Vi ricordate l’exploit della Ferrari successivo alla pausa estiva, nel quale la Rossa è arrivata al successo nel trio di appuntamenti Spa – Monza – Singapore? Ecco, i risultati di oggi del Cavallino Rampante sono stati ridimensionati nuovamente dalle ritrovate prestazioni della Mercedes: dal GP di Russia le Frecce d’Argento hanno risollevato la testa, centrando costantemente le posizioni importanti del podio.
E in Messico la storia si è ripetuta: dopo la pole position del sabato la Ferrari ha sbagliato a causa di una strategia poco efficace, lasciando campo libero alla Mercedes di Lewis Hamilton, che grazie all’unica sosta prevista è andato a prendersi la decima affermazione della stagione. La Rossa si è così dovuta accontentare del secondo posto di Sebastian Vettel, mentre il gradino più basso del podio è stato completato dalla seconda W10 di Valtteri Bottas.
Un’altra volta la fortuna è dalla parte di Lewis Hamilton: prima del weekend messicano la Mercedes aveva sostenuto che la monoposto Made in Brackley avrebbe fatto fatica a competere con Ferrari e Red Bull… e invece la W10 EQ Power+ si è rivelata di nuovo la monoposto da battere, anche su una pista difficile come l’Autodromo Hermanos Rodriguez. Magari non la più veloce in qualifica, ma sicuramente la più consistente in gara. Che in mano a un Campione come Hamilton, non poteva che puntare direttamente alla vittoria. L’appuntamento per il sesto Mondiale? Ci vediamo al GP di Austin!
Ha lottato a denti stretti in qualifica ma, a causa dell’incidente di Bottas all’ultima curva, ha dovuto alzare il piede: una scelta che fortunatamente si è rivelata azzeccata per Sebastian Vettel, che alla fine è stato premiato con il secondo tempo in griglia al fianco del compagno di squadra Charles Leclerc. Tutto sembrava perfetto per ambire al gradino più alto del podio, ma la decisione di posticipare il pit-stop oltre quello delle Mercedes si è rivelata la strategia sbagliata. Per lui un altro secondo posto dopo quello del Giappone. Tutto rimandato ad Austin per ripetere la magia di Singapore?
Nonostante l’incidente alla Peraltada che l’ha messo fuori gioco in qualifica, Valtteri Bottas, da buon finlandese, stavolta non si è fatto impensierire: in gara lotta ad armi pari con Ferrari e Red Bull, soprattutto con un Max Verstappen fin troppo aggressivo nella zona dello stadio al quale risponde in prima curva con un sorpasso in cui gli chiude la porta in faccia, come a stabilire definitivamente le gerarchie in pista. Un Bottas combattivo, quindi, quello del Messico, che chiude la sua impresa sul gradino più basso del podio: un risultato sufficiente per tenere aperto il Mondiale ancora per quattro punti!
Un’altra opportunità sprecata: forte della pole position conquistata grazie alla penalizzazione di Verstappen, Charles Leclerc in Messico poteva ambire a un risultato di prestigio, proprio come ha fatto in Belgio e a Monza. Ma una strategia poco efficace, combinata con un pit-stop fin troppo lento e la troppa aggressività nel finale della corsa che l’ha portato lungo nel tentativo di riprendere Bottas lo hanno condizionato e fatto scivolare, in ultimo, fuori dal podio. Il potenziale, fortunatamente, non manca: si rifarà ad Austin.
In Messico non ha replicato il suo miglior risultato stagionale, ottenuto in Giappone con un ottimo quarto posto, ma stavolta Alexander Albon ha tirato finalmente fuori la grinta necessaria per confermarsi nel team Red Bull ufficiale. Il thailandese ha ormai preso le misure e tutta la confidenza necessaria per portare al limite la sua RB15, con la quale ha battagliato a denti stretti per tutta la gara. Il risultato finale è un quinto posto, tra l’altro davanti al compagno di squadra Verstappen: bravo!
Quando una singola decisione può influenzare un intero weekend… Bastava che Max Verstappen alzasse il piede come hanno fatto tutti i suoi colleghi di fronte a quel Bottas a muro in qualifica! Invece l’olandese, che pensa esclusivamente a vincere, ha dato full gas per migliorare un tempo che, in ogni caso, lo avrebbe fatto partire davanti a tutti. Immancabile la penalità da parte della FIA, che l’ha retrocesso in quarta posizione.
Ma non è tutto, perchè da qui la sua gara è stata condizionata dalle ruotate prima con Hamilton e poi con Bottas, che di fatto ha messo fuori gioco la sua Red Bull per via della foratura della posteriore destra. Sarà costretto al pit-stop anticipato e a una rimonta dall’ultima posizione, terminata giusto dietro il compagno di squadra Albon. Speriamo che quanto accaduto in Messico gli serva di lezione per il futuro!
Nel Gran Premio del Messico la Racing Point affida le sue speranze all’idolo di casa Sergio Perez, che non delude i suoi tifosi con alcuni ottimi sorpassi al limite che lo premiano con il settimo posto sotto la bandiera a scacchi. Molto meno convincente il suo compagno di squadra Lance Stroll, solo 12esimo al traguardo.
Un’altra doppietta in Top 10 per la Renault, capitanata dall’australiano Daniel Ricciardo che termina la sua impresa messicana all’ottavo posto. Interessante anche quanto fatto dal compagno di squadra Nico Hulkenberg, decimo e capace di centrare un altro punticino iridato nonostante le sue motivazioni, giustamente, si stiano affievolendo dal momento che l’anno prossimo la sua partecipazione in F1 è ancora tutta in forse.
Dopo l’ottima prestazione ottenuta in qualifica, ci aspettavamo sicuramente di più dalla nostra Scuderia Toro Rosso: alla fine a tenere le redini della squadra di Faenza è il francese Pierre Gasly, primo dei doppiati e capace di portare la sua monoposto al nono posto sotto la bandiera a scacchi. Delude, invece, il russo Daniil Kvyat, solo 11esimo.
Qualcosa è andato storto per la McLaren in Messico: solitamente il team di Woking, ora, è sempre in lotta per le posizioni centrali della Top 10, ma sull’Autodromo Hermanos Rodriguez la squadra britannica non porta a casa nemmeno un punto. L’unico al traguardo, in 13esima posizione, è infatti lo spagnolo Carlos Sainz… perchè il giovane Lando Norris rimane coinvolto in un “unsafe release” durante il pit-stop che, di fatto, fa terminare in anticipo la sua gara. Sono errori da evitare assolutamente ragazzi!
Molto poco convincenti in tutto il weekend e praticamente invisibili in gara: le Haas, doppiate per due volte al termine del Gran Premio, sono un disastro nel GP del Messico, in cui non riescono mai a trovare il ritmo giusto per risalire la china. Ad Austin cambierà qualcosa?
Com’è andato il weekend messicano del team Alfa Romeo Racing? Bè, Kimi Raikkonen è stato costretto al ritiro per un contatto al via che, poco a poco, ha messo fuori gioco l’impianto di raffreddamento della sua monoposto, mentre il nostro Antonio Giovinazzi è arrivato al traguardo in 14esima posizione dopo un pit-stop in cui i suoi meccanici lo volevano far partire senza nemmeno aver fissato nel modo corretto le gomme. C’è bisogno di commentare?
La Williams è in piena crisi, non solo di risultati… ma anche per il fatto che i ricambi necessari per essere “competitivi” durante le gare stentano ad arrivare. In Messico le due monoposto create dal reparto corse britannico sono state assemblate con pezzi vecchi e riciclati, che di fatto hanno fornito ai due titolari Russell e Kubica due configurazioni aerodinamiche molto differenti tra di loro. Ma come è possibile andare avanti così?