Citroen Italia ha portato alla luce la spettacolare Citroen 2CV Soleil, edizione speciale disegnata dall’artista francese Serge Gevin nel 1982. È un esemplare unico che accomuna due protagonisti della storia: Serge Gevin, artista, designer, grafico francese, e la 2CV. Una piccola, economica, robusta vettura ideata da Pierre-Jules Boulanger, a capo di Citroën negli anni Trenta che poi a partire dagli anni Cinquanta entra nel cuore dei francesi e ciascuno la personalizzava secondo il proprio gusto. Perché la “Deuche” (contrazione di Deux Chevaux, ovvero Due Cavalli), come era stata soprannominata, non era una semplice autovettura ma una tavolozza su cui disegnare se stessi, i propri sogni, il proprio immaginario.
Una tavolozza troppo invitante per non interessare il fantasioso Serge Gevin, titolare dell’agenzia Pink che si occupava dello studio dell’allestimento degli stand Citroën nelle manifestazioni più importanti. Proprio da un’idea artistica di Serge Gevin nacque, quasi per gioco, la prima serie speciale della 2CV, denominata Spot, la cui carrozzeria bianca – arancio riprendeva i motivi tipici delle sedie da spiaggia. Da questa versione derivò negli anni Ottanta la 2CV Charleston, declinata nelle scale cromatiche nero/giallo, nero/rosso, doppia tonalità di grigio. Al vulcanico Serge Gevin si devono serie speciali Citroën di grande successo come la Dyane Caban, la Visa Sextant, la 2 CV Dolly.
Era rimasta invece nel cassetto dei sogni dell’artista una 2CV davvero particolare, che lo stesso artista ha raccontato così: “Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti devono essere bianchi, come le scocche dei fari (rotondi, mi raccomando), bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio c’è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio ed una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere”. E da questo sogno Citroën Italia ha realizzato una 2CV realizzato con la supervisione di Gevin in persona, partendo dalle “ceneri” di una 2CV Club del 1982. Un raggio di … Soleil per illuminare la lunga e gloriosa storia della piccola Deuche.
Come è stata creata l’edizione speciale Citroen 2CV Soleil
Una volta che l’artista in persona ha realizzato non solo i figurini, ma anche i disegni per le fiancate e il bagagliaio, il secondo passaggio è stato la scelta dell’esemplare su cui lavorare e il stabilire il processo di restauro, affidati all’Atelier 2CV di Bareggio, vicino a Milano. Il titolare, Guido Wilhelm, viaggia in 2CV da quando era un ragazzo e conosce il modello nei minimi dettagli e, d’accordo con Guido, viene presa la decisione di non modificare una 2CV già in ordine, ma di salvare una vettura che altrimenti sarebbe stata rottamata. Sulla meccanica di una 2CV Club del 1982, era stata montata la scocca di una 2CV Charleston più recente, ma la corrosione e l’incuria avevano ridotto l’auto ad un ammasso di lamiere arrugginite ed anche il telaio presentava seri problemi di corrosione. Per la meccanica la scelta è facile: smontare tutto, salvare ciò che non ha tracce d’usura e rimpiazzare tutto il resto con pezzi nuovi, possibilmente d’origine Citroën.
Si è passati poi dall’esame del telaio e dei fondi e l’unico sistema per farlo bene era staccare la scocca dal telaio, smontando così anche tutto ciò che al telaio era fissato, compresi motore e sospensioni. A questo punto è stato possibile lavorare comodamente sullo chassis, aprendolo per verificarne lo stato interno, sostituendo le lamiere corrose. L’esame successivo è stato quello che riguardava la scocca da cui sono state segate via le lamiere eccessivamente intaccate per sostituirle con piani nuovi (anch’essi regolarmente prodotte). Le saldature sono state fatte come all’epoca: per puntatura, come veniva fatto nella fabbrica di Levallois, dove questa 2CV è nata più di trent’anni fa.
Il motore si apre a metà, come una mela! Vengono quindi sostituite tutte le parti anche minimamente usurate. Si tratta di un motore semplice ma allo stesso tempo la sua architettura è tra le più sofisticate: un boxer bicilindrico progettato negli anni ’40 dall’italiano Walter Becchia e costantemente aggiornato da Citroën con l’uso di materiali e tecnologie sempre più evoluti. Quello della 2CV è l’ultimo tipo, lo stesso che equipaggerà le ultime auto prodotte sino al luglio del 1990, sviluppa circa 35 cavalli di potenza che permettono alla Deuche di sfiorare i 120 km/h. Il motore della 2CV6 è piuttosto affidabile ma ha (nella migliore delle ipotesi) almeno 25 anni di età e quindi non può che richiedere qualche cura. Si tratta di un motore raffreddato ad aria che se da un lato non presenta le corrosioni tipiche prodotte dal liquido di raffreddamento, dall’altro è soggetto a naturali escursioni termiche che accentuano lo stress del metallo. L’albero motore della 2CV non è revisionabile e nel caso va sostituito, cilindri e pistoni nuovi completeranno la revisione della parte centrale del motore. Le testate possono essere revisionate, con l’eventuale riporto di nuove sedi delle valvole. Queste ultime e le relative guide andranno sostituite. Un controllo all’albero a camme, la sostituzione dei bicchierini della distribuzione ed un accurato rimontaggio precederanno le regolazioni di base da fare prima dell’accensione del motore che sarà pronto così a percorrere altre centinaia di migliaia di chilometri.
Con il motore pronto, il telaio e la scocca risanati e le protezioni anticorrosione rinnovate, non è rimasto che verniciare le varie parti nelle tinte scelte: la scocca, i parafanghi, le portiere e i cofani. Poi i paraurti, i cerchi ruota e il telaio stesso. Il cambio di velocità è dotato di quattro marce avanti, la quinta sarebbe inutile: la 2CV può marciare a tavoletta in quarta per ore ed ore: non c’è radiatore dell’acqua, non c’è guarnizione della testata ma c’è un radiatore per controllare la temperatura dell’olio. La 2CV è raffreddata ad aria e viaggia in qualsiasi clima: dal Polo all’equatore. Anche qui il restauro è totale: ingranaggi, sincronizzatori, tutto è verificato con il micrometro per ottenere un cambio di velocità assolutamente perfetto.
Dopo aver assemblato motore e cambio, è il momento di unire la meccanica al telaio: quattro gomme Michelin 125 X 15 su quattro cerchioni nuovi (tutt’oggi forniti da Citroën) e dipinti in Blanc Meije vengono montate ai quattro bracci del telaio. I freni sono già al loro posto, nuovi anch’essi, ovviamente, come gli ammortizzatori, anch’essi originali Citroën (vedi foto 8 e 9). Infine parafanghi, portiere, cofani e paraurti. La 2CV ha ripreso la sua forma; ora i finestrini, la capote, le maniglie con le serrature, l’impianto elettrico, il cruscotto, i rivestimenti interni ed i sedili possono trovare la loro collocazione. Infine i fari e le decorazioni. Le regolazioni al motore ed alla geometria delle ruote completeranno l’operazione. La 2CV, (ri)costruita artigianalmente oggi come allora, è pronta a tornare sulle strade d’Europa.