ACEA: Le auto a benzina superano le vendite del Diesel, ma la realtà è diversa

La corsa all’elettrico che stiamo vivendo in questi anni sta portando risultati di ogni tipo, non ultimi insistenti paragoni con le auto a combustibile fossile, Diesel in primis. Lo scandalo del Gruppo Volkswagen ha violentemente smosso le acque, ma gettarsi a occhi chiusi verso la soluzione dell’elettrico rischia di rivelarsi più una fuga dal problema che una reale presa di coscienza. Pensiamo ad esempio ai costi di produzione per un’auto elettrica e alla sua alimentazione, che non produce emissioni locali ma condanna gli hinterland italiani alle centrali: quelle a carbone nel nostro paese hanno soddisfatto, nel 2014, il 13,5% del fabbisogno nazionale, per il quale si calcolano approssimativamente 39 milioni di tonnellate di CO2. Quasi la metà dell’inquinamento complessivo dovuto ogni anno all’elettrico.

Costruire centrali nucleari in Italia, pur mettendo da parte il referendum abrogativo del 1987, sarebbe deleterio principalmente per i tempi di costruzione che renderebbero obsoleta la centrale negli anni necessari alla sua realizzazione -il discorso obiettivamente è molto più complesso di così, ma cerchiamo di semplificare-. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, pensare che possano risolvere il fabbisogno di un popolo sempre più dipendente dall’elettronica (al quale si vorrebbe aggiungere l’auto!)  è, allo stato attuale delle cose, piuttosto difficile.

Le risorse idriche del nostro paese in primis e più in generale l’energia rinnovabile potrebbero di certo cambiare le cose, anche se purtroppo servono investimenti e forza di volontà, oltre alla consapevolezza che fotovoltaico ed eolico non possono offrire una “rendita” continua.

Ad ogni modo Dieselgate e corposi incentivi alla mobilità sostenibile -pensiamo ai paesi del Nord Europa- hanno portato al sorpasso del gasolio da parte dei motori a benzina. Non in Italia però, dove il Diesel viene ancora scelto nel 57% dei casi per quel che riguarda le nuove immatricolazioni. Un dato in parte annacquato dalle immatricolazioni “da concessionario”, per le auto che diventeranno chilometri zero e che rientrano comunque nelle statistiche. I fattori che portano all’una o all’altra scelta sono molteplici, a cominciare dalla crisi economica iniziata nei primi anni Duemila e continuando con le abitudini culturali di un popolo abituato a vivere in auto, pronto a percorrere un gran numero di chilometri che si tratti di lunghe trasferte o piccoli spostamenti.

L’Europa ha chiesto ad ACEA una riduzione dell’inquinamento del 20% (dovuto alle auto…) entro il 2021, al quale Dieter Zetsche ha replicato chiedendo una proroga fino al 2030. Secondo il CEO Daimler -nonché presidente di ACEA- le auto elettriche non sono un problema per i costruttori quanto per i clienti, poco predisposti alla spesa e alle condizioni particolari necessarie alle auto a batteria. Ora l’associazione ci fa sapere che nell’Europa a 15 il Diesel è già in calo, come a voler suggerire che misure così drastiche non sono affatto necessarie.

Questa Europa a 15 (formata da Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito) torna quindi a preferire la benzina dopo 8 anni. Secondo il Sole 24 Ore siamo ai funerali di stato per il gasolio, reo di inquinare di più rispetto alle auto a Verde SP.

 

Il punto però è che l’inquinamento atmosferico deriva solo in minima parte dalle automobili. Il programma televisivo Dispatches, in onda sulla rete britannica Channel 4, ha misurato le particelle ultrasottili emanate dai camini delle navi da crociera. La soglia di particelle registrate ha raggiunto le 226 mila: “Sono livelli che ci si aspetterebbe di trovare nelle metropoli più congestionate al mondo, come Dubai o Pechino.” Ha commentato il dottor Loxham, dell’università del Southampton “Paragonando questi numeri allo smog prodotto dalle auto, servirebbe circa un milione di vetture per raggiungere lo stesso grado d’inquinamento prodotto da una nave.”

Ed è proprio questo il proverbiale elefante che ci troviamo nella stanza. Il pensiero di affrontare di petto l’enorme problema dell’inquinamento ambientale concentrandosi sulle automobili sarebbe assurdo.

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