Ventitré Gran Premi dopo, Sebastian Vettel è finalmente tornato a vincere in Formula 1: lo ha fatto nel GP di Singapore, una prova in cui il tedesco ha approfittato dell’errore strategico della Mercedes per prendere il comando della corsa, che poi non ha più lasciato fino alla bandiera a scacchi. Per lui questo ha rappresentato il 53esimo successo in carriera, che ora lo pone a soli sei punti di distacco da Max Verstappen… e dal compagno Charles Leclerc in Classifica Piloti.
Il monegasco della Ferrari ha dovuto sottostare alla volontà del muretto del Cavallino, transitando in una seconda posizione che sicuramente non l’ha soddisfatto del tutto dopo la sorprendente pole position del sabato. Gradino più basso del podio per Max Verstappen, bravo a trarre vantaggio dall’overcut delle Mercedes che ha preceduto sotto la bandiera a scacchi per meno di un secondo. Hamilton, infatti, è transitato in scia all’olandese, in un quarto posto poco convincente ma… che gli permette di rimanere agevolmente in testa al Campionato, a fronte di un Bottas sempre più remissivo.
Una stagione iniziata al volante di una monoposto diversa da quella del 2018, meno adatta al suo stile di guida e più difficile da portare al limite. Due terzi posti in Cina e Azerbaijan, poi la medaglia d’argento a Montecarlo… e la vittoria “rubata” in Canada a favore di Hamilton, per il “quasi” contatto sopraggiunto poche curve dopo il traguardo. Un 2019 poco favorevole per Sebastian Vettel, che successivamente ha vissuto alcuni appuntamenti pieni di problemi meccanici e un ritorno dalla pausa estiva in cui il suo compagno di squadra Charles Leclerc gli ha fatto vedere… i sorci verdi.
A Singapore, invece, il tedesco è tornato a dettare legge: complice l’errore tattico della Mercedes che ha prolungato troppo l’overcut, il pilota di Heppenheim è riuscito a conquistare la testa della corsa, che ha difeso con le unghie e con i denti fino alla bandiera a scacchi. Una vittoria che ci voleva, soprattutto per il suo morale: speriamo non sia l’unica di quest’anno!
Ha iniziato il weekend di gara di Singapore con il freno a mano tirato, dando l’impressione che su questa pista la Rossa avrebbe faticato… E invece in qualifica ha tirato fuori dal cilindro una prestazione dalla P maiuscola: Charles Leclerc si sta rivelando sempre più il Campione che la Ferrari stava aspettando da tempo, soprattutto per la freddezza che è in grado di mantenere nei momenti più concitati. In gara, però, si è dovuto piegare al volere del suo muretto: “portate a casa le monoposto!”, questo l’ordine che gli è stato intimato dagli uomini in Rosso, una decisione che gli ha fatto storcere il naso… ma che comunque lo ripaga con un secondo posto davvero prezioso in ottica Campionato.
Con il secondo tempo al termine delle libere del venerdì, la speranza della Red Bull nel GP di Singapore era quella di poter lottare per la vittoria, viste le particolari caratteristiche da alto carico aerodinamico che sposano appieno il progetto RB15 di Milton Keynes. Nessuno, però, si aspettava il ritorno delle Rosse di Maranello, che sul Marina Bay hanno praticamente spazzato via la concorrenza. In tutto questo Max Verstappen si è ritagliato un posto sul podio, sfruttando in special modo la gaffe tattica delle Mercedes che è riuscito a tenere a distanza fino alla bandiera a scacchi. Dopo l’ottavo posto di Monza per essere partito dal fondo della griglia, questo è sicuramente un ottimo risultato da parte del giovane pilota olandese, che ora si trova in Campionato a battagliare con un Leclerc sempre più determinato. Chi vincerà?
Il ritorno dalla pausa estiva non ha fatto granchè bene alla Mercedes: la Ferrari è tornata molto forte dalle vacanze, mentre le Frecce d’Argento si sono in un certo senso… “arenate”. Su piste veloci come Spa e Monza puntare il dito sulla maggior potenza del V6 turbo e sulla migliore efficienza aerodinamica alle alte velocità della monoposto di Maranello poteva essere plausibile, ma su un tracciato con caratteristiche diametralmente opposte come quello di Marina Bay… tutto questo discorso non si regge più in piedi. Hamilton a Singapore ha provato di tutto per mettere in difficoltà le Rosse, ma l’errore tattico al muretto lo ha praticamente tagliato fuori dal podio: poco male, perchè Hammer rimane comunque in testa al Mondiale con 65 punti di vantaggio. E con sei prove ancora da disputare, questo è un margine davvero difficile da rimontare per Bottas, suo diretto rivale in Campionato…
Non è più quello di inizio stagione: nonostante il terzo posto di Spa e la medaglia d’argento di Monza, Valtteri Bottas non ha affatto brillato sul Marina Bay di Singapore. Probabilmente è stato il botto in curva 19 durante le FP1 ad averlo scombussolato, ma sta il fatto che sotto la bandiera a scacchi il finlandese non ha fatto meglio del quinto posto, a un secondo e mezzo dal compagno di squadra. I fatti ora parlano chiaro: con 65 lunghezze da recuperare in Campionato, Bottas ha ancora sei appuntamenti in cui dire la sua. Che equivalgono a 150 punti ancora in palio: non è ancora detta l’ultima parola, ma se Hamilton gli finisce sempre davanti…
Di nuovo un consistente sesto posto per il giovane Alexander Albon, che ripete il risultato di Hockenheim (quando ancora correva in Toro Rosso) e di Monza. In questo momento il giovane prodigio di Milton Keynes non può ambire a un risultato migliore di questo, a meno di errori da parte dei suoi avversari: questo è il suo potenziale e con tutta probabilità questo è anche ciò che si aspetta la Red Bull da lui. Sicuramente più consistente del retrocesso Pierre Gasly. Dai che il rinnovo non è lontano!
Un’altro Gran Premio da protagonisti per i piloti della McLaren, che in qualifica si sono confermati i “migliori degli altri” con il settimo tempo di Carlos Sainz e il nono di Lando Norris. In gara, però, è stato il giovane pilota britannico a tenere alto l’onore del team di Woking: Lando ha chiuso il GP di Singapore al settimo posto, mentre Sainz è rimasto coinvolto in partenza in un contatto che lo ha costretto a un precoce ritorno ai box. Questo ha scombussolato di fatto il suo Gran Premio, terminato alla fine fuori dalla Top 10.
Buona performance anche da parte della Toro Rosso, che porta a casa quattro punti iridati grazie all’ottavo posto del francese Pierre Gasly. Al volante di una monoposto che non dispone del raffinato telaio installato sulla sorella maggiore Red Bull, l’ex secondo pilota di punta di Milton Keynes sta facendo di tutto per rinconquistare la fiducia di Helmut Marko. Poca gioia, invece, per Daniil Kvyat, solo 15esimo.
La Renault porta a casa solo due punti nel GP di Singapore, grazie alla nona posizione conquistata dal tedesco Nico Hulkenberg. Tutte le speranze, infatti, erano riposte nella prestazione di Daniel Ricciardo, ma l’australiano è stato squalificato per la maggior potenza sprigionata dalla power unit durante il time attack del sabato. Partito dal fondo della griglia, Ricciardo non ha fatto meglio del 14esimo posto sotto la bandiera a scacchi. Peccato, perchè i presupposti per un buon risultato c’erano tutti…
Di nuovo a punti. Il team Alfa Romeo Racing mette in cassaforte un altro punto iridato dopo il risultato di Monza, sempre grazie al nostro Antonio Giovinazzi: il pilota di Martina Franca è stato anche leader del GP di Singapore per via della scelta del muretto di lasciarlo in pista il più a lungo possibile, per poi chiudere la sua fatica al decimo posto sotto la bandiera a scacchi. Una penalità di dieci secondi per essere passato troppo vicino alla gru di manutenzione in curva 8 che stava togliendo di mezzo la Williams di Russell non gli ha tolto, fortunatamente, questa soddisfazione, che lo vede sempre più consistente del veterano Kimi Raikkonen, a Singapore costretto al ritiro.
Con una monoposto sempre più inguidabile, la Haas raccoglie davvero poco al termine del GP di Singapore: il migliore al traguardo è Romain Grosjean, a un passo dalla Top 10 con il suo 11esimo posto ma complice del ritiro di Russell nel corso del 36esimo giro. Ha fatto peggio il compagno di squadra Kevin Magnussen, ultimo al traguardo visti i ritiri di Raikkonen, Perez e Russell.
In difficoltà anche la Racing Point, che porta al traguardo solamente la monoposto di Lance Stroll: il pilota canadese si è distinto in bagarre con il tedesco Sebastian Vettel, ma alla fine si è dovuto accontentare di un mesto 13esimo posto sotto la bandiera a scacchi. Poca fortuna, invece, per Sergio Perez, costretto al ritiro per problemi meccanici.
Ancora tanta sfortuna in casa Williams: l’unico ad arrivare al traguardo (non in ultima posizione) è Robert Kubica, mentre il pupillo George Russell è stato accompagnato verso le bandiere di protezione dalla Haas di Grosjean, mandando in fumo di fatto tutti i suoi sforzi per portare a casa un risultato convincente.