F1, Gp di Monaco: aneddoti, curiosità e tabù del Gran Premio più affascinante

Da sempre il Gp di Monaco è il Gran Premio più atteso dell’anno. La corsa delle corse, quella che, se vinta, vale da sola un’intera stagione di Formula 1. Monte Carlo è un circuito cittadino affascinante, che nella sua storia, racchiude numerosi aneddoti e curiosità, e anche qualche tabù, visto che sono tanti i piloti, anche campioni del mondo, ad aver rimediato figuracce nella pista francese. Scopriamo allora insieme tutte le cose più strane accadute in questo attesissimo Gp.

I PLURI VINCITORI DEL GP
Il record di vittorie spetta a Sua Maestà Ayrton Senna, autore di sei perle, l’ultima nel 1993. Graham Hill, Michael Schumacher, Alain Prost, Stirling Moss e Jackie Stewart sono gli altri grandi pluri vincitori. Una sola la vittoria di Gilles Villeneuve. Ma resterà nella storia per sempre. Era il 1981 e “l’Aviatore” portò al successo sulle stradine tortuose di Montecarlo la Ferrari Turbo, quando tutti ritenevano impossibile che una vettura turbo potesse vincere.

IL GP CHE HA FATTO LA STORIA
Tra tutti i Gp disputati sul circuito cittadino di Monte Carlo, merita sicuramente una citazione quello del 1982, il più rocambolesco e spettacolare. Una corsa incredibile, forse la più incerta vissuta al Principato. Tutti aspettavano vincitore Prost con la sua Renault, ma a pochi giri dalla fine con alcune gocce di pioggia che iniziavano a scendere, uscì di pista violentemente. A questo punto a due giri dalla fine andarono in testa Patrese prima, De Cesaris poi, Pironi, ed infine di nuovo Patrese che tagliò il traguardo inconsapevole di aver vinto il suo primo, meritato, Gran Premio della carriera. Sul volto di Riccardo, reduce da mille illusioni di una carriera spesso avara, lo sbigottimento cedette volentieri il passo alla gioia. La doccia di champagne fu solo l’ultimo atto dell’epilogo più intrecciato, misterioso, multiforme e avvincente che abbia mai segnato un Gran Premio del Mondiale di Formula 1.

I TABÙ DI MONACO: DA PIQUET
«Guidare a Montecarlo è come andare in bici nel salotto di casa». Parole e pensieri di Nelson Piquet, non proprio uno qualunque. Uno che ha vinto tre campionati del Mondo. E che, a giudicare da questa sua esternazione, non certo per caso non ha mai, neppure una volta, trionfato nel Principato di Monaco, cioè nel circuito più affascinante del pianeta motori. Tra testacoda e incidenti, spesso si è ritirato. E quando è partito in pole (1981), ha chiuso secondo a oltre mezzo minuto dal vincitore, Gilles Villeneuve. Tra i grandi campioni del passato, insieme a Nigel Mansell, il brasiliano è l’unico a non aver mai sfatato il tabù. In tanti, invece, sono finiti nella stretta morsa delle strettissime curve del circuito cittadino. Esponendosi a rischi e rimediando figuracce: da Lorenzo Ascari che nel 1955, finì persino in mare alla chicane del Porto ad Ayrton Senna, che nel 1988 spense il cervello e finì contro il guardrail al Portier quando aveva quasi un minuto di vantaggio su Prost. 

PER LA FERRARI UN’ASTINENZA LUNGA 12 ANNI
È dal 2001 (trionfo di Schumacher) che le Rosse di Maranello non vedono sventolare la bandiera a scacchi prima degli avversari: sta diventando una maledizione. Un digiuno più lungo ci fu dal 1981 al 1997: mai una gioia a Monaco, tanto per fare un esempio, per Alboreto, Berger e Alesi, per citare i tre più noti dell’era più sfortunata. Negli ultimi tre anni, dall’arrivo di Alonso in poi, la Ferrari non è mai salita neppure sul podio. Ma Fernando non ha il problema di Piquet perché nel Principato ha già vinto guidando una Benetton e una McLaren. Se domenica dovesse fare l’impresa, allora, spezzerebbe un altro tabù: sarebbe il primo a trionfare con tre auto diverse.

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