Prova su strada Un cielo plumbeo e carico di pioggia ci ha accompagnato per tutto il viaggio, un debutto bagnato che se credete ai proverbi la dice già lunga… Poco male, il tettuccio panoramico non ha certo lo stesso fascino di quando ci lascia vedere il cielo azzurro, ma c’è lo stesso di che divertirsi al volante della nuova Honda Jazz. Parlavamo di spazio poco sopra: ce n’è davvero parecchio, sia davanti che dietro. Il bagagliaio poi è veramente ben sfruttabile, anche nella configurazione “minima” da 399 litri. Gli interni si rifanno allo stile di Civic, e non è affatto un male. I materiali sono sopra la media, ben esaltati da assemblaggi impeccabili. C’è pure un navigatore semintegrato, che fa sorridere per qualche traduzione allegra ma svolge egregiamente il suo dovere. Il motore 1.2 scatta bene, ma soprattutto non fa rumore nemmeno nell’uso più scriteriato. L’indicatore di cambio marcia, tarato per un correto uso del propulsore in favore dei consumi, ci fa intervenire su un cambio manuale che è senza dubbio il migliore del segmento: secco, preciso e perfettamente manovrabile, sembra trapiantato da una sportiva. La dinamica è un giusto compromesso, la taratura delle sospensioni risulta comunque piuttosto tonica, cosa che si apprezza specialmente nei percorsi extraurbani. Honda Jazz rimane sempre ben piantata, frena con prontezza e garantisce anche un discreto divertimento. Il propulsore più potente conferma quanto di buono già detto, e ci aggiunge un pizzico di brio in più. Specialmente nella ripresa con i rapporti più lunghi si avverte la maggior prontezza del 1.4, altrettanto silenzioso ed economo del fratellino minore. Peccato non aver potuto testare il cambio automatico i-SHIFT a sei rapporti, che i colleghi ci hanno descritto come molto fluido e comodo specialmente tra i semafori del centro di Francoforte.