Gara2. Di nuovo tutto pronto per la seconda manche della SBK, quella che rende questo campionato così affascinante e soprattutto sempre aperto a possibili ribaltamenti di fronte,dato appunto che Spies precede in campionato Haga di soli 2 punti e ora ce ne sono ancora 25 in palio per il primo che taglierà il traguardo.
Ovviamente anche gli altri tenteranno di fare del loro meglio: Biaggi sembra avere un’Aprilia in perfette condizioni, a cui infatti non ha cambiato nulla, durante la pausa; Fabrizio vuole rifarsi non tanto della comunque buona quarta posizione in gara1, quanto del fatto che non sia riuscito a rimanere attaccato ad Haga per coprirgli le spalle da eventuali attacchi provenienti da dietro.
Ma bando alle ciance, il semaforo si accende, le manopole bollono e in un secondo sono tutti a correre alla ricerca della traiettoria migliore per uscire primi dalla curva dopo il rettilineo di partenza e passano nell’ordine: Biaggi, Spies, Haga e Rea, ma Haga subito supera Spies che vuole tornare secondo, mentre tiene agli attacchi di Rea. Poche gare e Haga saluta anche Biaggi conquistando la prima posizione, così come Rea supera Spies e insegue il romano sull’Aprilia, mentre Spies cerca ancora feeling con la ruota posteriore. Fabrizio, invece, parte male, rimane imbottigliato in nona posizione, mentre Rea corre come un demonio, sfruttando anche la terra che si trova a bordo pista, dando modo a Spies di attaccare, ma senza risultati apprezzabili. Byrne attacca Haslam per la quinta posizione, ma sono ormai distaccati dalla testa del gruppo. Haga fa segnare il giro veloce e Rea cerca di imitarlo, portandosi a ridosso di Biaggi che non ha il passo del giapponese né della Honda Ten Kate dell’irlandese.
Fabrizio recupera e si porta in settima posizione, dietro alla Ducati di Byrne, mentre Haslam sulla sua Honda Stiggy ha allungato sugli inseguitori.
Biaggi torna in sé facendo segnare il giro veloce, mentre Fabrizio spinge forte e supera Byrne, ma forse spinge troppo forte, tanto che perde l’anteriore e appena dopo il sorpasso cade, rialza la moto e riparte, ma il danno è fatto e rimarrà in coda per tutta la gara.
Haga cerca di allungare su Biaggi, che cerca di fare lo stesso su Rea, che a sua volta vorrebbe avere Spies più lontano e Haslam sopravanza. Biaggi le prova tutte e supera Nitronori, ma è costretto ad andare lungo e lasciare quindi la testa della corsa alla Ducati Xerox. Rea cerca di approfittarne e si avvicina, mentre Spies sembra adottare una strategia più attendista.
Un po’ come nella MotoGP, i primi 4 proseguono in fila indiana, ma a differenza della classe regina, non sono così distanti da ammazzare lo spettacolo, anzi continuano a ribattere giro veloce su giro veloce, fino a che Rea, galvanizzato, supera Biaggi che subito tenta di riprendersi la seconda posizione, senza però riuscirci.
Mentre Rea si porta spesso a ridosso di Haga, alla ricerca del sorpasso, Spies rimane invece leggermente distaccato da Biaggi; Rea tenta l’attacco ad Haga, ma il desmogiapponese non guarda in faccia nessuno e subito si riprende la posizione di testa.
Rea continua a punzecchiare Haga, consentendo a Biaggi di rimanere attaccato ai due, a sua volta attendendo il momento proprizio per rifarsi sotto, mentre invece Spies rimane sempre più distaccato dai 3 davanti: verrebbe da pensare a causa della gomma posteriore che il texano ha cambiato rispetto a gara1, fatto sta che non è lo Spies che ci ha conquistato durante tutto il campionato con la sua guida stellare, assomiglia piuttosto al deludente Spies visto ad Imola.
Smrz è costretto a tornare nei box per guasti tecnici, mentre Rea di nuovo si affianca ad Haga, ma deve poi rimettersi dietro una volta arrivati all’inserimento in curva.
Rea, forse complice la giovane età, sbaglia in una curva andando a lambire la terra, come troppo spesso accade, e il cinico Biaggi, forte della sua pluridecennale esperienza, non perde certo occasione per ringraziare e rimettersi in seconda posizione alla caccia della Ducati Xerox di Noriyuki Haga.
L’errore di Rea e le scaramucce tra Honda e Aprilia fanno sì che il contendente per il titolo Haga allunghi la distanza da quelli dietro, mentre stupisce vedere Spies in apparente difficoltà a tenere il passo dei piloti davanti a lui.
Rea, dopo aver passato qualche giro più calmo, senza rischiare, ricomincia a spingere forte, facendo segnare il giro veloce, e si prepara a tentare nuovamente l’attacco su Max Biaggi, che per quanto anche lui stia correndo forte, non è ancora in grado di attaccare Haga, ancora troppo distaccato, quasi solo in prima posizione.
Camier ha nuovamente problemi tecnici e torna ai box, mentre Spies è rimasto definitivamente troppo distaccato dai primi 3 che ribattono giro veloce su giro veloce, addirittura 5 secondi dietro, al punto che lo stesso pilota texano, a 7 giri dalla fine, scuote la testa sconsolato.
Rea è pronto e ricomincia ad attaccare Biaggi per la seconda piazza, Haga cerca di approfittare e di allungare.
Haga, mezzo secondo più veloce di Biaggi e Rea, allunga e tenta ancora di andare in solitaria, mentre la Honda e l’Aprilia dietro di lui sembrano non aver terminato il duello per il secondo scalino del podio; Spies tragicamente rimane quarto, ma a 8 secondi abbondanti da Rea.
Probabilmente le gomme di Rea cominciano a risentire del tanto gas che hanno dovuto trasferire a terra, logorandosi, come si evince dal fatto che i primi 3 piloti, a 3 giri dalla fine, corrono ora ben distanziati l’uno dall’altro: Haga spinge in solitaria, Biaggi lo vede e cerca di andarlo a riprenndere, impresa non ovvia, e Rea, appunto, arranca dietro a Biaggi, ma assolutamente al sicuro dagli attacchi del lontano quarto Ben Spies.
All’ultimo giro Haga non chiude affatto il gas, neanche ci pensa a ridurre il ritmo e a spron battente prosegue verso la vittoria, che infatti guadagna tagliando per primo il traguardo, Biaggi, non molto dietro, arriva secondo e poi l’ottimo Johnatan Rea precede di molto il deluso e deludente Ben Spies, Fabrizio scusandosi arriva tredicesimo.
Haga si riporta così in testa al mondiale con un vantaggio di dieci punti e, soprattutto, porta la Ducati a vincere il titolo costruttori nella Superbike 2009.
Tutto è ancora aperto, tutto, per l’assegnazione del titolo pilota, si deve ancora stabilire e a Portimao non c’è dubbio che assisteremo ancora una volta a due gare mozzafiato.
1 41 Haga N. (JPN) Ducati 1098R 38’00.282 (160,169 kph)
2 3 Biaggi M. (ITA) Aprilia RSV4 Factory 1.480
3 65 Rea J. (GBR) Honda CBR1000RR 6.024
4 19 Spies B. (USA) Yamaha YZF R1 18.135
5 91 Haslam L. (GBR) Honda CBR1000RR 21.236
6 71 Kagayama Y. (JPN) Suzuki GSX-R 1000 K9 23.647
7 67 Byrne S. (GBR) Ducati 1098R 23.701
8 31 Muggeridge K. (AUS) Suzuki GSX-R 1000 K9 24.838
9 7 Checa C. (ESP) Honda CBR1000RR 31.455
10 11 Corser T. (AUS) BMW S1000 RR 32.507
11 10 Nieto F. (ESP) Ducati 1098R 37.594
12 111 Xaus R. (ESP) BMW S1000 RR 44.727
13 84 Fabrizio M. (ITA) Ducati 1098R 49.782
14 15 Baiocco M. (ITA) Ducati 1098R 50.345
15 23 Parkes B. (AUS) Kawasaki ZX 10R 56.209
16 25 Salom D. (ESP) Kawasaki ZX 10R 58.796
17 94 Checa D. (ESP) Yamaha YZF R1 1’00.391
18 88 Resch R. (AUT) Suzuki GSX-R 1000 K9 1’20.777
19 132 Morais S. (RSA) Kawasaki ZX 10R 1’24.318
RET 22 Camier L. (GBR) Aprilia RSV4 Factory
RET 99 Scassa L. (ITA) Kawasaki ZX 10R
RET 96 Smrz J. (CZE) Ducati 1098R
RET 77 Iannuzzo V. (ITA) Honda CBR1000RR
RET 66 Sykes T. (GBR) Yamaha YZF R1