Dopo 16 stagioni consecutive in cui ad aprire le danze era stato il Qatar, quest’anno il Mondiale di MotoGP 2023 riprende vita dall’Europa: questo fine settimana, infatti, accenderà i motori il Gran Premio del Portogallo sul circuito di Portimao, una pista piuttosto impegnativa che i tecnici Brembo hanno classificato con un indice pari a 3 su una scala da 1 a 6.
Analizzando meglio nei dettagli l’Autodromo Internacional do Algarve secondo i dati forniti da Brembo, che da otto anni collabora con tutti i piloti della MotoGP, in nove delle 15 curve si utilizzano i freni per un valore complessivo sul giro di 28 secondi e mezzo, pari al 29 per cento della durata della gara. Il tutto è reso ancora più complesso dai continui saliscendi che rendono difficile per i piloti calibrare le staccate, con il rischio di arrivare lunghi in discesa o di frenare troppo presto in salita. Se il tracciato non avesse alcuna pendenza le frenate sarebbero più agevoli, visto che 5 di esse comportano una riduzione di velocità inferiore ai 100 km/h. In buona parte delle curve i carichi sulla leva sono tutto sommato contenuti, così come le forze G a cui i piloti sono soggetti. Dalla partenza alla bandiera a scacchi il carico totale sulla leva del freno supera gli 8 quintali e mezzo.
Delle 9 frenate dell’Autodromo Internacional do Algarve solo una è classificata come impegnativa per i freni, 3 sono di media difficoltà e le restanti 5 sono scarsamente impegnative. La più difficile in assoluto? Sicuramente la prima dopo il traguardo, complice un rettilineo di 969 metri: i prototipi della MotoGP passano da 339 km/h a 120 km/h in 4,6 secondi in cui percorrono 262 metri. Per riuscirci i piloti esercitano un carico di 6,2 kg sulla leva del freno e subiscono una decelerazione di 1,8 g mentre la pressione del liquido freno raggiunge i 12 bar.