Quando si parla di supercar, qualsiasi appassionato di automobili che si rispetti non può che rimanere incantato dalla tecnologia di fronte ai propri occhi: non si tratta solo di linee affascinanti – moderne o senza tempo che siano – ma anche (e soprattutto) di motorizzazioni che hanno fatto la storia del mondo automotive, come il mitico 8 cilindri a V che, in più di un’occasione, ha avuto modo di dire la sua nei confronti dei più potenti (e rumorosi) V10 e V12 aspirati.
Un’unità che ancora oggi è scelta per le sue ottime prestazioni in termini di potenza e di coppia e che ha caratterizzato diverse importanti macchine sportive: non possiamo nominarle tutte, ma almeno per le dieci più importanti è doveroso dedicare un articolo-tributo come questo. Iniziamo dalla nostra “preferita”, la Ferrari F40: creata per celebrare i quarant’anni di attività sportiva della Casa di Maranello, fu prodotta tra il 1987 e il 1992 e al tempo diventò l’auto di serie più veloce del mondo, grazie alla sua top speed di 324 km/h raggiunta con un 2.9 Litri a due turbo-compressori da 478 CV e 577 Nm di coppia.
Si trattava di una supercar che, idealmente, doveva sostituire la precedente 288 GTO, realizzata in soli 280 esemplari per ottenere l’omologazione alle competizioni del Gruppo B e derivata dalla più “stradale” 308 GTB. Le sue specifiche? Ovviamente un V8 capace di erogare la bellezza di 400 cavalli e 396 Nm di coppia massima, sufficienti per coprire lo scatto 0-100 in meno di cinque secondi e per raggiungere la velocità massima di oltre 300 km/h. Al suo fianco, per completare questo trio di “Rosse”, dobbiamo citare la ben più giovane Ferrari 458 Speciale, ultimo esempio di otto cilindri a V uscito dalla factory del Cavallino Rampante.
Migliorato in tutto e per tutto rispetto al propulsore della 458 “standard”, il V8 della Speciale utilizza pistoni specifici dal rapporto di compressione pari a 14:1, nuovi condotti e valvole di aspirazione e scarico e un airbox completamente in fibra di carbonio. Il tutto concentrato in un’unità da 4.5 Litri con potenza specifica di 135 cavalli/Litro, che spinge l’output prestazionale fino a 605 CV e 540 Nm di coppia massima.
Nel corso degli anni, ovviamente, anche altre vetture hanno montato degli otto cilindri a V particolarmente “pompati”: tra queste vogliamo menzionare la bellissima Shelby AC Cobra, che nella sua ultima versione 427 poteva fregiarsi di un mostruoso 7 Litri da 425 cavalli e 651 Nm di coppia, così come l’ultima Ford Mustang GT500 Signature Edition da 5.2 Litri e ben 810 CV, tra l’altro in serie limitata a soli 100 esemplari.
Dai “cavalli americani” ora passiamo a quelli tedeschi e poi a quelli inglesi, rispettivamente con la BMW M5 e poi con la McLaren P1: da una parte abbiamo un V8 bi-turbo da 4.4 Litri capace di sviluppare, nell’ultimo Model Year 2021, ben 592 cavalli e 750 Nm di coppia massima che possono salire addirittura a 617 CV nel caso dell’edizione Competition che, di conseguenza, è in grado di fermare il cronometro dello 0-100 in soli 3,4 secondi. Dall’altra, invece, troviamo la degna erede della mitica F1 degli anni ’90: motore V8 da 3.8 Litri e 727 cavalli a doppio turbo-compressore associato a un’unità elettrica da 177 CV, per un totale di oltre 900 CV e prestazioni stratosferiche nell’ordine dei 350 km/ di velocità massima (auto-limitata) e uno 0-100 coperto in addirittura 2,8 secondi.
Torniamo, e concludiamo, la nostra Top 10 con altre tre supercar italiane: nell’ordine citiamo la sportiva (ma anche elegante) Maserati Granturismo, ormai fuori produzione dal 2018 ma ben conosciuta per il suo V8 da 4.244 centimetri cubici capace di erogare 405 cavalli e 460 Nm di coppia massima (poi ulteriormente “pompati” dalle specifiche versioni Granturismo S con motori rispettivamente da 450 e 460 CV), il SUV Lamborghini Urus, che utilizza un V8 a doppio turbo di derivazione Audi a trazione integrale da 650 CV e 850 Nm di coppia, e la mitica Alfa Romeo Tipo 33 Stradale, ancora oggi considerata come una delle prime vere sportive del panorama automobilistico tricolore.
Realizzata a partire dal 1967, questa vettura fu pensata in due varianti: la Tipo 33 da competizione e la Stradale omologata per l’utilizzo “quotidiano”, entrambe costruite a livello artigianale ed equipaggiate con V8 da 2 Litri che, in linea di massima, era in grado di erogare circa 230 cavalli e poco più di 200 Nm di coppia massima. Associato a una trasmissione manuale a sei rapporti, la 33 Stradale raggiungeva prestazioni davvero interessanti per l’epoca, soprattutto per il fatto che prendeva vita direttamente dalle mani degli ingegneri Alfa Romeo: la velocità massima, infatti, raggiungeva il picco di 260 km/, mentre lo 0-100 era coperto in soli 5 secondi e mezzo. Niente male, vero?