Un’automobile raffinata, elegante ma allo stesso tempo sportiva: l’Alfa Romeo 4C, nome che vuole richiamare i modelli 6C e 8C degli anni Trenta e Quaranta, è uno dei tanti oggetti del desiderio per gli appassionati della Casa di Arese, presentata per la prima volta al Salone di Ginevra del 2013 per poi andare subito in produzione fino al 2021.
Vera erede della precedente 8C Competizione del 2007 e diretta evoluzione della Concept del 2011, viene costruita inizialmente in versione Coupé per poi, nel 2014, diventare Spider, con una
carrozzeria di tipo “targa”con tettuccio semirigido in tela o hard- top in fibra di carbonio. Compatta e leggera grazie a un telaio in fibra di carbonio e all’impiego di alluminio e fibra di vetro negli stabilimenti Maserati di Modena, l’Alfa Romeo 4C è equipaggiata con un quattro cilindri in linea turbocompresso da 1.7 Litri in grado di erogare 240 Cv e 350 Nm, abbinato a un cambio a doppia frizione TCT di tipo sequenziale con launch control.
La trazione è posteriore e le modalità di guida possono essere selezionate con il manettino Alfa DNA: per questo motivo è considerata una supersportiva senza compromessi, ma per la guida di tutti i giorni sono disponibili diversi aiuti elettronici. Nella plancia, praticamente priva di comandi, il cruscotto è completamente digitale e offre tutte le informazioni necessarie. La versione spider mantiene la stessa impostazione e lo stesso disegno (tranne nei fari anteriori, qui carenati, e nella forma del padiglione) ma negli interni è un po’ più confortevole.
L’Alfa Romeo 4C disponibile presso Garage Italia Marketplace è una speciale one-off realizzata per omaggiare l’opera giapponese del maestro Katsushika Hokusai, chiamata “La grande onda di Kanagawa”. La carrozzeria della vettura italiana è stata utilizzata come una grande tela per l’aerografia di questo dipinto, che domina tutta la parte posteriore della fiancata e l’intera superficie del tetto. L’abitacolo, invece, è caratterizzato da denim giapponese Kubaro e pelle Foglizzo che richiama le squame della carpa koi, le quali si aggiungono al rivestimento riservato alla leva del freno a mano che si ispira alla tecnica Tsukamaki, l’arte di rivestire l’elsa della katana.