Un anno fa Fiat conquistava l’America, acquistando la Chrysler. E negli Stati Uniti la prima reazione di scetticismo di dipendenti ed azionisti si è trasformata in entusiasmo, portando l’azienda a numeri positivi dopo aver visto da vicino cosa poteva significare il tracollo.
E un anno dopo dirigenti e dipendenti si sono trovati per una festa all’ombra del Chrysler Technical Center di Auburn Hills per festeggiare il primo compleanno della “nuova Chrysler”.
Il Gruppo Chrysler ha voluto ringraziare in questo modo i propri dipendenti, riconoscnedogli una grande dedizione, e mettendosi davanti alle braci preparando hot-dog e sandwich.
Anche Sergio Marchionne, smesso per una volta il maglione blu, ha indossato un grembiule griffato Chrysler e si è messo al servizio dei lavoratori.
In cambio forse deve aver ottenuto uno spazio espositivo per le creature Fiat, la 500, alcune Ferrari e Maserati e i mezzi agricoli della New Holland. Come a voler sincerare gli statunitensi sulla bontà dello stile e della qualità costruttiva che arriva da Torino.
La popolarità di Marchionne negli States in questo momento sta vivendo una incredibile ascesa. Qualche settimana fa il Presidente USA Barack Obama, in visita all’impianto Jefferson North di Detroit lo aveva ringraziato per aver salvato la vita alla Chrysler, venendo ricambiato per il suo coraggio.
Pochi giorni fa anche il vice, Joe Biden, questa volta nello stabilimento Jeep di Toledo (Ohio), ha riconosciuto i meriti del manager Fiat.
Anche se i primi due trimestri hanno visto un utile operativo, quest’anno Chrysler non riuscirà a chiudere con un profitto netto. L’azienda ha contratto un grande debito col governo e gli interessi sono alti e per recuperare una certa liquidità bisognerà aspettare l’anno prossimo per un’offerta pubblica di azioni.
Nel frattempo i lavoratori hanno ritrovato serenità e felicità insieme alle loro famiglie.