Lamborghini Aventador provata sulla pista di Vallelunga

La casa del Toro ha celebrato la nascita della Lamborghini Aventador con un evento in grande stile ambientato in una cornice d’eccezione, ovvero la città eterna. Numerose Lamborghini storiche sono state collocate nei punti più famosi di Roma, mentre il Chiostro del Bramante ha ospitato numerose vetture provenienti dal museo Lamborghini. Punta di diamante di questa pacifica invasione è ovviamente lei, Lamborghini Aventador. Numerosi esemplari dell’ultima supersportiva di Sant’Agata Bolognese sono stati messi a disposizione dei giornalisti per effettuare dei test drive sulle strade romane, ma i colleghi di Auto.it hanno preferito testarla nel suo “ambiente naturale”: la pista.

Lamborghini Aventador sfoggia un design mozzafiato
Impossibile confondere la Aventador con un’altra vettura. La linea a cuneo che da decenni caratterizza le supercar della casa italiana giunge ad un nuovo step evolutivo. La vista laterale è dominata dagli immensi archi passaruota, resi ancora più monumentali dalla linea di cintura altissima e dalla ridotta finestratura. Il cofano anteriore è corto e sfuggente, i fari dalla forma squadrata hanno un sapore fantascientifico. Ancora più scenografica la vista posteriore, dominata dall’immenso vano motore munito di feritoie per il raffreddamento del V12 in posizione centrale. La coda della vettura si può riassumere in un minaccioso, stupefacente “becco” puntato verso l’alto che ingloba le luci e il pronunciato estrattore aerodinamico. Lo scarico centrale conferisce all’insieme ulteriore grinta e simmetria.

Specifiche tecniche “mostruose” per Lamborghini Aventador
I freddi numeri della scheda tecnica qualificano la Lamborghini Aventador come una delle supercar più estreme mai omologate per l’uso stradale. Il propulsore è un poderoso V12 da 700 cavalli e ben 690 nm di coppia massima, per una cilindrata di 6,5 litri. Frutto di un progetto inedito, è abbinato un cambio anch’esso di nuova concezione, denominato “ISR” (Independent Shifting Rods), un robotizzato capace di passaggi di marcia incredibilmente veloci, degni di una vettura da competizione.

In pista a Vallelunga con Lamborghini Aventador
Scesi (è proprio il caso di dirlo) nell’abitacolo della Lamborghini Aventador, la prima cosa che si nota è l’accessibilità decisamente migliorata rispetto alla precedente Murcielago, così come la pedaliera dislocata in posizione più centrale e comoda. Durante i primi metri lungo la pit lane, abbiamo apprezzato quanto la nuova sportiva del toro sia docile alle basse velocità, altro punto di vantaggio rispetto alla brutalità del modello che va a sostituire. Il rombo del motore è assai minaccioso fuori dall’abitacolo, ma ben mitigato una volta all’interno della vettura.

Entrati nel vivo della prova, l’aspetto più stupefacente è l’esuberanza del motore, coadiuvato alla perfezione dalle nuove sospensioni push rod capaci di assicurare limiti altissimi ed un handling semplicemente eccezionale. La Lamborghini Aventador va comunque trattata con estremo rispetto. Per quanto meno brusca nelle reazioni rispetto alla Murcielago, rimane comunque una supercar da 700 cavalli, capace di accelerare da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi, da 0 a 200 km/h in 8”9, da 0 a 300 in 24”5 e di chiudere chilometro da fermo in 19 secondi. I tre programmi di guida, Normal Sport e Corsa, influenzano pesantemente il comportamento della vettura in curva. Infatti i parametri modificati sono innumerevoli, dall’erogazione della potenza alla taratura dell’ESP, dai tempi di cambiata del sequenziale ai settaggi della sofisticata trazione integrale. Il programma Corsa esalta la meccanica della Aventador nella chiave della massima precisione di guida, alla ricerca della  prestazioneassoluta: un’esperienza semplicemente indescrivibile.

Fonte: Auto.it

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