Tre virgola due secondi, sì, proprio 3,2″ è il tempo sufficiente all’Audi R8 V10 Plus Coupé per raggiungere da ferma i 100 km orari, ma anche lo stesso intervallo temporale necessario affinché la prima impressione di guida rimanga scolpita nella memoria, in modo indelebile.
È quanto è riuscito a provare l’inviato di Infomotori, assieme a pochi altri fortunati colleghi, al tour di ben 595 km fra Trentino, Alto Adige, Lombardia e Tirolo, a St. Anton, con la magnifica creatura dei Quattro Anelli, che ha aperto nuovi orizzonti alla guida sportiva sulle strade di montagna.
Una vettura progettata per la pista (partecipa al campionato mondiale Gran Turismo) e sviluppata per la strada, che ha trovato sulle nostre rotabili d’altura un circuito molto interessante per proporsi e nel contempo far divertire.
Perché i suoi 10 cilindri a V sviluppano ben 610 cavalli nella nuova versione Plus e a domarli diventa un vero piacere, soprattutto in salita e discesa.
Prestazioni mozzafiato che abbiamo provato transitando su ben 7 passi alpini, attraversando 9 valli e 3 parchi naturali. Un giro di due giorni più impegnativo a osservarlo sulla cartina altimetrica che a viverlo comodamente seduti a bordo della fantatica coupé di Ingolstadt.
La R8 Plus è davvero comoda, con sedili perfettamente ergonomici e regolabili alla perfezione, che sembrano fatti su misura come in Formula 1. Una comodità che, nonostante l’impegno fisico e mentale per portarla a compiere prestazioni eccellenti, consente di uscire dall’abitacolo per niente stanco, anche se non sei allenato a super prestazioni sportive.
Perché con l’Audi R8 non si può andare piano: è il suo istinto e la notevole sicurezza che ti incita a premere sull’acceleratore. Lo capisci dopo le prime curve sul bagnato, di che pasta è fatta. Un controllo eccellente, difficilmente riscontrabile su altre supercar, al punto da farti percepire di correre su asfalto asciutto anche con la strada completamente bagnata.
Davvero notevole il lavoro dei tecnici e progettisti tedeschi su questa coupé, tanto bella quanto performante. Da 10 e lode. Sembra davvero incredibile come faccia a non sbandare mai, anche quando vai forzatamente a cercare i suoi limiti. I vari controlli di stabilità e assetto (il tasto di disattivazione è stato neutralizzato) intervenivano prontamente, mantenendo la vettura sul binario tracciato col volante, senza una seppur minima sbavatura.
Tutto ciò è avvenuto a più riprese, usando le palette dietro il volante del cambio sequenziale S tronic a 7 velocità a doppia frizione, sia in modalità Dynamic che con la più assoluta Performance, attivabile in qualsiasi momento con il pulsante rosso posto sul volante. Sembrava un aereo senza pilota con il booster in coda che si accende improvvisamente per partire dalla rampa di lancio.
Come dire che, da tranquilla passista in modalità Comfort, la “belva” teutonica passa in una frazione di secondo a sfoderare alla grande tutta la sua cavalleria, per un rapido sorpasso fra una curva e l’altra o, semplicemente, per un deciso allungo in salita. E sempre nella massima sicurezza, con un volante molto preciso che non ti scappa mai dalle mani, nonostante una spinta davvero vigorosa.
I suoi 5.200 centimetri cubi, divisi in due bancate utilizzabili anche separatamente (quando c’è poca richiesta di potenza, per esempio in città o su trafficate strade extraurbane, cinque pistoni arrestano la loro corsa) sono più che sufficienti a dare energia a una vettura che pesa 1.500 chili, ma dalla grinta spaventosa.
Molto appagante anche il rombo del motore, con un deciso scoppiettio in rilascio, non reale, ma generato. Un sound efficace, che dà ancora più vigore alla marcia trionfale di Audi R8 V10 Plus Coupé.
Perfettamente efficienti e modulabili i freni ceramici, che rallentano la vettura in tempi brevissimi, fornendo una sensazione di sicurezza estrema. Un impianto davvero d’alta qualità, tarato alla grande per la sua velocità di punta di 330 km orari, raggiungibile soltanto in pista con tutti i 610 cavalli al galoppo sfrenato.
In mezzo a grandi coltivazioni di mele e d’uva, come fra pini e abeti dei boschi d’alta quota, l’Audi R8 V10 Plus è letteralmente schizzata, senza remore, schiacciando sull’asfalto tutta la rilevante potenza del propulsore, legato alla trazione 4×4, con ripartizione impostabile anche dal guidatore, senza dare mai un pensiero, un fastidio, mettendo le sue grandi impronte (pneumatici Pirelli da 305/30 ZR20) dove le volevamo posizionare, per sfruttare al meglio o l’entrata o l’uscita di curva, le migliori traiettorie, sempre nella massima sicurezza, incurante delle numerose disconnessioni delle strade d’alta montagna, ammortizzate perfettamente dall’alta tecnologia tedesca.
Grande merito anche al motore centrale sotto il lunotto (un vero gioiello che può essere anche illuminato), che regala alla vettura uno spiccato equilibrio e un’eccezionale tenuta di strada, grazie anche al pronunciato spoiler posteriore in carbonio, che aumenta la deportanza sull’assale posteriore.
Siamo transitati sui passi Campo Carlo Magno, Tonale, Gavia, con i suoi 2.652 metri avvolti nelle nuvole, lo Stelvio sotto la pioggia incessante con i suoi 88 tornanti, passo Resia con il suo campanile la cui punta sbuca dal lago. Una sequenza incredibile di curve che la “nostra” (per 31 ore) rossa R8 V10 Plus ha macinato sicura di sè, senza una minima sbavatura, anche in condizioni proibitive come sul passo Rombo (dove abbiamo visitato uno spettacolare museo automotoristico), con tanto freddo (è uno dei posti più gelidi delle Alpi) e la neve ai lati, caduta nottetempo, per terminare con il passo delle Palade, una delle più antiche vie di comunicazione, prima di rientrare a Madonna di Campiglio, sede di tante attività sportive della casa dei 4 anelli.
Molto appropriato anche il rivoluzionario modo di vedere del conducente, tutto concentrato frontalmente, davanti a sè, per non distrarsi nemmeno un attimo. Che si tratti dell’avviamento del motore, della dinamica di marcia, del sound, dell’Infotainment o dei comandi del cambio, tutte le funzioni possono essere regolate direttamente tramite il volante in pelle Performance R8.
Anche l’innovativo Audi virtual cockpit si concentra sul conducente, con lo schermo TFT da 12,3″ che visualizza tutte le informazioni importanti nel campo visivo diretto di chi sta alla guida, con una grafica precisa, nitida e ricca di contrasto. Con la combinazione dei contenuti configurati secondo il gusto personale, basta uno sguardo per avere tutto sotto controllo, anche a esempio la pressione e temperatura di ogni singolo pneumatico.
All’interno si può scegliere ben 28 combinazioni di colore.
A interrompere queste feroci cavalcate, ogni tanto una sosta gastronomica con pietanze che si potevano preparare assieme ai cuochi, con ingredienti a stretto km zero. Il buon vino (quando si guida non si beve) è stato sostituito da prelibati succhi ricavati con piante del bosco (mirtilli, sambuco, melissa) che andavano necessariamente a sposarsi con i canederli allo speck, al formaggio di malga e alle erbe. Posti fuori dai normali circuiti, raggiungibili con stradine nel bosco dove la R8, larga quasi 2 metri e lunga 4,42, appena ci passava. Ma ne valeva la pena. L’ultimo, il più rustico, ci ha visto assaggiare le specialità del posto addirittura sulle rotoballe di fieno a mo’ di tavolino, con tanto di allegri suonatori con impropri strumenti autocostruiti, ma ugualmente efficaci.