Con l’avvicinarsi della data del 6 aprile, termine ultimo dello scorso DPCM di marzo, il Governo ha dato un primo, timido, segnale di voler progressivamente interrompere le limitazioni fin qui vissute dagli italiani, spostando il focus sulle riaperture e sulla ripartenza del nostro Paese. Come molto spesso accade nella vita, invece, tutte le aspettative si sono infrante riportando tutti con i piedi per terra: con la Pasqua alle porte, l’Italia rimarrà sostanzialmente ferma nella sua attuale situazione, divisa in zone rosse e arancioni volte a limitare le libertà e gli spostamenti con lo scopo di ridurre i contagi e i morti causati dalla pandemia Coronavirus.
L’unica novità? Che se nel periodo compreso tra il 7 e il 30 aprile un territorio (Comune, Provincia o Regione intera) dimostrerà che i propri dati sono da area gialla e che è in linea con l’andamento della campagna vaccinale, potrà eventualmente godere di un certo allentamento delle misure restrittive previa decisione da parte del Governo – il quale si riserverà anche la totale discrezionalità nel valutare oggettivamente i due parametri appena specificati.
Per aprile, quindi, dovremo ancora portare pazienza nel seguire le regole a cui siamo abituati da alcuni mesi: in zona rossa e arancione sarà possibile far visita ad amici e parenti una sola volta al giorno e in un numero massimo di due persone (anche nel weekend di Pasqua) entro i confini regionali, raggiungere le seconde case (anche fuori regione), fare la spesa e andare a fare una passeggiata vicino casa oppure attività sportiva in forma individuale.
Il coprifuoco sarà sempre attivo dalle 22 alle 5, mentre le scuole saranno in presenza da quelle dell’infanzia fino al primo anno della secondaria di primo grado. Sempre in presenza quelle successive in zona arancione, mentre a distanza quelle in fascia rossa. Per quanto riguarda bar e ristoranti, invece, si potrà fare affidamento solamente ai servizi da asporto e a domicilio, mentre gli unici negozi aperti saranno quelli di prima necessità (supermercati, farmacie, tabaccherie…). Lato spostamenti, niente da fare per quelli fuori regione, tranne per comprovate situazioni di necessità, di salute, di lavoro o di rientro presso la propria abitazione tramite apposita autocertificazione.