F1 2019 GP di Francia: l’anteprima Pirelli con dati e tecnica dal Paul Ricard

Archiviato il controverso GP del Canada, il Mondiale di F1 2019 ritorna in Europa per dar vita all’ottavo appuntamento iridato. Stavolta il palcoscenico sarà lo storico circuito del Paul Ricard, tornato in calendario giusto l’anno scorso in una gara che ha visto il trionfo di Lewis Hamilton davanti a Max Verstappen e a Kimi Raikkonen, mentre Sebastian Vettel si è reso protagonista del contatto iniziale con Valtteri Bottas che, di fatto, ha condizionato la sua corsa, terminata infine al quinto posto. Dopo quanto successo a Montreal con la tanto discussa penalità nei confronti del pilota tedesco, la Ferrari saprà definitivamente reagire per centrare il gradino più alto del podio?

LA STORIA DEL CIRCUITO

Il circuito del Paul Ricard è ubicato nella località Le Castellet, in Francia, ed è uno dei più famosi al mondo per via della sua curva Courbe de Signes, che con le monoposto moderne si può percorrere a gas completamente spalancato dopo il lungo rettilineo del Mistral (1.800 metri). La velocità che si raggiunge in questo tratto di pista è prossima ai 340 km/h e, secondo gli archivi della Formula 1, sembra che in passato solo Ayrton Senna era in grado di tenere l’acceleratore completamente premuto. Si tratta di una pista particolarmente apprezzata per i test, che però fece perdere la vita al nostro Elio de Angelis durante delle prove private della stagione 1986. Dopo questo dramma, il circuito fu prima accorciato e poi, per ragioni di sicurezza, definitivamente abbandonato una volta terminata l’edizione del 1990. Acquistato da Bernie Ecclestone nel 1999, venne completamente rimodernato e convertito in un centro specializzato per i test della Formula 1. Sette anni fa, invece, fu messo in piedi il progetto di riportarlo nel calendario della massima serie: l’idea, inizialmente proposta per la stagione 2013, fu realizzata solamente nel 2018, quando è tornato stabilmente come tappa iridata della Formula 1 in modo da ospitare il GP di Francia.

IL TRACCIATO AI RAGGI X

A livello tecnico, il circuito del Paul Ricard era caratterizzato nella sua versione originaria da una lunghezza complessiva di 5,861 km, che presentava al suo interno il lunghissimo rettilineo del Mistral di 1,8 km. Si tratta di una pista prevalentemente “flat”, quindi piana senza un eccessivo range di elevazione, che passa da 408 a 441 metri sul livello del mare. Dopo la morte di Elio de Angelis nel 1986 venne utilizzata la versione corta di 3,8 km, successivamente abbandonata al termine della stagione 1990. Grazie all’aiuto offerto da Bernie Ecclestone è diventato con il tempo un centro dedicato per i test di F1, che offre ben 167 configurazioni diverse su layout che vanno da quello più corto in assoluto (0,826 km) a quello originale di quasi 6 km. Una sua caratteristica peculiare è la presenza di Zone Blue e Zone Rosse, posizionate all’esterno del nastro d’asfalto dove sfrecciano le monoposto e che vanno a sostituire la ghiaia come elemento frenante. Quelle blu sono costituite da asfalto e tungsteno, mentre quelle rosse usano una superficie molto più abrasiva che massimizza il grip e riduce al minimo gli spazi di frenata, al costo di un consumo delle gomme davvero elevato.

LE GOMME DELLA PIRELLI AL PAUL RICARD

Per quanto riguarda le mescole a disposizione di team e piloti, la Pirelli porterà le soluzioni già viste in Australia, in Cina e in Azerbaijan: le White Hard C2, le Yellow Medium C3 e le Red Soft C4. Rispetto a quanto visto nell’edizione 2018, quest’anno il circuito del Paul Ricard si presenta con un asfalto nuovo in quasi tutte le curve, con caratteristiche molto simili al precedente ma con prestazioni migliori. I livelli di degrado che le gomme incontreranno saranno generalmente bassi, anche se potrebbe generarsi del degrado termico dato dalle temperature elevate in questo periodo dell’anno nel sud della Francia. Questa pista mette in risalto i carichi laterali anzichè le doti di trazione e frenata delle monoposto, per cui per le squadre dovrebbe essere più semplice trovare il giusto equilibrio tra anteriore e posteriore e, di conseguenza, far lavorare meglio le mescole nella corretta finestra di utilizzo.

LE PAROLE DI MARIO ISOLA – RESPONSABILE F1 E CAR RACING

Le tre mescole disponibili in Francia rappresentano una scelta più conservativa rispetto a quelle del 2018, quando avevamo portato Soft, Supersoft e Ultrasoft. Quest’anno, infatti, non è presente l’equivalente della Supersoft, per cui la nomination 2019 dovrebbe consentire ai piloti di poter spingere al massimo dall’inizio alla fine di ogni stint. Nonostante la pista sia stata riasfaltata non dovrebbero esserci molte differenze rispetto alle normali caratteristiche del tracciato. Bisogna sottolineare anche che questa sarà la seconda volta in tempi recenti che si disputa qui un Gran Premio, quindi i dati a nostra disposizione non sono molti. Tuttavia potremo fare una comparazione con le gomme usate nel 2018, che avevano battistrada ridotto: questo ci permetterà di analizzare l’evoluzione delle monoposto“.

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