Il Mondiale di F1 2019 è ormai prossimo a terminare la prima parte della stagione: sventolata la bandiera a scacchi sullo scorso appuntamento in Austria, le monoposto più veloci del mondo sono pronte ad accendere nuovamente i motori in questo fine settimana, quando prenderà il via il decimo appuntamento iridato. Si tratta del GP di Gran Bretagna, classico round della massima serie automobilistica che darà spettacolo sul circuito di Silverstone: una pista molto veloce ma allo stesso tempo tecnica, che l’anno scorso ha premiato l’impegno di Sebastian Vettel, capace di portare la sua Ferrari sul gradino più alto del podio. In questa stagione, invece, la Rossa deve ancora togliersi la soddisfazione della prima vittoria: che domenica sia, finalmente, la volta buona?
Situato nella contea inglese del Northamptonshire, Silverstone è un tracciato ricco di storia: ha ospitato il GP di Gran Bretagna fin dalla prima edizione ufficiale del 1950 e, similmente al Red Bull Ring austriaco, ha iniziato la sua attività motoristica come aerodromo per la Royal Air Force, l’aeronautica britannica. Nel corso del tempo è stato modificato profondamente al punto che, negli anni ’80, era diventato una delle piste più veloci del Mondiale: durante la stagione 1985, infatti, Keke Rosberg realizzò la pole position con una velocità media di 259,005 km/h, al volante della Williams FW10 dotata di motore Honda V6 turbo-compresso. Negli anni ’90, invece, i cambiamenti a cui andò incontro lo resero molto più lento, grazie a un layout completamente rinnovato: con questa fisionomia doveva rimanere nel calendario iridato fino al 2009, quando al suo posto sarebbe subentrato il circuito di Donington Park. Alcuni problemi finanziari resero impossibile tutto il progetto, per cui la scelta della Formula 1 ricadde nuovamente su Silverstone come sede dei successivi GP di Gran Bretagna. Attualmente questa pista presenta il profilo utilizzato dalla MotoGP, basato su una lunghezza complessiva di 5,891 km (760 metri in più rispetto al passato) per 18 curve in totale.
Rispetto alla vecchia versione di Silverstone, il nuovo layout della pista inglese presenta la linea del traguardo sul piccolo rettifilo che va dalla curva Club alla Abbey, una destra da percorrere in pieno che prosegue con la Farm e che termina con la curva Village. Qui si stacca forte e si inserisce la monoposto con altrettanta decisione per affrontare lo stretto tornantino “The Loop”, dove viene privilegiata l’uscita che porta in direzione della prima zona DRS. Il rettilineo seguente ci porta verso la parte storica di Silverstone, contraddistinta dalla staccata della curva Brooklands, dal tornantino Luffield e dalla velocissima Woodcote. Qui erano posizionati i box del vecchio tracciato, che iniziava con la Copse, curva a destra da percorrere a gas completamente spalancato al fine di massimizzare la velocità per affrontare le famosissime esse “Maggots” e “Becketts”. Queste terminano con la Chapel, che si lancia verso l’Hangar Straight, un piccolo rettifilo che porta verso la Stowe, un’altra curva a destra da aggredire ad alta velocità e che porta nell’ultima parte del circuito di Silverstone. La staccata della curva Vale è molto violenta, ma qui l’attenzione deve essere rivolta verso la gestione del posteriore della monoposto, che tende a perdere trazione in uscita di curva. Pelato per bene l’acceleratore, ci si lancia di nuovo verso l’ultima curva, la Club, e verso il rettilineo d’arrivo, che completa un giro di questo storico tracciato.
Per la terza volta dall’inizio della stagione (dopo il GP del Bahrain e di Spagna), la Pirelli porterà la tre mescole più dure della sua gamma P Zero 2019: stiamo parlando delle C1, delle C2 e delle C3, che prendono il nome rispettivamente di White Hard, Yellow Medium e Red Soft. Queste serviranno per affrontare gli elevati carichi di energia del circuito di Silverstone, che presenta diverse curve da percorrere ad alta velocità. Tra queste spicca la sequenza Maggots – Becketts – Chapel, nelle quali i piloti entrano praticamente in pieno con conseguenti elevati valori di forze G laterali, le quali sono preponderanti rispetto a quelle coinvolte durante le fasi di trazione (in uscita dalle curve lente, come quelle del primo settore) e di frenata. La presenza di quest’ultime, tuttavia, richiede un compromesso nel set-up delle monoposto, in modo da soddisfare tutte le caratteristiche della pista. Rispetto all’anno scorso, però, Silverstone presenta una novità: l’asfalto è stato completamente rifatto, giusto in tempo per il Gran Premio del 2019, al fine di limitare la presenza delle buche, di migliorare il drenaggio in caso di pioggia e di permettere agli ingegneri di utilizzare valori più estremi nei set-up destinati alla qualifica.
“Il nuovo asfalto è stato posizionato di recente, quindi sarà interessante vedere quale saranno i miglioramenti rispetto all’anno scorso: il circuito diventerà sicuramente più veloce e i tempi sul giro si abbasseranno. In fatto di gomme porteremo quelle più dure a nostra disposizione, le quali sono le più indicate per affrontare al meglio le curve del circuito di Silverstone. Con un meteo imprevedibile come quello inglese, la raccolta dei dati durante le prove libere sarà ancora più importante nell’intento di definire la migliore strategia di gara possibile”.