Le Formula 1 di oggi sono sicuramente le monoposto più veloci e potenti mai create, sia per la loro top speed (che su circuiti ad alta velocità supera i 350 km/h) che per il grip meccanico e aerodinamico che sono capaci di esprimere una volta giunto il momento di approcciare le varie curve di un circuito. Al giorno d’oggi queste single-seaters sono inavvicinabili da qualsiasi vettura di serie… ma cosa succederebbe se, in futuro, ne fosse creata una?
Questa è la domanda da cui sono partiti i tecnici della Bugatti, che hanno dato via al prototipo di una hypercar sensazionale che è anche la protagonista di questo articolo: si chiama Bolide ed è un concept che punta tutto sulla potenza esagerata del suo W16 8 Litri quadriturbo, capace di raggiungere l’impressionante valore di 1.850 cavalli accompagnati da altrettanti 1.850 Nm di coppia massima. Ma non è tutto, perché l’altro dato stratosferico è il peso di questa vettura, che si assesta a soli 1.240 kg per un rapporto kg/CV di ben 0,67!
Alcuni dati ve li abbiamo già dati, ma vogliamo ribadire il concetto: la nuova Bugatti Bolide si preannuncia come la vettura più potente mai creata dal marchio francese. La base di partenza è la ex-auto più veloce del mondo, la Chiron Super Sport 300+, dalla quale eredita il famoso W16 da 8 Litri sovralimentato spostando l’asticella verso limiti fino a ieri sconosciuti. A patto di utilizzare la benzina da competizione a 110 ottani, la Bolide è in grado di raggiungere e oltrepassare i 500 km/h di velocità massima, senza compromettere il grip offerto dagli pneumatici alle top speed più estreme raggiungibili in circuito.
Rispetto alla Chiron Super Sport 300+ gli interventi si sono concentrati sulle turbine degli intercooler, sui radiatori dell’acqua, sul sistema di scarico (alleggerito) e sul sistema di lubrificazione interno, che hanno incrementato la potenza di 250 cavalli alleggerendo l’intera struttura portante di quasi 700 kg. Il risultato è davvero sensazionale, perché la Bolide è in grado di completare un giro della pista di Le Mans (quella della 24 Ore) in 3 minuti e 7 secondi, mentre il primato sul mitico Nurburgring Nordschleife si è assestato sui 5 minuti e 23 secondi (non distante dal record assoluto di 5’19’’ detenuto dalla Porsche 919 Hybrid EVO, che è un prototipo da corsa della classe LMP1).
Benchè equipaggiata con la trazione integrale e il cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti, la Bugatti Bolide si è dimostrata un vero e proprio fulmine anche nelle prove di accelerazione con partenza da fermo. Lo 0-100 è stato coperto in soli 2,17 secondi, lo 0-200 in 4,36, lo 0-300 in 7,37 e lo 0-500 in 20,16 secondi. Quest’ultima prova, inoltre, è stata ripetuta arrivando alla velocità massima per poi riportare la vettura a zero, con un tempo di 33,62 secondi.
Tali prestazioni, ovviamente, devono essere tenute a bada da una struttura all’altezza… e anche in questo caso la Bugatti Bolide esce vincitrice. Il telaio è un monoscocca in fibra di carbonio studiato appositamente per garantire la giusta rigidità torsionale all’intera vettura, che inoltre utilizza il “carbon fibre” su molti pannelli della carrozzeria e sul fondo, che è distante dall’asfalto solamente 995 millimetri.
Le dimensioni, in questo caso, sono una celebrazione della mitica Bugatti Type 35 e sono rappresentate da un passo di 2,75 metri e una larghezza di nemmeno due metri: la Bolide, quindi, è una vettura compatta pronta ad aggredire l’asfalto, con tutta la bulloneria in pregiato titanio che è anche utilizzato per molte componenti stampate in 3D.
Per quanto riguarda gli interni, l’abitacolo è stato creato seguendo le precise norme di omologazione FIA: la Bolide è in grado di ospitare piloti fino a due metri di altezza, che si accomoderanno su un sedile in fibra di carbonio con pedaliera configurabile nella distanza fino a 15 centimetri. Grande attenzione, inoltre, è stata posta al resto della componentistica, che prevede sospensioni di tipo push-rod all’anteriore e a doppio triangolo al posteriore, che lavorano su cerchi OZ in magnesio monodado e gomme slick della Michelin nelle dimensioni 300/60 R18 all’avantreno e 370/71 R18 al retrotreno.
Ultimo appunto, l’impianto frenante: rispetto alla Chiron questo è stato completamente riprogettato ed ora utilizza la tecnologia carboceramica con dischi in magnesio forgiato da 340mm all’anteriore e da 400mm al posteriore su pinze a sei pistoncini, il cui peso è di 2,4 kg ognuna.
Per la Casa francese la Bolide rappresenta un primo esercizio di tecnica e di stile che si avvicina al mondo delle hypercar costruite per esaltare le loro prestazioni in circuito. In questo senso, quindi, non poteva mancare un raffinato lavoro sull’aerodinamica, che introduce una verniciatura azzurra solamente sul 40% della carrozzeria in carbonio e una innovativa presa d’aria sul tetto, realizzata con un materiale che cambia la propria forma all’aumentare della velocità.
Quando questa raggiunge valori molto elevati l’airscoop della Bolide è in grado di ridurre la resistenza all’avanzamento del 10% e quella al sollevamento da terra del 17%, possibile per la modifica dei flussi dell’aria che si dirigono verso il mastodontico alettone posteriore. Questo, tra l’altro, è preceduto da una pinna centrale che aiuta nel mantenere la vettura a terra, la quale genera una downforce all’avantreno di 800 kg e al retrotreno di ben 1.800 kg quando si raggiungono i 320 km/h. Nel momento in cui si aggrediscono le curve, invece, la Bolide un’accelerazione laterale massima di 2,8 g.
A conti fatti, quindi, questa concept car può essere vista come un missile a quattro ruote, che richiama il mondo dell’aeronautica non solo in alcuni materiali della sua carrozzeria ma anche per l’adozione di un gruppo ottico posteriore con morfologia a X, chiaro omaggio al famoso Bell X-1 che è stato il primo aereo a superare la barriera del suono nel 1947. Purtroppo, però, si tratta pur sempre di un prototipo, perché al momento Bugatti non ha ancora deciso se destinarlo alla produzione in serie.