell’anno, ospitò il primo Gran Premio d’Austria della storia. La pista era costituita da un semplice layout a forma di L delimitato da coni e balle di fieno, posizionati tuttavia su una superficie talmente sconnessa ed abrasiva che nel 1965 indusse la comunità locale ad organizzare il GP solamente per le vetture Sport e per le Granturismo. La massima serie automobilistica, quindi, rimase interdetta dal poter disputare questa gara, che tornò in pianta stabile nel calendario iridato solamente dall’edizione 1970. Quell’anno, infatti, l’aerodromo originario venne sostituito da un nuovo circuito permanente chiamato Österreichring, che ospitò la Formula 1 fino al 1987 quando gli organizzatori lo ritennero inadeguato per gli standard di sicurezza della FIA. Questo portò a dei profondi lavori di ammodernamento che furono sostenuti dalla società telefonica A1, la quale riportò il circuito, nel frattempo battezzato A1-Ring, di nuovo nel calendario a partire dalla stagione 1997. Le monoposto più veloci del mondo corsero su un layout drasticamente più corto e lento fino al 2003, mentre dal 2004 la proprietà del circuito passò nelle mani della Red Bull, che lo ristrutturò nuovamente portandolo alle caratteristiche odierne. Con una lunghezza di 4,318 km, il nuovo Red Bull Ring ha ripreso la propria attività a partire dal 2014, tornando stabilmente come tappa iridata della massima serie automobilistica.
A livello tecnico il circuito del Red Bull Ring è lungo 4,318 km e presenta dieci curve in totale: è contraddistinto da un layout molto corto, ma allo stesso tempo estremamente veloce e tecnico. Una volta transitati sul rettilineo principale la prima curva da affrontare è la Castrol Edge, una 90° molto secca che poi porta sul lungo “falso” rettilineo successivo. Al termine troviamo la Remus, un tornantino da aggredire a bassa velocità ed in cui bisogna fare attenzione alla trazione in uscita, in modo evitare il pattinaggio delle gomme posteriori. A seguire troviamo la curva 3, la Schlossgold, che conduce verso la parte centrale del circuito con la curva 4 (Rauch) e la curva 5 (Wűrth Kurve). A questo punto bisogna affrontare l’ultimo settore, contraddistinto dalla velocissima curva 7, la Rindt, e dalla curva 8, la Red Bull Mobile, da spigolare attentamente in modo da lanciarsi alla massima velocità sul rettilineo d’arrivo.
Per quanto riguarda le gomme a disposizione, in questo weekend di gara la Pirelli metterà a disposizione le White Hard C2, le Yellow Medium C3 e le Red Soft C4, che dovranno affrontare i continui cambi altimetrici della pista austriaca. Il Red Bull Ring presenterà un asfalto liscio che accentuerà le doti di trazione e frenata delle monoposto: nonostante le temperature storicamente alte, i livelli di usura degli pneumatici non saranno troppo elevati, il che consentirà ai team di sviluppare delle strategie su un’unica sosta. I piloti, tuttavia, dovranno fare attenzione a un particolare: la maggior parte delle curve sarà a destra, mentre le due più impegnative in termini di carichi aerodinamici sono a sinistra. Le gomme, quindi, subiranno dei carichi “a freddo” dal momento che non sono sollecitate in nessun’altra parte del giro, il che renderà obbligatoria una buona gestione durante tutto l’arco del Gran Premio.
“Come successo nella scorsa stagione, le mescole nominate per il GP d’Austria sono le stesse utilizzate in Francia. Quest’anno, però, le gomme sono spaziate in maniera più uniforme e questo dovrebbe consentire una maggiore varietà di strategie. Il Red Bull Ring è un circuito particolare, con diverse curve “cieche” ed elementi imprevedibili come il traffico in pista e il meteo. Si tratta di un tracciato corto, sul quale è fondamentale avere il giusto set-up per utilizzare al meglio i pneumatici. In passato le gomme hanno sofferto degli episodi di blistering, ma con le specifiche 2019 contiamo di minimizzare il problema“.