Come se l’emergenza scatenata dall’epidemia Coronavirus non bastasse, da oggi arriva un altro problema per tutti coloro che sono costretti ad utilizzare l’automobile: i distributori di benzina in tutta Italia sono pronti a chiudere. I sindacati di categoria, infatti, hanno deciso per una serrata progressiva delle pompe di benzina, visto che “da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio“.
Cos’è stato proclamato di preciso da Faib, Fegica e Figisc/Anisa? La chiusura di tutti gli impianti di rifornimento della rete autostradale da mercoledì notte, compresi quelli posizionati su raccordi e tangenziali, ai quali seguiranno tutti gli altri lungo la viabilità ordinaria. “In questo momento drammatico per il nostro Paese c’è una categoria di persone, oltre 100.000 in tutta Italia, che ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone“, questo è quanto recita il comunicato stampa ufficiale.
Centomila persone praticamente “invisibili” per il Governo. Un problema non da poco, rispetto al quale il Garante sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha chiesto alla controparte di revocare la decisione presa. In tal senso, inoltre, la Ministra dei Trasporti Paola de Micheli e il Ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli hanno affermato che sono in cantiere “delle intese tra i concessionari e in benzinai“, in modo da garantire dei periodi di apertura alternata per assicurare il sistema di rifornimento self-service.
In ogni caso, la presa di posizione dei tre sindacati che si sono schierati a favore dei benzinai rischia di creare uno stop totale in tutto il Paese: “E’ a rischio il trasporto delle merci essenziali e quindi il rifornimento dei beni di prima necessità nei supermercati“, avverte il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto Paolo Uggè. La richiesta è, quindi, quella di resistere, come sottolineato dall’Unione Petrolifera: “Non bisogna creare allarmismi, ma piuttosto continuare a garantire un servizio essenziale per il nostro Paese: le compagnie associate stanno supportando i gestori degli impianti affinché possano continuare a lavorare, nonostante la drammatica situazione economica causata dal calo del traffico sulle principali vie di comunicazione“.